DIGITAL SINGLE MARKET

L’Europa accelera sulla data economy, Ansip: “Troppe barriere, vanno eliminate”

Entro fine anno pacchetto di iniziative a favore del libero flusso di dati. Il vp Commissione Ue: “Non dobbiamo avere paura dei dati, sono la base del nostro futuro digitale. La localizzazione provoca solo frammentazione, non maggiore sicurezza”

Pubblicato il 29 Set 2016

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“Sarebbe stato facile scuotere il capo di fronte alla Internet of Things bollandola come una moda da nerd della tecnologia che serve solo a ricordarci che ci manca il latte in frigo”. Ma la IoT non è niente di futile o riservato agli addetto ai lavori: è un’industria che tocca tutti i settori dell’economia e della società, su scala globale: aumenterà la qualità della vita con impatti di vasta portata, dall’e-health alle smart cities. “La Internet of Things non è qualcosa di divertente, ma di molto utile che salverà vite umane e che le persone vogliono”. Si è espresso così il vice presidente della Commissione europea Andrus Ansip, responsabile del Digital Single Market, parlando alla Digital Assembly 2016 a Bratislava.

Cisco stima che ci saranno 50 miliardi di device e oggetti connessi a Internet entro il 2020. Il 70% delle persone avrà uno smartphone e lo userà sempre meno per telefonare e sempre più per pagare, autenticare la propria identità o monitorare il proprio stato di salute. La domanda di device connessi vuol dire domanda di infrastrutture di rete e per questo le connessioni ultra-veloci sono fondamentali oggi più che mai: per il 2020 si prevedono 2 zettabyte di traffico Internet. Ed è per questo, ha proseguito Ansip, che “la Commissione europea ha messo la connettività al centro della riforma del settore telecom e ha fissato precisi obiettivi per la copertura di banda ultra-larga in Europa entro il 2025″, con “incentivi agli investimenti”, ha sottolineato il commissario Ue.

Un altro tema chiave è direttamente collegato con l’IoT e settori come il cloud computing: i dati. Sempre più dati saranno generati da questi settori e Ansip invita l’Europa a “non avere paura dei dati. I dati sono la base della nostra crescita digitale, ci garantiranno competitività e prosperità economica”. Ma per cogliere questo potenziale i dati devono viaggiare liberi su tutta l’Ue, superando i confini nazionali, secondo il disegno del Mercato unico digitale, spezzando gli attuali confini e le barriere tecniche e legali.

Chi ha paura dell’economia dei dati fa appello alla sicurezza e alla privacy, ma per Ansip sono timori mal riposti: la localizzazione obbligata dei dati porta solo alla frammentazione, ammonisce il commissario, mentre sicurezza e privacy sono garantiti dalle regole sull’accesso, indipendentemente dal paese in cui si faccia lo storage. Per esempio in Danimarca le aziende possono tenere i dati contabili fuori dal paese, purché il fisco danese possa accedervi. “E’ esattamente per questo che l’Ue ha adottato il nuovo regolamento sulla protezione dei dati che offre il massimo delle garanzie per privacy e sicurezza in tutta l’unione”, ha osservato Ansip. “Barriere come la data localisation impediscono le economie di scala e ostacolano il Digital Single Market: un danno per l’Europa, le sue imprese e la sua tecnologia”.

Perciò, annuncia Ansip, la Commissione Ue presenterà entro fine anno un’iniziativa per eliminare le restrizioni non necessarie sulla localizzazione dei dati e affronterà temi legali connessi con gestione e ownership dei dati, l’uso e il riuso e l’accesso ai dati, il tutto con l’obiettivo di evitare che l’innovazione trovi ostacoli sul suo cammino.

Per il commissario al Mercato unico digitale, si tratta anche di riconoscere il cambio epocale nelle abitudini dei consumatori, come dimostra il successo delle piattaforme della sharing economy, e nel modo di produrre, distribuire e consumare i contenuti creativi: in Europa circa il 49% degli utenti Internet va online per sentire musica, guardare video, o giocare. DI qui la revisione delle norme sul copyright, per tutelare l’industria creativa. Lo scopo primario, afferma Ansip, è di espandere la quantità di materiali disponibili online, facendoli viaggiare senza alcun ostacolo tra i paesi Ue, e di assicurare l’equa remunerazione dei creativi.

“In tutti i settori, la normativa Ue si è adattata all’era digitale”, ha detto Ansip. “Le nostre politiche si devono muovere al passo con le evoluzioni tecnologiche e riflettere nuovi contesti. Per questo sono norme pensate per essere flessibili ma anche stabili. Sono felice dell’impegno preso dalla presidenza slovacca nel portare avanti questi progetti e nel fare del Digital Single Market la priorità”.

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