Vorrei che smettessimo di parlare dell’avvento del digitale al futuro e che ci concentrassimo su ciò che può e deve essere realizzato da subito. L’Italia, anche in passato, ha sempre saputo cogliere le spinte verso l’innovazione tecnologica, soprattutto nel settore delle tlc, facendo addirittura scuola a livello mondiale. Solo indecisioni e rinvii possono impedirci di tornare a essere protagonisti. È un fatto che le reti di telecomunicazione siano il sistema nervoso di ogni nazione moderna, come negli anni ’60 lo sono state le autostrade.
Regole chiare e parità di accesso sono le condizioni necessarie per far sì che si trasformino in un volano di sviluppo per il Paese. Se le infrastrutture sono indispensabili, saranno però le soluzioni a fare la differenza e a creare i presupposti per un completo processo di trasformazione digitale, capace di far ricadere i benefici sul sistema paese. L’avvento della rivoluzione industriale 4.0 segnerà per le economie mondiali un punto di forte cambiamento che, se non gestito, potrà comportare la loro marginalizzazione. La missione di BT Italia è proprio quella di supportare la PA, le multinazionali e le eccellenze italiane che hanno fatto della crisi un momento di sviluppo globale, nel processo di trasformazione digitale e consentire loro di beneficiare dei trend tecnologici in atto (cloud, mobility, collaboration e big data). Al contempo il salto digitale potrà dirsi completo solo se all’evoluzione delle tecnologie si affiancherà, partendo dalla scuola e dal modello educativo, la crescita della cultura digitale.