I risultati centrati sino ad oggi possono dirsi soddisfacenti, ma le sfide che si profilano all’orizzonte domandano sforzi ancor più energici. Neelie Kroes ha una volta di più suonato l’appello alla mobilitazione, aprendo dinnanzi la plenaria del Parlamento europeo di Bruxelles, i lavori della seconda e ultima giornata della European Digital Agenda Assembly. Un intervento, il suo, quasi tutto declinato al futuro, con in coda l’annuncio di una imminente revisione dell’Agenda Digitale. Perché pur abbondando gli esempi concreti di quanto si fin qui è realizzato, non è il momento di “scambiarci pacche sulle spalle”.
Al contrario. “Siamo di fronte ad un bivio: possiamo e dobbiamo scegliere di assicurare più investimenti, regole e approcci per dare forza e realtà ad un avvenire digitale” ha chiosato la Vice-presidente della Commissione europea. Prima di domandarsi: “Lo stiamo facendo? La mia risposta è: non ancora”. La Kroes ha così voluto prendere atto delle inquietudini che, nella giornata di ieri, avevano serpeggiato un po’ per tutti i workshop previsti dall’agenda dell’iniziativa: quel sentimento, manifestato da più parti, che i mezzi e le soluzioni dispiegati dalle istituzioni non siano ancora sufficienti a “liberare il potenziale di un settore che, più d’ogni altro, può avere ricadute sulla nostra economia”, anzitutto “creando occupazione”. L’invito è rivolto in prima istanza a Parlamento e Consiglio a cui viene richiesto di “accelerare” sull’approvazione della Connecting Europe Facility. “Ma non possiamo farcela da soli, e non possiamo farcela usando procedure legislative e di consultazione vecchie e stantie” ha ammesso la commissaria all’Agenda Digitale. C’è anzi bisogno “di risposte più veloci e flessibili, si tratti di coalizioni industriali o del contributo creativo degli utenti”.
Parlando brevemente prima della Kroes, in qualità di anfitrione, il vicepresidente del Parlamento europeo Alxeander Alvaro aveva del resto già individuato in una maggiore interazione tra pubblico e privato la ricetta vincente: in particolare attraverso “business models migliori e maggiore sostegno all’imprenditoria”.
Certo, ha tenuto a precisare la Kroes, il bilancio è tutt’altro drammatico se si pensa che da quest’anno “oltre 176 milioni di cittadini hanno accesso al mobile” o guardando alle più recenti conquiste legislative “come il regolamento europeo sul roaming”. Ma non basta. “Ancora oggi, ha lamentato la commissaria, una famiglia su tre non ha accesso a internet e un adulto su quattro non ha mai navigato in rete. Ancora oggi i politici esitano ad investire sul futuro digitale. E ancora oggi nonostante le idee e le proposte avanzate in Europa, restano in piedi troppe barriere”.
E intanto, oltre i confini dell’Ue, il mondo sta cambiando rapidamente: “in Giappone ci sono già 18 milioni di abbonati alla banda larga, la Cina sta per realizzare 35 milioni di connessioni alla fibra solo in questo anno”. Senza contare i benefici che i capitali TIC stanno portando agli Stati Uniti. Nell’era digitale, insomma, “l’Europa ha bisogno di tenere il passo”.
In che modo? E qui la commissaria ha annunciato entro la fine dell’anno “una revisione dell’Agenda Digitale”. Beninteso, “senza modificare la nostra formula vincente perché la strategia attualmente in campo è buona. Ma voglio rafforzare il nostro approccio concentrandomi su alcune priorità in particolare”.
Tra le proposte spicca prima di tutto il “consolidamento delle iniziative sulle tecnologie cloud, per realizzare uno spazio senza barriere di sorta in cui i contenuti digitali possano liberamente circolare nel mercato interno”. Altrettanta attenzione verrà conferita alle azioni volte garantire la sicurezza della rete “contro il rischio di attacchi e la criminalità”. E ancora, secondo la Kroes, bisogna moltiplicare gli sforzi per la diffusione della banda ultraveloce “incoraggiando gli investimenti privati e dando più certezza legislativa” con l’obiettivo “di ridurre i costi di roll-out”. I decision-makers europei sono avvertiti: è necessario che essi “riconoscano di più il valore degli investimenti e sblocchino più finanziamenti”. Infine l’aiuto alle imprese e alla ricerca e la qualità e l’efficienza delle pubbliche amministrazione. Tutti dossier sui quali la Commissione è già al lavoro, ma che richiedono un ulteriore impegno acquisendo un’ottica di “lungo periodo”. Perché la posta in gioco è enorme. “Sulle nostre spalle, ha concluso la Kroes, grava la responsabilità di costruire la realtà del domani. Se non lo faremo le prossime generazioni ne soffriranno, guardando indietro al nostro lavoro con dispiacere e incomprensione”.