Il segmento dei servizi tecnologici pesa “per il 12% sul fatturato di Poste, escludendo tutto ciò che è finanza e assicurazioni”. Lo ha detto ieri Massimo Sarmi, amministratore delegato di Poste al Corriere della Sera, dopo la pubblicazione del bilancio 2011, che si è chiuso con un profitto netto di 846 milioni di euro, in calo rispetto al 2010. Sempre sul fronte dell’hi-tech, nuove iniziative in arrivo sono “Poste Cloud – dice Sarmi – siamo tecnicamente pronti a lanciare il servizio con il data center di Torino di quarta generazione. A luglio lanceremo un’offerta per le Pmi con un servizio integrato con i nostri sistemi di borsellino elettronico via Poste Mobile e con cyber security. Inoltre con il Crm, si può aprire un conto facendo tutta la modulistica online. Si fissa anche l’appuntamento sul web, necessario per mettere la firma sul contratto. Ma spero di poter rendere “mobile” anche quest’ultimo passaggio grazie ai portalettere con il Pos”.
Dopo la raffica di problemi al sistema informatico, l’ultimo dei quali si è verificato due giorni fa creando file e disservizi agli sportelli di tutto il paese, com’è finita la discussione con Ibm per i tilt degli uffici? “Proprio in seguito a quel caso – risponde Sarmi al Corriere – Ibm ha preparato una nuova release del software che rilascerà a luglio”. Finirete in tribunale? “Le aziende cercano sempre di evitare. Si troverà un accordo”.
Slc-Cgil, allarme occupazione nel servizio recapito, a rischio 12mila nuovi esuberi
Intanto, sul fronte sindacale, la Slc Cgil lancia l’allarme occupazionale, ventilando il rischio di 12mila nuovi esuberi. “Il progetto “Interventi Servizi Postali”, come ci è stato illustrato da Poste Italiane, prevede provvedimenti che, intervenendo su operazioni e recapito, produrrebbero 1.763 esuberi nelle prime regioni di applicazione: Toscana, Piemonte, Marche, Emilia Romagna e Basilicata. A conti fatti il totale delle azioni previste genererebbe un taglio del 20% che, proiettato su scala nazionale, ci fornisce un dato aberrante: circa 12.000 esuberi.” Così annuncia la segreteria nazionale di Slc Cgil in una nota.
“Come Slc Cgil abbiamo respinto con forza la proposta aziendale che riteniamo assolutamente insostenibile, anche perché giunge a distanza di 15 mesi dal già pesante e sofferto accordo di riorganizzazione SP siglato il 27 luglio 2010 che, come è noto, ha prodotto 8.300 esuberi, ben superiori a quanto stabilito – prosegue la nota. Lo stesso accordo, oltre ad essere ancora in vigore, non è stato, a nostro avviso, oggetto di accurata verifica, motivo per cui non riteniamo ipotizzabile alcun ulteriore intervento che non preveda la soluzione dei problemi pregressi.”
“Abbiamo un’idea diversa di sviluppo, un’idea che parla di rilancio, non di riduzione del recapito e che sicuramente non può prevedere percorsi a tappe, perché questi sono funzionali solo ed esclusivamente a produrre risparmi. Non è possibile parlare di “interventi” senza avere visibilità sull’intero progetto, considerato che stiamo parlando dell’attività su cui Poste Italiane fonda la sua esistenza.”
“Così come è gravissimo il fatto che, mentre le grandi imprese italiane sono in attesa di capire cosa accadrà sul piano legislativo, Poste ha deciso di muoversi controcorrente, assumendosi la responsabilità di costruire un percorso che produrrà, nei fatti, 12.000 esuberi.”
“Slc Cgil è pronta a mobilitarsi in ogni modo contro questo progetto che fa presagire uno scenario di macelleria sociale, in assoluta assenza di ammortizzatori sociali – conclude Slc Cgil. Non si può continuare a pensare che a fronte dell’ennesimo bilancio in attivo del Gruppo, Poste Italiane si consolidi sempre e soltanto sulle pelle delle lavoratrici e dei lavoratori.”