I data center, spina dorsale dei sistemi cloud e di tutta l’economia digitale consumano circa l’1% della domanda globale di elettricità. A dirlo i dati dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, secondo cui queste infrastrutture contribuiscono allo 0,3% delle emissioni globali di CO2, percentuale che potrebbe crescere in futuro a causa della crescente domanda di potere computazionale da parte degli algoritmi di intelligenza artificiale.
Attualmente – secondo uno studio pubblicato su Nature – i data center consumano circa 200 terawattora (TWh) di energia all’anno e si prevede che il loro consumo di elettricità aumenterà di circa quindici volte entro il 2030, fino a raggiungere l’8% della domanda complessiva di elettricità: praticamente un consumo energetico maggiore di quello nazionale di alcuni Paesi e dell’1% della domanda globale di elettricità. L’impronta di carbonio dei data center è quindi motivo di preoccupazione, dato che l’esistenza stessa del crescente settore informatico dipende da loro.
I data center hanno bisogno di una strategia di decarbonizzazione sostenibile per ridurre con successo le proprie emissioni, aumentare la propria efficienza energetica, gestire la stabilità della rete, mantenere la resilienza e far fronte alla volatilità dei prezzi dell’elettricità.
L’impegno del Polo Strategico Nazionale per la sostenibilità
In Italia il Polo Strategico Nazionale (Psn) ha sposato gli obiettivi dell’Agenda 2030 e si sta impegnando a diminuire il proprio carbon footprint, riducendo le emissioni a tutti i livelli.
L’infrastruttura è dotata dei massimi standard a livello di infrastrutture come Tier IV e Ansi/Tia 942 Rating 4 e certificazioni internazionali, quali Iso 50001, Iso 14001, Leed Gold, mentre i dati sono protetti all’interno di Data Center a doppia region, che utilizzano componenti e tecnologie ad elevata efficienza energetica e basso impatto ambientale. Inoltre sono utilizzati apparati IT e prodotti best in class, che offrono maggiore compattezza e ridotto assorbimento elettrico a fronte di elevate capacità elaborative computazionalli. I risultati generati dall’attività del Psn influiscono direttamente anche sulla PA che, grazie alla migrazione su un cloud certificato, riduce i consumi energetici, le emissioni e i costi spingendo al contempo l’innovazione.
La sostenibilità nella Convenzione con le PA
La sostenibilità è uno dei pilastri strategici della Convenzione firmata con le amministrazioni dove ci si impegna a raggiungere la Carbon Neutrality entro il 2030 e il Net Zero entro la fine delle Convenzione stessa. Inoltre, è prevista anche la proposta di un bilancio di sostenibilità annuale per rendicontare sullo stato degli impatti Esg e l’impegno a usare Carbon Footprint Calculator come strumento di analisi delle performance ambientali di Polo Strategico Nazionale.
Polo strategico Nazionale: sostenibilità certificata
Il Psn si è dotato di riconoscimenti basati su Standard Internazionali e adottato stili di condotta virtuosi orientati al “green thinking”.
- Iso50001 che certifica i requisiti per creare, avviare, mantenere e migliorare un sistema di gestione dell’energia (Sge). Il nostro obiettivo è di consentire il miglioramento della prestazione energetica e della stessa Sge.
- Iso14001. Si tratta dello standard più comunemente apprezzato a livello internazionale per i sistemi di gestione ambientale. La certificazione comprende le regole aziendali relative ad attività, prodotti e servizi, con specifico riferimento allo smaltimento dei rifiuti industriali.
- Leed (Gold). Sviluppato dalla Us Green Building Council, si fonda su requisiti quali il risparmio energetico e idrico, la riduzione delle emissioni di CO2, il miglioramento della qualità ecologica degli interni, il progetto e la scelta del sito.
Data Center: un passaporto verso l’efficienza
Il cuore di Polo Strategico Nazionale sono i 4 Data Center del Gruppo Tim localizzati tra Lazio e Lombardia, progettati, costruiti e gestiti per garantire una migliore efficienza energetica e un ridotto impatto ambientale.
Queste strutture dispongono di diversi sistemi di alimentazione elettrica e raffreddamento indipendenti, ridondanti e fisicamente isolati che consentono la massima resilienza complessiva del sistema, assicurando la continuità dei servizi IT a fronte di guasti delle singole componenti. Una scelta che ha fatto sì che il Polo ricevesse i riconoscimenti Tier IV e Ansi/Tia 942 Rating 4.
- Il Data Center di Acilia, Carrier Neutral, è stato realizzato su doppio anello a doppia via, con una velocità di connessione a 100 Gbps e una latenza totale minore di 0,9ms. Le sale apparati sono raffreddate da unità ad acqua collegate a due doppi anelli di distribuzione provenienti ciascuno da due centrali frigorifere. La struttura aderisce al Codice di Condotta Europeo sull’ efficientamento energetico (Data Center Code of Conduct).
- La struttura di Pomezia viene alimentato in Media Tensione (20KV) da due linee elettriche separate. Il conseguimento di certificazioni basate su standard Internazionali conferma l’affidabilità del Data Center e dei suoi processi di gestione e stimola l’adozione di stili di condotta virtuosi orientati al green thinking.
- Il Data Center di Rozzano, in Lombardia, è dotato di un impianto Hvac, attraverso una centrale frigorifera costituita da 5 GF in configurazione ridondante n+1. L’aria di raffreddamento viene distribuita agli apparati attraverso pavimento sopraelevato con funzione plenum (altezza circa 1mt) e ripresa da controsoffitto in corridoi alternati per massimizzare l’efficienza favorendo i moti convettivi.
- Santo Stefano Ticino è dotato di impianti di distribuzione elettrica primari, secondari e di continuità e soccorso. Sono progettati con livelli di ridondanza per garantire uptime prossimo al 100%. L’intero importo di energia acquistata proviene da fonti energetiche rinnovabili.
Articolo originariamente pubblicato il 25 Gen 2024