SCENARI

Contrordine cloud, alle imprese non fa più paura. Cybersecurity leva per l’adozione

In crescita il numero di aziende che sposta carichi di lavoro e applicazioni sulla nuvola di terze parti, secondo Idc. Obiettivo: la riduzione al minimo del rischio di attacco e l’esigenza di adeguamento alle nuove regolamentazioni privacy

Pubblicato il 03 Ott 2018

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E’ il rischio cyberattacco una delle leve per l’adozione di servizi di cloud pubblico da parte delle imprese. Emerge da un report 2018 di Idc secondo cui la crescente pervasività del cybercrime e l’esigenza di adeguarsi alle nuove regolamentazioni in materia di trattamento e protezione dei dati mettono in evidenza la necessità di concepire nuove relazioni con gli operatori specializzati in ambito cloud, in modo tale da poter affrontare un problema complesso come la sicurezza IT con un’adeguata combinazione di responsabilità, competenze e tecnologie.

“Sempre più aziende stanno in effetti spostando carichi di lavoro e applicazioni sul cloud pubblico – scrive la società di analisi – proprio con l’obiettivo di ridurre al minimo sia il rischio sia le conseguenze di un attacco informatico”.

Su un campione di oltre 5.000 imprese di tutto il mondo, più del 40% delle organizzazioni cita la maggiore sicurezza come principale incentivo (insieme a una maggiore agilità e flessibilità per il business) per adottare servizi di cloud pubblico.

Un trend che testimonia da una parte gli sforzi per la protezione e la sicurezza dei dati compiuti a livello tecnologico dai cloud service provider e dall’altra la maggiore consapevolezza in tema cloud maturata dalle imprese di tutto il mondo.

La sicurezza in ambito cloud resta comunque una delle principali criticità avvertite dalle aziende, insieme alla definizione dei service level agreement (SLA) e al rischio di downtime. “Anche qui però la tendenza è positiva – dice Idc – e il livello di preoccupazione è andato calando con il passare degli anni”. Infatti se nel 2017 la sicurezza del cloud era avvertita come maggiore criticità da parte del 50% delle imprese nel 2018 la percentuale è scesa di cinque punti, attestandosi al 45%.

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