Basta cloud. Perlomeno, basta cloud pubblico. Lo ha deciso John Finch, Cio dal settembre 2013 della Banca d’Inghilterra, dopo aver deciso che l’utilizzo della nuvola condivisa con altri utenti ha potenzialità di rischio che sono fuori scala per quanto riguarda le necessità della banca centrale del Regno Unito.
La mossa non è una sorpresa, varie istituzioni in tutto il mondo stanno sottoponendo a revisione le loro policy di sicurezza aziendale e vedono nel cloud pubblico un fattore di rischio da mitigare. Il fatto è che il cloud pubblico è in realtà già entrato nelle routine lavorative della banca: la progettazione delle nuove banconote plastiche che debutteranno a marzo 2016 con una emissione della Clydesdale Bank sono state studiate e progettate collaborando con decine di tecnici e aziende fornitrici esterne. E utilizzando il cloud: per poter ad esempio spedire sui macchinari che fisicamente stampano le nuove banconote le specifiche e i dettagli aggiornati fino all’ultimo minuto. Cloud ibrido, cloud pubblico, cloud vietato.
Eppure, Finch ha deciso che il ruolo della nuvola pubblica per la banca è deciso e non ha futuro. Lo ha dichiarato reiterando un annuncio già fatto nel 2014 questa volta parlando al Cloud World Forum, evento privato organizzato da aziende del settore a Londra.
Il punto chiave della decisione dietro alla cancellazione dei progetti basati su cloud pubblico è proprio la sua natura: la nuvola pubblica consente di risparmiare di più anche rispetto a quelle private e ibride proprio perché i server sono esterni, gestiti e amministrati (oltre che comprati) da altri. Il satori a cui è giunto Finch sostanzialmente è che la flessibilità e il risparmio che deriva dal cloud pubblico viene a scapito della sicurezza e del controllo. Meglio a quel punto il consolidamento interno e la virtualizzazione? Probabilmente. L’obiettivo di Finch, che è supportato da una nuova dirigenza “illuminata” all’interno della Banca d’Inghilterra, a partire dal Governatore Mark Carney, è quello di unificare, semplificare e rendere più flessibile la tecnologia. Ma non a costo della sicurezza.
La Banca sta passando anche attraverso una serie di passaggi che mirano alla capacità di innovazione: la creazione di lab interni, la mentalità da startup, i progetti che vengono “lanciati” per cercare di intercettare nuove idee e nuovi punti di vista. L’economia digitale richiede una capacità di pensiero e di innovazione costruita su circuiti diversi da quelli sclerotizzati in una organizzazione di 300 anni.
I progetti adesso seguono finestre di tre mesi per provare la capacità di essere realizzati e vengono ridefiniti o chiusi molto rapidamente: questo richiede un rapporto con l’It e un accesso alle risorse di calcolo differente da quanto previsto nelle aziende tradizionali. Ma non è questo, né le nuove politiche di diversità di genere che stanno portando anche nella parte IT alle assunzioni di persone di età, sesso ed etnica differenti (rispetto a un passato molto uniforme), quanto l’obiettivo di consolidare tutto attorno a un solo modello di dati. Questo, sostiene Finch, sta creando le maggiori resistenze interne rispetto alla squadra dell’IT.