Sebbene il Cloud Computing aiuti i Chief Information Officer (Cio) a focalizzarsi maggiormente sulle strategie a supporto del business, in Italia un Cio su tre non crede che il cloud possa dare una spinta alla sua carriera. Lo rileva lo studio, condotto dalla società di ricerca Vanson Bourne ‘The Changing Role of the Cio’ per conto di CA Technologies. Il nuovo studio, basato su un sondaggio internazionale condotto su 685 Cio a livello mondiale, rivela che il 53% degli intervistati ritiene di avere le capacità necessarie per aspirare alla posizione di Ceo, mentre in Italia solo il 20% ne è convinto.
Il rapporto mette in luce la differenza fra le ambizioni dei Cio italiani e quelle dei loro colleghi nel resto del mondo. In Italia il 73% dei Cio afferma di vedere il proprio ruolo come punto d’arrivo e non di possibile ascesa verso la posizione di Ceo; una netta maggioranza quindi rispetto al 45% dei loro pari nel resto del mondo convinti di poter ambire al ruolo del numero uno in azienda. Inoltre, mentre il 39% del totale dei Cio intervistati in tutto il mondo dichiara di vedere nell’adozione del cloud computing una prospettiva di crescita nella scala gerarchica aziendale, in Italia la percentuale scende a al 27%.
Oltre la metà dei Cio interpellati a livello mondiale ha altresì dichiarato che il cloud computing offre nuove opportunità di ascesa ai vertici aziendali perché consente di dedicare più tempo a progetti di innovazione, alle strategie commerciali e alla ricerca di una maggiore efficacia operativa. Il cloud computing potrebbe quindi rappresentare un’opportunità anche per i Cio italiani, che secondo il 60% degli intervistati non sono ancora percepiti come funzione cruciale per l’azienda bensì come responsabili a supporto del business.
Oltre agli ostacoli organizzativi a un avanzamento di carriera, i Cio devono anche fare i conti con una feroce concorrenza. Poco più di metà dei Cio italiani (53%) ha ammesso che, pur avendo le competenze necessarie per ambire al ruolo di Ceo, esistono altri ruoli tra il management aziendale che vantano esperienze più rilevanti per salire ai vertici aziendali.
Come si fa a coniugare questa ‘potenzialità’ con la dura realtà di oggi che vede solo il ‘4’% degli attuali Ceo in tutto il mondo provenire dalle file dei Cio, contro il 29% di Chief Financial Officer e il 23% di Chief Operating Officer diventati Ceo?
”Vi sono due fenomeni che interessano i Cio: la realtà mondiale, caratterizzata dal cosiddetto ‘tetto di cristallo’, e la realtà interna all’azienda, dove esistono ancora barriere organizzative. Ciò che emerge chiaramente dallo studio è che tutti i Cio si scontrano con gli stessi ostacoli organizzativi, eppure alcuni sono certi di possedere le competenze e le capacità per infrangere questo tetto invisibile, avvalendosi anche dei vantaggi ottenuti in certi casi grazie all’adozione del cloud computing”, afferma Mauro Solimene, amministratore delegato di CA Technologies Italia.
La scarsa ‘alfabetizzazione digitale’ ai piani alti costituisce un ulteriore freno alle ambizioni di crescita dei Cio italiani, di cui soltanto il 27% vanta un CdA con competenze in materia di tecnologie digitali. Il 47% ha dichiarato di avere un Top Management non sempre in grado di comprendere l’impatto delle tecnologie emergenti. Il 59% dei Cio interpellati ha specificato che il CdA vede l’IT come un costo necessario per l’attività di business e secondo un quarto degli intervistati il Board non capisce il potenziale dell’IT per lo sviluppo del business.
A livello mondiale, i Cio riferiscono che, fermo restando l’esistenza di ostacoli organizzativi e del famoso “tetto di cristallo”, le percezioni stanno cambiando. Il 50% dei Cio spiega che il management è consapevole della crescente rilevanza assunta dai Cio all’interno dell’organizzazione e che il Board sta iniziando a cogliere le loro potenzialità.
“La mancata capacità del management aziendale di valorizzare la figura del Cio e il potenziale dell’IT comporterà uno scotto da pagare in termini di competitività ed agilità operativa”, conclude Solimene.