IL CASO

“Modello Berlino” per l’Europa digitale

La città tedesca si propone come esempio di promozione della digital economy: aziende, centri di ricerca e talenti alleati per l’innovazione. Huawei in campo con le tecnologie del futuro: dal cloud al 5g per una smart city eco-connect

Pubblicato il 27 Ott 2017

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Berlino è per due giorni il centro dell’Europa digitale, luogo di dibattito per esaminare il presente e disegnare il futuro della digital economy, che ha al centro quelle “exponential tecnologies” che stanno trasformando e trasformeranno sempre più la vita dei cittadini e delle imprese, dalla blockchain all’intelligenza artificiale, dall’Iot agli standard del futuro come il 5G. Di tutto questo si è parlato durante “Huawei eco-connect Europe 2017”, la manifestazione in corso a Berlino, che quest’anno ha scelto come slogan “Go digital, go cloud”. Per sottolineare in questa seconda edizione il ruolo delle infrastrutture, dal settore comsumer al B2b, con il cloud nella parte di abilitatore di tutte le più promettenti innovazioni digitali.

“L’infrastruttura digitale è il motore della digital economy, lo dobbiamo tenere ben presente quando pensiamo alle trasformazioni che affrontiamo e che affronteremo nei prossimi anni – sottolinea Vincent Pang, presidente di Huawei per l’Europa occidentale – Siamo nella città che per prima ha connesso un tram alla rete elettrica, e che per noi sta diventando un banco di prova importante per il 5G, l’Internet of things, l’intelligenza artificiale e il cloud”. E sul cloud Huawei ha annunciato di voler dae vita a un nuovo “global cloud network” basato sui propri cloud pubblici e su quelli creati in collaborazione con altri partner.

A sottolineare il ruolo di Berlino nel panorama dell’Europa digitale è anche Stefan Frankze, ceo di Berlin partner, società per lo sviluppo economico e il marketing territoriale del Land di Berlino: “Questa è una città di storia e di cambiamento – afferma – che è mutata nel corso degli anni e che sta cambiando progressivamente. Ogni anno 12,7 milioni di persone la visitano, ed è sempre più considerata come una città in cui vivere e lavorare. Sta crescendo dal punto di vista economico a un ritmo più alto rispetto alla media della Germania, ed è un punto di eccellenza nei campi del fintech, della life science e dell’Internet of things. Berlino è al settimo posto nel mondo nella classifica degli ecosistemi per le startup. E’ una città di talenti, che conta su 50 università, 200 mila studenti provenienti da 185 Paesi, con 30mila laureati ogni anno. Si contano in città più di 50acceleratori, più di 100 spazi di coworking, più di 500 nuove startup che nascono ogni anno, un terzo orientate al b2b, e per il 40% finanziate dall’estero”.

Nella città Huawei, che si prepara a lanciare nel 2018 il poprio app store e un servizio di contenuti video, è impegnata in un programma di sperimentazioni sul 5G con Deutsche Telekom. Durante i test è stato possibile raggiungere una velocità di 2 gigabit al secondo con tempi di latenza inferiori ai 3 millesimi di secondo. “Si tratta di uno standard – prosegue Pang – che sarà centrale per lo sviluppo di soluzioni in realtà virtuale e realtà aumentata, che possono essere applicate su una ampia gamma di settori, a partire dalla entertainment. Oggi non è importante soltanto la tecnologia, ma anche la velocità nell’implementarla”.

Poi un giro di orizzonte sul cloud, ”che non significa più soltanto storage – spiega Pang – ma anche intelligenza artificiale, security, iot. Anche per questo la digitalizzazione non può essere ottenuta da un solo player, c’è bisogno di alleanze e noi ne abbiamo in campo più di 100, dall’energia all’automotive, dove il cloud ha un ruolo centrale nel design, nella supply chain, nei processi industriali, nel campo delle vendite e dell’innovazione di prodotto”.

“Il nostro impegno – aggiunge Pang – è di costruire un ’open digital eco system’ con l’obiettivo di mettere in campo una piattaforma Ict all’avanguardia al servizio dei nostri partner industriali, che sia aperta, sicura e affidabile, promuovendo gli standard che potranno essere utili per nuove collaborazioni e nuovi progressi. Per questo contiamo sui nostri 20 open labs su scala globale, con investimenti mirati alla crescita dei talenti e delle skill digitali. Collaboriamo – conclude Pang – con 120 università in 20 Paesi, tra le quali Oxford, Cambridge, Surrey, Edimburgo e Manchester”.

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