Due offerte in campo per Clouditalia. La società di servizi cloud e tlc integrati, che ha chiuso il 2017 con 114,9 milioni di ricavi, sta per essere messa in vendita dal fondo J.Hirsch and Co. “A oggi ci sono due proposte sul tavolo”, anticipa l’amministratore delegato Marco Iannucci. “Clouditalia è un’azienda che negli ultimi due anni ha fatto bene. Quando cominciano ad arrivare i risultati positivi, è naturale che i fondi d’investimento tendano a monetizzare quello che hanno investito”.
Che tempi prevede per la conclusione del deal?
Siamo abbastanza vicini a concludere. La chiusura è prevista per la fine di settembre. Per motivi di riservatezza non posso fare nomi, di sicuro posso dire che mi piacerebbe molto che si mantenesse la peculiarità che l’azienda ha costruito in questo tempo. Mi riferisco in particolare alle competenze e alla professionalità delle persone che ci lavorano e che hanno consentito questo percorso di crescita. Non mi piacerebbe per niente un’operazione speculativa di acquisizione e incorporazione con pesanti saving rivolti alle risorse umane. Quello sarebbe sicuramente un percorso negativo.
Il digitale italiano sta crescendo. E cresce anche il cloud. Come valuta l’andamento generale del mercato in questo momento?
Finalmente cresce! CloudItalia ha cominciato il suo percorso nel 2012, in un momento ancora prematuro, e oggi il mercato cloud è partito. Le crescite continueranno, anche perché siamo partiti da un paio d’anni a questa parte con servizi che riguardano le infrastrutture, prevalentemente Iaas (Infrastructure as a service), poi ci siamo spostati sulle piattaforme e via via sul software. Ora cominciano finalmente a muoversi iniziative rivolte allo sviluppo di applicativi per usare il software via cloud. Prevedo che il mercato vada ancora in crescita. È un buon auspicio anche per noi, che siamo prevalentemente operatori di infrastrutture e piattaforme: se il settore cresce, la necessità di mercato sarà sempre più elevata.
Quali criticità state incontrando nell’espandere il vostro mercato?
La difficoltà maggiore, che si sta pian piano superando, è stata convincere manager a capo delle divisioni tecnologiche delle aziende a passare i propri sistemi sul cloud. Già nell’ultimo anno e mezzo questo percorso si sta semplificando, sia per via di un cambio generazionale sia perché anche i manager più anziani hanno capito che il cloud non porta via competenze né risorse, anzi conduce a un’ottimizzazione dei costi.
Veniamo a Clouditalia. Come avete chiuso il 2017?
Il 2017 ha confermato il buon andamento degli anni precedenti. L’azienda viene da un periodo difficile, trattandosi di un recupero di un ramo della vecchia Eutelia, ma ha mantenuto grosso modo il fatturato dell’anno precedente, con un leggero decremento dell’utile dovuto alla grande quantità di investimenti per le infrastrutture. Clouditalia ha oltre 15 mila km di fibra ottica distribuita su tutto il territorio nazionale e apparati di connessione dati ad altissime prestazioni. Tutto questo ha necessità di essere sostenuto con investimenti anno per anno. Nel 2017 abbiamo superato di più di 2 milioni l’anno precedente in termini di investimento e questo è andato un po’ a discapito del risultato operativo. Che si è ridotto, ma ha sostanzialmente mantenuto gli esiti positivi degli ultimi tre anni.
Invece, questi primi mesi del 2018?
Il 2018 è in linea con i budget presentati al nostro fondo d’investimento alla fine del 2017. Prevediamo una crescita dell’utile più che raddoppiata, intorno al 30-35% rispetto all’anno precedente.
Quali saranno le prossime aree di intervento?
Abbiamo completato l’anello di trasporto Roma-Milano a 400 Gbps, la velocità più elevata in assoluto rispetto a tutti gli altri operatori, con un’infrastruttura di apparecchiature mTera, un sistema che consente di espandere la velocità di trasporto fino a 7 terabit. Noi siamo a 400 Giga, una velocità di trasporto estremamente elevata che ci consente di lavorare con grandi clienti. Sono previsti ancora investimenti sulle infrastrutture. Stiamo portando tutta la telefonia sulle centrali Voip: ne abbiamo già due a Roma e Milano, faremo nascere a Torino la terza e convertiremo tutta la fonia dal tradizionale al Voip. Il Data Center di Roma sarà esteso fino ad arrivare a circa a mille metri quadri di superficie, dagli attuali 500. La rete Ip di backbone è in fase di rinnovo totale ed entro fine ottobre arriveremo a 100 Gbps. Utilizzeremo tecnologia Cisco all’avanguardia, con il supporto della Italtel che è stato un partner importante anche negli anni scorsi
Sul fronte risorse umane?
Siamo molto aperti all’ingresso di nuove professionalità. Abbiamo convenzioni con il Politecnico di Torino e con l’Università di Firenze. Siamo spinti verso la ricerca di giovani ingegneri da accompagnare nel mondo del lavoro e, perché no, da allevare secondo la nostra visione per poterli poi inserire nel nostro mondo. Per il futuro l’orientamento è quello di continuare a espandersi sul mercato della media e grande impresa italiana e offrire un servizio rivolto alla connettività dati abbinata a servizi cloud.