LA RICERCA

Digitale, nelle Pmi sono i dipendenti a trainare la trasformazione

Secondo un’indagine di Microsoft-Ipsos Mori il 66% delle imprese sta rinnovando i processi IT. Per il 68% dei lavoratori le chiavi per migliorare la qualità del lavoro e l’equilibrio work-life saranno cloud e mobility

Pubblicato il 24 Nov 2015

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Sono i dipendenti delle Pmi italiane a trainare le loro aziende e a riconoscere l’importanza della trasformazione digitale: il 43% crede che l’utilizzo della tecnologia debba essere una priorità per ridurre i costi, mentre è molto diffusa anche la convinzione che la tecnologia possa aiutare la propria azienda a crescere (42%). Sono i dati che emergono dalla ricerca realizzata da Microsoft-Ipsos Mori 2015 dal titolo “I dipendenti delle Pmi e la tecnologia”, che ha coinvolto oltre all’Italia altri 15 Paesi in Europa per un totale di 5.500 intervistati.

Dallo studio emerge che le Pmi italiane hanno già iniziato il loro cammino verso l’innovazione: il 33% degli intervistati ha affermato di lavorare già per aziende che seguono logiche paperless e sono ben connesse online, e la stessa percentuale, ha dichiarato dichiara di lavorare per aziende che stanno rinnovando i proprio processi IT e passando a un modello online.

Mobility e Cloud sono in cima – nell’opinione dei dipendenti – alle priorità per supportare le proprie aziende nel percorso di crescita. Se dovessero suggerire l’acquisto di una nuova soluzione/servizio per aiutare il proprio business ad avere più successo, il 37% punterebbe su laptop, smartphone e tablet e il 31% sul Cloud, sia che si tratti di infrastruttura o servizi per la collaborazione o il Crm. Ne campo dei device di utilizzo più comune, i confini tra aziendale e personale sono labili: si fa strada anche tra le PMI il Byod, ma al contempo l’utilizzo di strumenti aziendali per fini personali. Il 61% dei dipendenti italiani afferma di utilizzare un PC aziendale e solo il 26% un PC personale, ma se si considerano i device mobili, la situazione cambia e sono più numerosi i dipendenti che utilizzano dispositivi personali: il 40%) utilizza uno smartphone personale, il 30% un laptop personale e il 17% un tablet personale – quote che crescono tra i dipendenti che lavorano regolarmente fuori ufficio (rispettivamente 51%, 45% e 21%): percentuali che mettono i dipendenti italiani in testa, in Europa, tra quelli che più utilizzano device personali. Quanto alla sicurezza e alla perdita di dati, dalla survey emerge che solo 1 dipendente su 3 abbia un back up online.

Le nuove tecnologie stanno cambiando con incisività anche il lavoro fuori sede e il work-life balance: il 93% degli intervistati afferma di lavorare regolarmente o occasionalmente anche fuori dall’orario lavorativo, e il 52% afferma di essere in grado di lavorare fuori dall’ufficio accedendo al proprio lavoro da remoto con smartphone, tablet, computer attraverso un servizio cloud come Office 365 (52%) o da un computer di casa con connessione remota (51%). Una situazione che, al di là del fatto che il 65% dei dipendenti delle Pmi italiane consideri adeguato il proprio work-life balance, mette un lavoratore su quattro nella condizione di doversi destreggiare per conciliare vita privata e vita lavorativa. Proprio il work-life balance risulta essere un aspetto decisamente importante nella valutazione del proprio posto di lavoro (74%), al pari di altri elementi quali salario (79%) e sicurezza/stabilità (75%).

Quando si tratta di capire come si possibile semplificare il proprio lavoro, la soluzione secondo oltre il 30% degli intervistati potrebbe venire da applicazioni più smart e nuovi device: una percentuale che mette gli italiani in testa in Europa come il popolo che dà più peso alla tecnologia come strumento per ottimizzare il proprio lavoro. “In particolare – si legge in una nota di Microsoft – i dipendenti delle Pmi italiane sono consapevoli del ruolo strategico della mobility e dell’impatto positivo dei nuovi device mobili sul proprio work-life balance: il 62% afferma che la tecnologia mobile è in grado di ottimizzare i tempi e migliorare la produttività”.

“Le PMI italiane si mostrano sempre più propense all’adozione del Cloud e in effetti il crescente interesse per le nuove tecnologie dipinto dalla ricerca Ipsos Mori è confermato anche dalla nostra esperienza sul mercato – afferma Vincenzo Esposito, direttore della divisione Piccola e media Impresa e partner di Microsoft Italia – Pensate che i nuovi clienti nel mercato Pmi nel trimestre luglio-settembre sono cresciuti di oltre il 200% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Questo è avvenuto anche grazie all’incremento del 21% dei Reseller cloud che fanno parte del nostro ecosistema di Partner, con cui ci impegniamo per raggiungere in modo capillare le Pmi sul territorio, promuovendo la digitalizzazione del tessuto economico nazionale. L’Italia – continua Esposito – si rivela un Paese molto ricettivo, dove il business cloud continua a crescere a due cifre con un fatturato anno su anno quasi raddoppiato. La nostra suite per la produttività Office 365 e la nostra piattaforma cloud Azure si rivelano sempre più asset strategici a supporto della competitività delle realtà nostrane come dimostrano alcune storie di eccellenza come la varesotta Vibram e la torinese Directio. Obiettivo di Microsoft è non solo supportare il percorso d’innovazione delle Pmi, ma anche promuovere la condivisione di best practice come queste ed è quello che intendiamo fare con la nuova piattaforma ‘Storie’”.

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