Se non hai il cloud non stai veramente usando la tecnologia. Bruciante, netto, forse eccessivo, ma è un giudizio che serve da base per andare a parlare di questo tema a Milano, all’hotel Park Hyatt il 15 novembre prossimo con anche Hp e Intel nel convegno “IT ondemand: costruire un modello operativo sostenibile e dinamico per servizi e risorse tecnologiche”.
Se entro tre anni di tempo, cioè il 2018 non ci si è dati una metodica cloud, allora sono problemi. Le aziende che entro il 2018 non saranno riuscite a implementare un approccio sistematico al cloud non avranno sostanzialmente in essere una vera strategia IT. HP, Intel e Idc ritengono infatti che sia il momento di mettere in chiaro quello che rischia di essere un problema per il sistema paese italiano.
Il cloud computing è stato ormai accettato come il futuro dell’IT da gran parte del settore. La questione non è più se passare al cloud, ma quando e da chi farsi accompagnare in questo passaggio. Occorre però capire che il cloud non è soltanto un fenomeno tecnologico. È qualcosa di molto di più di un efficace meccanismo di approvvigionamento delle risorse per tagliare i costi. Il cloud sta infatti alimentando una nuova economia, quella che gli anglosassoni chiamano subscription economy, che sta trasformando le abitudini dei consumatori e creando nuovi mercati.
Per un’azienda, il cloud rappresenta un cambiamento radicale del modo di allocare e rilasciare risorse che offre notevoli miglioramenti in termini di flessibilità, adattabilità e scalabilità, permettendo a piccole start-up così come a grandi multinazionali di sviluppare nuove offerte e nuovi modelli di business a costi strutturali impensabili in precedenza. Tutto questo non è esente da sfide e criticità, soprattutto lato IT: questa trasformazione ha infatti alzato l’asticella ai Cio e all’intero dipartimento IT, costringendoli a rivedere 30 anni di investimenti e pratiche, e il loro stesso ruolo.
Come orientarsi tra gli investimenti in un’infrastruttura cloud interna e le varie alternative esterne come PaaS, IaaS e SaaS? Malgrado la complessità delle opzioni disponibili e l’onere di decisioni che avranno un profondo impatto su tutto il business, è indubbio che vi siano ormai sia l’opportunità tecnologica sia la reale esigenza di business di sviluppare una strategia cloud strutturata, basata su un modello metodologico e operativo. Anzi, secondo Idc, le aziende che entro il 2018 non saranno riuscite a implementare un approccio sistematico al cloud, non avranno sostanzialmente in essere una vera strategia IT.
«Il cloud – dice Fabio Rizzotto, senior research e consulting director di Idc Italia – sta cambiando così in profondità la natura dell’IT e dell’erogazione di servizi di business che Idc prevede che il fenomeno evolverà fino ad appiattire – quasi facendole scomparire – le differenze tra modelli privati e pubblici». Nel 2020, Idc è convinta infatti che il cloud sarà talmente insito nel nuovo modo di fare business ed erogare servizi IT che probabilmente si smetterà di chiamarlo cloud.
Definire una strategia cloud è quindi oggi uno dei compiti più importanti per un Cio. In questa direzione si inserisce una nuova iniziativa di HP e Intel che, in collaborazione con Idc, si sono date appuntamento il 15 ottobre a Milano per incontrare le aziende italiane in un confronto aperto su metodologie, best practice e tecnologie più attuali per dare “forma” al cloud.
L’incontro permetterà ai responsabili IT aziendali di comprendere attraverso analisi e casi studio come disegnare un modello IT che consenta di implementare, orchestrare e governare un’architettura flessibile, scalabile e aperta per gestire le fasi evolutive di innovazione infrastrutturale e applicativa che portano l’azienda da cloud-ready a cloud-enabled. Chairman dell’evento sarà Fabio Rizzotto di Idc Italia.