INNOVAZIONE

Emendamento Quintarelli, Clusit: “Ora la PA investa in piattaforme condivise”

L’associazione per la sicurezza informatica commenta la norma che assegna allo Stato la competenza esclusiva nel coordinamento informatico di dati, processi e infrastrutture: “Consentirà migliore gestione dei rischi ma si deve iniziare subito, la razionalizzazione e la messa in sicurezza sono urgentissimi”

Pubblicato il 02 Mar 2015

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Ora bisogna subito “investire nel progetto di piattaforme condivise, sicure e affidabili, che permettano finalmente di beneficiare dei vantaggi che la flessibilità dell’informatica può portare nello snellimento burocratica” della PA. Lo dice il Clusit, principale associazione italiana nel campo della sicurezza informatica, indicando la strada che a suo parere bisognerà percorrere a seguito dell’approvazione lo scorso 11 febbraio dell’emendamento Quintarelli in merito al coordinamento statistico e informatico della Pubblica Amministrazione. Emendamento che l’associazione, i cui soci rappresentano oltre 500 aziende e organizzazioni, non esita a definire “una svolta anche per la sicurezza informatica del nostro Paese”

In sintesi l’11 febbraio la Camera ha approvato all’unanimità nell’ambito delle votazioni sulla riforma costituzionale l’emendamento Quintarelli dal nome del suo promotore, il deputato di Scelta Civica Stefano Quintarelli. 364 voti favorevoli su altrettanti votanti: una seduta storica per la Repubblica Italiana, che per quanto riguarda le riforme costituzionali ha un precedente solo nel 1948. Una volta completato l’iter e passato al Senato, l’emendamento assegna di fatto allo Stato “la competenza esclusiva nel coordinamento informatico dei dati, dei processi e delle relative infrastrutture e piattaforme informatiche“, come recita il nuovo comma R dell’articolo 117.

Non pochi hanno definito l’emendamento “storico” ma non tutti, mass media in testa, ne hanno compreso appieno l’importanza, probabilmente perché considerato un tema troppo tecnico e non di stringente attualità. Invece il provvedimento è potenziale generatore di una vera e propria rivoluzione nella PA.

Come sottolinea il Clusit, affronta un tema importante, che permette di dare una forte accelerazione al completamento dell’Agenda Digitale, risolvendo una delle criticità più grandi nel coordinamento Stato-Regioni e consentendo di fornire una base di diritto più solida per i processi di innovazione digitale e di semplificazione della Pubblica Amministrazione ormai irrinunciabili. Per questo, sottolinea l’associazione, ha ricevuto il plauso anche da parte della comunità tecnologica italiana e, in particolare, da chi si occupa nello specifico di sicurezza delle informazioni, delle reti e dei sistemi informatici.

Uno degli esempi più concreti ed emblematici è sicuramente quello dei servizi di anagrafe, identico per ognuno degli 8000 comuni italiani, che trattano informazioni necessarie nell’ambito di innumerevoli procedimenti amministrativi e non, che quindi deve essere resa disponibile a moltissimi soggetti in una forma sempre identica. Attualmente esistono centinaia di installazioni basate su prodotti incompatibili tra loro che, oltre a rendere complesso e oneroso il dialogo, non consentono di adottare sistemi di sicurezza in maniera uniforme e, quindi di affrontare efficacemente percorsi di prevenzione dei rischi. L’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (Anpr), di cui è previsto l’avvio entro la fine di quest’anno, è attualmente considerata una soluzione ragionevole ed efficace per migliorare la qualità e la fruibilità del servizio, nonostante sia stata inizialmente osteggiata da più parti, anche richiamando una presunta base di diritto confusa. Questo ne ha rallentato notevolmente l’iter di accettazione; la nuova forma dell’art. 117 permetterà invece di fare chiarezza sul ruolo dello Stato in queste iniziative.

La razionalizzazione e il coordinamento delle infrastrutture informatiche rappresentano un punto fondamentale a favore della sicurezza informatica: l’elevazione al rango costituzionale dell’esigenza di coordinamento fra sistemi informatici delle amministrazioni di ogni livello rappresenta un’eccezionale opportunità per riconsiderare i pericoli che la frammentazione di piattaforme e processi introduce in infrastrutture cruciali per il buon funzionamento del Paese. In un periodo di risorse limitate, la possibilità di fare investimenti più mirati e di efficacia diffusa è critico per affrontare un tema come la sicurezza informatica, che richiede innovazione continua e coordinamento nel contrasto alle minacce.

“Il Clusit auspica che questa possa essere l’occasione per investire nel progetto di piattaforme condivise, sicure e affidabili, che permettano finalmente di beneficiare dei vantaggi che la flessibilità dell’informatica può portare nello snellimento burocratico”, afferma Paolo Giudice, Segretario Generale Clusit. “Ma si deve iniziare subito: il processo di razionalizzazione e messa in sicurezza è urgentissimo. Ogni ritardo immotivato contribuisce a mettere a rischio l’intero processo di innovazione”, conclude Giudice.

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