CRESCITA 2.0

Radaelli: “Agenda digitale, serve un calendario per i decreti attuativi”

Il presidente di Anitec: “Velocizzare la realizzazione di un decreto che può rappresentare una leva importante per lo sviluppo economico”

Pubblicato il 06 Nov 2012

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“Le aziende Ict ritengono molto positiva la direzione intrapresa dal Governo sull’Agenda digitale, ma al decreto manca un calendario preciso per l’emissione dei decreto attuativi”. Lo ha detto Cristiano Radaelli, presidente Anitec, a margine dell’audizione in X Commissione del Senato di Confindustria Digitale sul decreto Crescita 2.0, ricordando che “l’evoluzione del Paese verso un’economia digitale è la più importante leva per lo sviluppo oggi disponibile. La Banca Mondiale ha infatti stimato in 1,21% l’impatto per i Paesi ad alto reddito di Pil aggiuntivo per ogni 10% di diffusione della banda larga”.

“Nel merito del provvedimento – ha aggiunto Radaelli – vanno definite misure semplificative per la velocizzazione dei processi amministrativi. È necessario infatti realizzare subito le infrastrutture necessarie per l’implementazione di reti di nuova generazione. A livello più generale, prevedere l’utilizzo delle tecnologie di cloud computing, che permettono grandi risparmi nei costi della Pubblica Amministrazione”.

Secondo le stime di Confindustria Digitale la digitalizzazione e lo switch-off possono aumentare la produttività dei servizi pubblici tra lo 0,5 e 1% del Pil annuo. A proposito dell’apporto dato dall’innovazione digitale al miglioramento dei servizi, un aspetto fondamentale riguarda la sanità: “I cittadini devono avere la possibilità di accedere sempre al proprio fascicolo sanitario elettronico, per velocizzare tutte le procedure inerenti l’assistenza medica”. E, per quanto riguarda tutti i servizi pubblici, è necessario prevedere e creare sistemi di compatibilità coi dispositivi portatili, in particolare gli smartphone. Ultimo, ma non meno importante – conclude Radaelli – è un invito a promuovere maggiormente le tecnologie per l’e-commerce, che possono dare grande impulso alle imprese italiane”.

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