La nuvola prende posizione. Mano a mano che matura il livello qualitativo di servizi e prodotti offerti, cambiano anche gli scenari di adozione. Quello che fino a ieri era sicuramente orientato in un modo, domani lo sarà in un altro. Infatti il panorama del cloud computing nel 2017 sarà sempre più dominato da servizi per piattaforme e database che supportano le infrastrutture ibride: lo rivela una ricerca Oracle condotta da IDG Connect. Lo studio evidenzia inoltre che l’adozione del cloud privato sta rapidamente raggiungendo la maturità, con quasi i due terzi (60%) delle aziende che hanno raggiunto livelli di adozione intermedi o avanzati. Allo stesso tempo, alle barriere tradizionali all’adozione di cloud privati – quale ad esempio la sicurezza – se ne sono aggiunte di nuove come la standardizzazione IT e la capacità di integrarsi con le applicazioni esistenti. Queste nuove preoccupazioni spiegano perché le aziende considerano l’approccio ibrido prioritario per l’espansione del cloud in azienda.
«Mentre i servizi SaaS – dice Bob Johnson, Vice President e Principal Analyst, IDG Connect – hanno guidato la migrazione delle aziende verso il cloud, altri servizi come quelli Database e Platform-as-a-Service diventeranno più importanti nei prossimi due anni. Questo trend riflette la velocità di crescita del cloud in termini di maturità e complessità. Dato questo rapido sviluppo nelle possibilità del cloud, probabilmente nel 2017 assisteremo a un uso diffuso di piattaforme e strumenti basati su cloud – sempre più distribuiti su architetture ibride – per sviluppare e testare le applicazioni di business trasformazionale».
Dalla ricerca emerge che il 36% delle aziende sono più propense a scegliere la via ibrida per sviluppare il cloud, rispetto al modello privato (32%) e pubblico (17%). Il cloud privato sta rapidamente raggiungendo la maturità, con quasi i due terzi (60%) delle aziende intervistate che hanno riportato livelli di adozione intermedi o più maturi. Tale dato si prevede salirà al 82% nel 2017.
Preoccupazioni significative permangono relativamente all’adozione del cloud privato tra cui: la sicurezza dei dati (citata dal 55% degli intervistati), l’integrazione con le applicazioni esistenti (47%), le competenze disponibili (45%) e i costi per l’hardware (44%).
La crescente maturità del cloud privato implica che le aziende hanno fatto dei grandi progressi nella realizzazione di progetti cloud. L’elemento più importante di un’infrastruttura cloud privata è la possibilità di avere la governance sotto controllo (34%), seguita dalla standardizzazione dell’IT (27%), dal supporto dei principali responsabili delle decisioni (25%) e dalla possibilità di garantire un’efficace change management dell’IT (17%).
All’interno del cloud privato, l’approccio Software-as-a-Service (SaaS) (68%) viene considerato come il più importante davanti a Database-as-a-Service (DaaS) (61%) e Platform-as-a-Service (PaaS) (57%). Tuttavia, tale situazione evolverà nel corso dei prossimi due anni laddove i servizi DaaS (29%) diverranno la forma più importante di cloud privato, rispetto a quelli PaaS (26%) e SaaS (23%).
«La recente accelerazione – dice John Abel, EMEA Senior Director di Oracle – nell’adozione del cloud si è concentrata sulle applicazioni enterprise e sulle problematiche di integrazione, scalabilità e sicurezza correlate. La nostra indagine mostra tuttavia che dal momento che il cloud ibrido sta diventando l’approccio principale per le aziende, la piattaforma assume un’importanza crescente, fornendo alle aziende la possibilità di passare dal cloud privato al cloud pubblico e viceversa senza soluzione di continuità e in modo sicuro. In tale ambiente, la comprovata piattaforma ‘cloud ready’ di Oracle si dimostra molto vantaggiosa per i clienti, fornendo una piattaforma sicura e affidabile che risolve i problemi di integrazione e offre loro il percorso più rapido per ottenere valore dal cloud ibrido”.