LA TRIMESTRALE

Oracle: il cloud ancora traino del business, ma il dollaro forte pesa sui conti

Lievemente sotto le attese le prestazioni del primo trimestre fiscale 2019. Gli analisti temono la concorrenza di Amazon e Microsoft. Ma Larry Ellison non ha dubbi: “Oracle Autonomous Database è il più affidabile e sicuro”

Pubblicato il 18 Set 2018

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Oracle ha annunciato i risultati finanziari del primo trimestre del 2019, confermando il ruolo di traino esercitato ddal business del cloud ma con prestazioni sotto le attese di Wall Street.

Il colosso americano ha riportato ricavi totali di 9,2 miliardi di dollari, in crescita dell’1% in dollari statunitensi e del 2% in regime di cambi fissi rispetto al primo trimestre dello scorso anno. Il totale dei servizi cloud e del supporto delle licenze sommati alle licenza cloud e ai ricavi delle licenze on-premise è aumentato del 2% fino a 7,5 miliardi di dollari. I ricavi per i servizi cloud e per il supporto delle licenze sono stati di 6,6 miliardi di dollari, mentre quelli delle licenze cloud e on-premise sono stati di 867 milioni di dollari.

Senza il rafforzamento del dollaro Usa rispetto alle valute estere, i ricavi totali Gaap e non Gaap di Oracle sarebbero stati superiori di 66 milioni di dollari e gli utili per azione sarebbero stati di 1 centesimo in più, aggiunge l’azienda in una nota. L’utile operativo Gaap è cresciuto dell’1% a 2,8 miliardi di dollari e il margine operativo Gaap è del 30%; l’utile netto Gaap è in aumento del 6% a 2,3 miliardi di dollari con Eps in salita del 13% a 0,57 dollari.

I ricavi sono lievemente inferiori a quanto atteso dagli analisti i quali, osserva Reuters, si chiedono quanto il gruppo It, che si sta riposizionando strategicamente sull’offerta “as a service” con applicazioni SaaS e servizi enterprise PaaS e IaaS, sia davvero in grado di competere con i colossi del cloud come AWS(Amazon) o Salesforce che hanno il vantaggio di essersi mossi prima. Il co-chief executive officer Safra Katz ha tuttavia sottolineato il ruolo del rafforzamento del dollaro nei risultati del primo trimestre.

Altro elemento che lascia perplessi gli investitori è la decisione di Oracle di non scorporare più i risultati dell’attività cloud rispetto a quella delle licenze e supporto; il mercato vorrebbe avere dati più precisi sulle prestazioni del business che fa diretta concorrenza a Amazon, Microsoft, Salesforce e Google per confrontare i tassi di crescita.

Oracle ha comuque annunciato a inizio anno che quadruplicherà il numero di grandi data center su cui appoggia l’attività del cloud – un segnale che prevede un’espansione robusta. Negli scorsi trimestri il business della nuvola ha macinato risultati importanti; nel terzo trimestre fiscale del 2018, in cui l’azienda scorporava le varie voci, i ricavi dal business della nuvola erano cresciuti del 32% a 1,6 miliardi di dollari (mentre i ricavi totali erano saliti del 6% a 9,8 miliardi di dollari). Per il quarto trimestre e il full year 2017-2018 Oracle non ha fornito dati scorporati sull’andamento del business PaaS e IaaS, ma secondo gli analisti di FactSet il tasso di crescita è stato superiore al 18,3%.

Il co-Ceo di Oracle Mike Hurd ha commentato i risultati di oggi indicando che la grande maggioranza delle applicazioni Erp che girano su cloud sono sistemi Oracle Fusion o Oracle NetSuite e che nel primo trimestre 2019 l’azienda ha accresciuto la sua quota di mercato con i clienti di Oracle Fusion Erp che arrivano quasi a 5.500, mentre la NetSuite Erp conta oltre 15.000 clienti.

Il Cto di Oracle Larry Ellison ha riferito che Oracle Autonomous Database è ora disponibile sull’infrastruttura cloud di seconda generazione ultra-sicura “Bare-Metal”. Oracle Autonomous Database, ha sottolineato Ellison, “è più veloce, più facile da usare, più affidabile, più sicuro e meno costoso dei database di Amazon”. Oracle è anche l’unico database che può automaticamente installare patch senza interruzioni del lavoro per proteggere i dati, ha aggiunto Ellison. “Per questo Amazon usa il database Oracle per gestire il suo business”, ha concluso.

Ad agosto i media Usa hanno scritto che Amazon starebbe predisponendo l’abbandono dei prodotti di Oracle entro il 2020, ma Oracle ha replicato che si tratta probabilmente di un bluff: Amazon ha acquistato 60 milioni di dollari in software Oracle l’anno scorso e  il colosso It non ritiene la tecnologia sviluppata in-house dal competitor abbastanza efficace.

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