STRATEGIE

Hpe si “reinventa” come service provider: al via la piattaforma per l’hybrid cloud

L’azienda prosegue nel percorso di diversificazione del business: dai server a un modello su abbonamento con il debutto di GreenLake Central

Pubblicato il 04 Dic 2019

Multicloud

Hpe vira tutto sul modello hybrid cloud e il software as-a-service con la nuova piattaforma GreenLake Central che porta la cloud experience “ovunque siano le tue app e i tuoi dati”, come si legge sul sito dell’azienda americana. Hpe GreenLake Hybrid Cloud viene definito un “managed service agnostico multi-cloud e multi-stack per cloud pubblici e privati che semplifica le operazioni” per aiutare le imprese a ridurre i rischi, eliminare la complessità e accelerare l’adozione del cloud. Le imprese possono usare, gestire e controllare tutti i loro servizi cloud da un singolo portale e ciò permette di accelerare lo sviluppo di applicazioni e servizi “per attrarre nuovi clienti e far crescere i ricavi”.

La piattaforma consente di gestire i costi e valutare le prestazioni dei diversi sistemi in uso e guida le imprese all’acquisto di nuovi servizi di cloud computing e alla scelta tra cloud privato o pubblico, ovvero su server aziendali o rivolgendosi a vendor come Amazon e Microsoft.

Per Hpe (Hewlett Packard Enterprises) si tratta di una mossa strategica fondamentale che diversifica dal decrescente business dei server e si sposta sul modello di ricavo basato sugli abbonamenti.

Dai server al modello pay-per-use

La domanda sul mercato dei server è in rallentamento e risente sia della debolezza economica globale sia delle tensioni commerciali Usa-Cina. Hpe genera circa due terzi delle sue vendite trimestrali fuori dagli Stati Uniti, ma le incertezze macroeconomiche rendono i clienti più cauti negli investimenti tecnologici.

Hpe, che lo scorso mese ha riportato ricavi anno su anno in declino per il quarto trimestre consecutivo, ha deciso dunque di abbracciare con determinazione il trend dell’hybrid cloud. L’obiettivo del ceo Antonio Neri è di portare i ricavi a crescere del 1-3% nei prossimi tre anni puntando sul modello in abbonamento: entro il 2022, tutti gli hardware e software di Hpe saranno disponibili in modalità as-a-service o con un modello pay-per-use (la rivale Dell Technologies sta adottando una strategia simile).

La strategia di Neri

Lo spostamento dell’attività di Hpe verso i servizi in abbonamento è una strategia obbligata: nello scorso trimestre (il quarto trimestre fiscale) le vendite di server sono scese del 13% a 3,23 miliardi di dollari, mentre le vendite di storage hardware sono in calo del 12% a 848 milioni. Nelle aree innovative, invece, l’Hybrid It ha ricavi per 5,7 miliardi, con margine operativo del 13,8%; crescono tutti a due cifre i prodotti ad alto valore aggiunto Apollo, Composable Cloud e Hyperconverged Infrastructure. L’attività Intelligent Edge ha fatturato 723 milioni di dollari, con margine operativo del 4%. I ricavi per Financial Services ammontano a 878 milioni, con margine operativo dell’8,4%. Le vendite totali di Hpe ammontano a 7,22 miliardi di dollari, in flessione del 9,1% anno su anno e al di sotto delle attese di Wall Street. Bene l’utile netto che nel quarto trimestre ammonta a 480 milioni di dollari, o 36 centesimi per share, contro la perdita di 757 milioni di un anno prima.

Commentando i risultati della trimestrale su Bloomberg, il ceo Neri si è detto fiducioso nella capacità di Hpe di andare verso una crescita “sostenibile e profittevole” grazie allo spostamento del business verso le soluzioni “a più alto valore software-defined” e alla capacità di esecuzione della strategia che renderà tutta l’offerta as-a-service. “Abbiamo un portafoglio prodotti migliore e abbiamo migliore copertura anche se vediamo debolezza sul mercato”. Per questo Hpe sta cercando di focalizzarsi sulle aree in cui vuole crescere velocemente, in cui rientrano l’high-performance computing e il prodotto Hpe per il cloud ibrido GreenLake che i clienti possono pagare col modello pay per use.

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