Mentre gli hyperscaler e i gestori di data center cloud sono alle prese con la duplice sfida di ridurre le emissioni Scope 3 – quelle generate da operazioni di business da fonti che non sono direttamente possedute o controllate dall’organizzazione, come la catena di fornitura, il trasporto, l’utilizzo o lo smaltimento dei prodotti – e di ottimizzare strutture sempre più energivore, il settore tecnologico si trova in una fase critica: l’impronta carbonica della digital transformation è in continuo aumento, e questi player più di altri si trovano ad affrontare una crescente pressione per adottare pratiche sostenibili e allo stesso tempo soddisfare la domanda di servizi digitali, in costante espansione.
Il settore tecnologico, d’altra parte, è responsabile del 2-4% delle emissioni globali di gas serra e del 7% del consumo energetico mondiale, e gli hyperscaler e ai fornitori di servizi cloud gestiti va ascritta una parte considerevole del totale. L’aumento dei costi e della domanda di energia sta quindi diventando un problema strategico e politico sempre più importante.
Una domanda destinata a esplodere
A sottolinearlo è Robert Pritchard, Principal Analyst, Enterprise Technology and Services di GlobalData, che commenta: “I servizi cloud svolgono un ruolo importante nella vita di tutti nel XXI secolo, soprattutto per le aziende e gli enti governativi. Una parte molto significativa della fornitura di questi servizi è rappresentata dall’energia e l’accelerazione dell’adozione dell’intelligenza artificiale non potrà che favorire un’ulteriore rapida crescita della domanda”.
L’analisi di GlobalData rivela che le emissioni Scope 3, derivanti come detto da fonti indirette, costituiscono un sostanziale 70-90% delle emissioni di gas serra. Gli hyperscaler e i fornitori di cloud gestito si stanno impegnando per ridurre i loro consumi, e hanno ottenuto notevoli successi nella gestione degli Ambiti 1 e 2, dove esercitano un controllo più diretto, ma la sfida sullo Scope 3 è ancora aperta.
“La maggior parte delle grandi aziende tecnologiche punta a raggiungere le zero emissioni di carbonio entro il 2030 o il 2040: molti progressi sono già stati ottenuti utilizzando apparecchiature più efficienti e passando a fonti di energia rinnovabili”, aggiunge Pritchard. “Per abbattere lo Scope 3, le aziende tecnologiche richiederanno sforzi simili alla loro catena di fornitura, il che implica controlli molto complessi”.
Aumentano i paletti e i requisiti per i player di settore
Secondo l’analista, “molte aziende tecnologiche cercano di differenziarsi per le loro credenziali ‘verdi’ e la sostenibilità è una questione strategica. La convalida è fondamentale, così come gli obiettivi. Un numero crescente di clienti, partner e governi richiede risultati specifici come paletti di ingresso per gli stakeholder. Tuttavia”, chiosa Pritchard, “sta emergendo un ostacolo significativo. L’acquisto di scala e l’enorme consumo di energia da parte dei data center significa che l’approvvigionamento di energia sia rinnovabile che tradizionale sta diventando un problema a livello locale, e le autorità se ne sono accorte. La pianificazione futura dell’installazione dei data center potrebbe essere limitata da queste preoccupazioni. Già considerato un grande innovatore, il mondo dei data center dovrà trovare nuove risposte“.