Nord e Nordest imprenditoriale lanciati sulla strada della digital transformation. La doppia fotografia, scattata rispettivamente dall’Osservatorio Mecspe e da un rapporto Cuoa, offre uno spaccato del tasso di innovazione delle aziende nel Settentrione italiano.
Cybersecurity, cloud, robotica collaborativa e Iot le tecnologie su cui punta il 43% delle Pmi manifatturiere della Lombardia. Emerge dall’Osservatorio Mecspe presentato oggi nel corso di un talk (alla Milano Digital Week) sugli scenari di Industria 4.0, investimenti e nuove tecnologie adottate dalle aziende, ma anche su giovani, formazione e lavori del futuro.
Secondo il report, presentato in vista della fiera della Manifattura 4.0 (Fiere di Parma, dal 28 al 30 marzo) 8 aziende su 10 credono nella trasformazione digitale avvenuta in questi anni e quasi la totalità (9 su 10) ritiene di avere un livello di conoscenza medio-alto rispetto alle opportunità tecnologiche e digitali sul mercato.
Anche nel 2019 si punterà sulle nuove tecnologie abilitanti, continuando nella direzione che vede perlopiù già introdotte la sicurezza informatica (77%), la connettività (50%), il cloud (37%) e la robotica collaborativa (23%), e su ricerca e innovazione: il 68% investirà fino al 10% del proprio fatturato e il 23% dedicherà tra il 10% e il 20% di questo, mentre si considerano in generale come strumenti utili al processo di sviluppo, la consulenza mirata (46%), il trasferimento di conoscenza (37%), il confronto con aziende competitor (36%), ma anche i workshop (20%) e la tutorship di un’università (11%).
Università e scuole professionali e istituti tecnici vengono considerati riferimenti centrali nella formazione: per il 46% degli imprenditori la tecnologia ha un ruolo di primo piano, ma solo se supportata da un’adeguata formazione e da un cambiamento culturale (46%).
Il 43% degli imprenditori ipotizza la nascita di team di lavoro misti, composti da umani e tecnologie intelligenti mentre il 13% prospetta ambienti di lavoro virtuali in cui testare prodotti, scambiare informazioni, dialogare con il committente o cliente finale e il 4% azzarda che il lavoro diventerà quasi un “gioco”, dove il personale avrà un’esperienza più coinvolgente e gratificante, con interfacce molto simili a quelle dei giochi virtuali. Più cauto il 26%, secondo cui cambieranno gli strumenti, ma la vita lavorativa rimarrà la stessa.
“Entro il 2030, parlare di digital skills sarà la priorità e i profili specializzati più ricercati saranno figure come l’ingegnere robotico, i programmatori di intelligenze artificiali, gli specialisti dei big data o dell’Iot, se guardiamo ai risultati emersi dalla nostra indagine in Lombardia” commenta Maruska Sabato, Project Manager di Mecspe.
E’ una fotografia che rivela alti investimenti in innovazione quella scattata sul Nordest dalla ricerca del Cuoa “L’Italia che non aspetta – Le Lepri manifatturiere del Nord che fanno buona impresa a prescindere”. I risultati della ricerca saranno presentati nel corso di Smau Padova, il 28 e 29 marzo.
Negli ultimi due anni, l’84% delle imprese manifatturiere del Made in Italy ha fatto investimenti per la trasformazione tecnologica e digitale dell’impresa investendo soprattutto in macchinari computerizzati o digitali e software per la digitalizzazione. Sono quelle imprese (1159 nel 2017, di cui il 35% risiede nel Nordest ed in Emilia-Romagna) che la ricerca chiama Lepri – ovvero quelle imprese che dal 2007, nonostante 10 anni di crisi, hanno raddoppiato il loro fatturato – e Leprotti – quelle imprese, cioè, che nel decennio hanno mantenuto stabile la loro posizione.
Imprese i cui investimenti sono frutto di una strategia dell’impresa, sulla quale l’iper e il super ammortamento hanno avuto un ruolo marginale (solo il 14,3% non avrebbe fatto investimenti senza l’incentivo), ma che hanno avuto proprio come obiettivo l’evoluzione della propria attività in Industria 4.0 e la formazione delle risorse interne: l’81% del campione ha compiuto immediatamente investimenti in formazione per aumentare il grip delle tecnologie digitali.