Le aziende finora si sono chieste se fosse meglio il public cloud o l’hybrid cloud. Ovvero, se fosse meglio esternalizzare i servizi in toto o optare per un mix di cloud e servizi on premise. Ma questo dilemma non domina più nelle organizzazioni e nelle imprese pressoché di tutto il mondo, l’esperienza sul campo e l’evoluzione tecnologica stanno difatti determinando un decisivo cambio di passo.
Perché il Multicloud è la risposta
La chiave di volta, dicono ormai esperti e analisti, è il multicloud ossia l’adozione di multi-piattaforme in modalità public cloud che consentano non solo di selezionare il provider sulla base di funzionalità, applicazioni e servizi offerti ma anche di poter rimodulare la scelta nel corso del tempo sulla base delle rinnovate esigenze e degli obiettivi di business.
Tutto questo tiene conto di parametri quali la tipologia dei dati, dei risultati attesi in termini di efficienza gestionale, dei costi operativi e delle questioni delicate legate alla cybersecurity.
I trend di mercato e la sfida italiana
Secondo Gartner, il mercato mondiale dei servizi cloud pubblici crescerà del 17,5% nel 2019 per un giro d’affari pari a 214,3 miliardi, contro i 182,4 miliardi del 2018. È il segmento IaaS (Infrastructure-as-a service) quello a più rapida crescita: si stima un balzo in avanti del 27,5% per un valore di 38,9 miliardi di dollari. A seguire, con un’impennata del 21,8%, segue il segmento PaaS (Platform-as-a-Service).
L’Italia è pienamente in linea con il trend globale: secondo i dati dell’Osservatorio “Cloud Tranformation” della School of Management del Politecnico di Milano, l’utilizzo di servizi di Public & Hybrid Cloud, ovvero l’insieme dei servizi forniti da provider privati e dai cosiddetti fornitori “ibridi” – provider pubblici e privati insieme -, ha raggiunto nel 2018 un valore di 1,24 miliardi di euro, pari a una crescita del 28% sull’anno precedente.
“La vera sfida da affrontare è l’orchestrazione dell’Hybrid & Multicloud, che significa andare oltre la connessione statica di servizi infrastrutturali e applicativi eterogenei e lavorare con una logica nuova e dinamica orientata alla flessibilità – spiega Stefano Mainetti, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud Transformation -. È un cambio di approccio volto a ottenere il miglior equilibrio tra costi e funzionalità offerte, con una prospettiva nuova, che mette i servizi al centro della strategia IT, superando la logica a silos”.
La vision di Tim sul multicloud
Con i suoi 9 data center distribuiti sul territorio nazionale Tim non solo si pone già come un punto di riferimento a 360 gradi sul fronte dell’erogazione di soluzioni IaaS, PaaS e SaaS (Software-as-a-service), ma ha anticipato i tempi sul fronte della “vision”.
“I business model stanno cambiando e le strategie delle aziende sono sempre più orientate in chiave cloud-first – spiega a Corcom Francesco Pagliari, Responsabile Offerta IT di Tim. – Ma rispetto ai grandi player internazionali del cloud, Tim ha una marcia in più. Infatti, grazie alla nostra infrastruttura di rete, siamo in grado di offrire un servizio che integra il public cloud con la nostra rete ultra broadband fissa e mobile”.
Data Center Tim certificati Uptime
Il data center Tim di Acilia – ad esempio – ha un’architettura certificata Uptime Institute Tier IV, in grado di offrire il massimo livello di ridondanza e di disponibilità del servizio (Sla di upTime pari al 99,995%). L’azienda ha già pronta un’offerta multicloud – Tim Multicloud – che permette una migrazione dei servizi aziendali su diversi cloud provider, armonizzando le singole logiche di business per sfruttare al massimo le caratteristiche dei “singoli” cloud e dei propri server.
“E grazie al nostro ecosistema di partner in tutta Italia è possibile “disegnare” la miglior soluzione possibile su misura di business”, aggiunge Pagliari.
L’offerta Tim Multicloud
Per garantire la corretta gestione di ambienti multicloud è necessario fornire in modalità “as a service” una piattaforma che abilita la gestione di servizi cloud IaaS, PaaS e SaaS di diversi provider.
“Nella creazione dell’offerta Tim Multicloud, realizzata in partnership con Bmc Software – continua Pagliari – abbiamo quindi previsto una Cloud Management Platform (Cmp) affinché il cliente possa avere in un’unica, semplice console tutti gli strumenti per la gestione delle proprie architetture, senza intervenire sulle singole console dei Cloud Service Provider, oltre a disporre di un potente strumento di monitoraggio e reportistica che permette di discernere i costi di ogni singolo elemento”.
Tim ha inoltre sviluppato un catalogo di service element che permette di effettuare il delivery automatico di semplici architetture con pochi click del mouse. A richiesta del cliente tale catalogo può essere ampliato con ulteriori servizi ad elevata personalizzazione in modo da garantire la massima efficacia ed efficienza nei processi aziendali dello stesso.
Inoltre, per i clienti più strutturati, sono stati progettati strumenti per la gestione e la pianificazione degli ampliamenti infrastrutturali in funzione della crescita di richiesta di risorse e per simulare la variazione dei costi di un’eventuale migrazione da un provider ad un altro.
Un altro importante elemento di valore è la disponibilità di uno strumento che permette di effettuare con un click una scansione di tutti gli elementi delle proprie architetture, ovunque esse siano, e di valutarne la compliance alle principali normative, come per esempio la Gdpr, e alle best practice. Una volta generato il report il cliente può ingaggiare Tim per effettuare l’analisi e procedere alla risoluzione delle problematiche emerse.
“Il passaggio verso un modello Multicloud può a volte presentare delle difficoltà, ma Tim fornisce ai propri clienti tutto il supporto necessario, offrendo massima assistenza e sicurezza, ovunque i dati siano posizionati. Ciò è possibile grazie agli elevatissimi standard di sicurezza dei nostri Data Center certificati, all’applicazione di policy di sicurezza sulle architetture residenti su Public Cloud Provider e alla fornitura di servizi di Vulnerability e Security Assessment sulle infrastrutture in sede dei clienti. Ma il vero vantaggio competitivo di Tim – conclude Pagliari – è la garanzia del supporto e della gestione di tutte le architetture da parte di personale esperto con competenze certificate, presente su tutto il territorio nazionale e disponibile 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno”.