Ricavi sotto le attese per Ibm. Big Blue ha chiuso il quarto trimestre del 2014 con ricavi per 24,11 miliardi di dollari, in contrazione dell’11,9% rispetto ai 27,39 miliardi del corrispondente periodo dell’esercizio precedente. Il trimestre si è chiuso con un utile netto di 5,48 miliardi di dollari, rispetto ai 6,19 miliardi del quarto trimestre del 2013.
Di conseguenza, l’utile per azione è sceso da 5,73 dollari a 5,51 dollari. Escludendo le voci straordinarie, l’utile per azione sarebbe stato di 5,54 dollari. Le stime degli analisti indicavano un utile per azione di 5,41 dollari e ricavi per 24,77miliardi di dollari. Per l’intero 2015 i vertici di Ibm prevedono un utile per azione operativo compreso tra i 15,75 dollari e i 16,5 dollari.
L’azienda ha venduto alcune sue attività che hanno generato diversi miliardi di dollari, ma contestualmente ha perso soldi o è andata in pareggio. Recentemente sono state vendute le unit di produzione di chip e quella dei server per piccoli pc.
Le nuove attività sono in crescita, ma non ancora in grado di essere sufficientemente redditizie come le tradizionali linee di hardware, software e servizi. E le nuova tecnologie, come il cloud computing e il data analysis a basso costo, aumentano la pressione sulla vecchia linea di attività. Per quanto tempo duterà la transizione e quanto dolorosa sarà è la domanda che si fanno gli analisti.
I risultati arrivano a qualche giorno dalla notizia che Ibm ha conseguito la cifra record di 7.534 brevetti nel 2014, un risultato che per il 22° anno consecutivo colloca la società al primo posto nella classifica annuale dei brevetti degli Stati Uniti. Nel 2014 gli inventori di Ibm hanno conseguito una media di oltre 20 brevetti al giorno, portando l’azienda a diventare la prima in assoluto a superare il numero di 7.000 brevetti in un solo anno. I brevetti nell’ultimo anno sono stati esattamente 7534; al secondo posto si piazza Samsung, con 4952; al terzo Canon, con 4055.