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Ian Murdock, padre della distribuzione Debian, morto a 42 anni

Ex Cto della Linux Foundation e poi vicepresidente di Sun Microsystem, oggi era impegnato nelle nuove tecnologie alla base del cloud

Pubblicato il 06 Gen 2016

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A 42 anni è scomparso improvvisamente la notte del 28 dicembre Ian Murdock, fondatore della distribuzione Gnu/Linux “Debian”. Murdock la sera precedente aveva scritto su Twitter che si sarebbe tolto la vita, forse anche a seguito di una serie di incidenti accaduti nelle ore precedenti con la polizia di San Francisco.

A prescindere dalle cause della sua morte, quella di Murdock è una scomparsa che “pesa” sul mondo dell’open source e non solo dal punto di vista storico. Murdock, che era nato in Germania nel 1973 e aveva fondato Debian nel 1993 unendo il suo nome e quello dell’allora fidanzata Deborah Lynn (madre dei suoi due figli e dalla quale ha divorziato nel 2007), è passato alla storia anche per il suo Debian Manifesto, un documento con il quale invitava l’allora nascente comunità Linux a concentrarsi su obiettivi che andassero al di là del successo personale e che fossero coordinati per il bene comune. Murdock intravedeva il pericolo di una eccessiva frammentazione e di settarismi tra i sostenitori di differenti soluzioni tecnologiche e distribuzioni che avrebbero in effetti poi piagato la vita del software open source soprattutto in ambiente desktop.

Ma la vicenda di Murdock, come detto, va oltre la nascita della Debian. Dopo aver ottenuto la sua laurea in informatica all’università di Purdue, Murdock era diventato CTO della Linux Foundation. E nel 2003 era passato a Sun Microsystem, cercando di ripetere quello che era stato possibile fare in termine di open source e di coordinamento con il sistema operativo Solaris che l’azienda californiana stava trasformando in OpenSolaris. Unas scelta parzialmente di successo e soprattutto tardiva quella di Sun, che pochi anni dopo venne acquisita da Oracle e che vide la cancellazione del progetto OpenSolaris, tornato ad essere un patrimonio closed source dell’azienda.

Nel 2011 Murdock era tornato in Indiana per andare a lavorare con ExactTarget, che poi nel 2011 era stata acquisita anch’essa da Salesforce.com diventando “Salesforce Marketing Cloud”. A novembre dell’anno passato Murdock aveva lasciato l’azienda e si era unito a Docker, a San Francisco. Una delle aziende più giovani e visionarie in termini di tecnologie cloud, con potenziali di crescita moto ampi in uno dei settori giudicati chiave nello sviluppo della nuvola. L’iniziativa alla base dei “container” di Dock era centrata sulla creazione di un prodotto open source che, a differenza di analoghi progetti concorrenti, grazie a Murdock avrebbe potuto contare su un approccio e una credibilità verso il magmatico mondo dei programmatori volontari unico e molto forte.

La prematura scomparsa di Murdock chiude un possibile sviluppo di Docker (che sicuramente andrà avanti lo stesso) e impatta in maniera significativa anche sulle modalità di aggregazione e lavoro in rete da parte di ampi gruppi di volontari e di programmatori magari impegnati con attività di altre aziende, come da anni si è trasformato il mondo del software open source nel settore B2B.

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