Il colosso tedesco del software Sap ha annunciato una ristrutturazione che costerà fra gli 800 e i 950 milioni di euro, ma ha assicurato che l’azienda è solida e l’obiettivo dell’operazione è la business transformation: il gruppo intende triplicare il fatturato dei servizi cloud entro il 2023.
I costi di ristrutturazione peseranno soprattutto sui conti del primo trimestre 2019, mentre i benefici di costo (750-850 milioni di euro) sono attesi a partire dal 2020. Alcuni dipendenti saranno spostati su nuove mansioni mentre ad altri verrà proposto il pensionamento anticipato, ma alla fine del 2019, ha garantito il Cfo Luka Mucic, il numero di dipendenti sarà superiore che a inizio anno. “Non è un programma di tagli, ma una semplificazione e una rimessa in forma“, ha detto Mucic.
L’annuncio è arrivato con la comunicazione dei risultati del 2018 che, benché “eccezionali”, come ha detto il Ceo Bill McDermott, e perfettamente in linea con la guidance fornita dall’azienda, hanno mostrato qualche segno di debolezza nel quarto trimestre.
Nel dettaglio, le revenues annuali ammontano a 24,71 miliardi di euro e l’utile operativo è d 5,71 miliardi. Le nuove commesse cloud sono cresciute del 25% a 1,81 miliardi di euro nell’intero 2018, mentre le entrate dal software sono in calo del 5% a 4,65 miliardi di euro. Tuttavia, le nuove commesse nell’attività cloud nel quarto trimestre sono cresciute del 23% contro la crescita del 37% del terzo trimestre, un rallentamento che Sap intende contrastare per portare a termine il suo riposizionamento strategico e contrastare il declino sulle attività software tradizionali.
Nessun allarme, secondo quanto ha spiegato Mucic al sito Cnbc.com: Sap ristruttura a inizio anno perché “prima lo fai più benefici ottieni entro i dodici mesi sulle prestazioni dell’azienda. Si cambia quando si è forti ed è quello che stiamo facendo. Triplicheremo il nostro cloud business entro il 2023, perciò stiamo decisamente guadagnando quote di mercato e restiamo la società del business software numero uno al mondo”.
“Siamo sorpresi dall’annucio del vasto programma di ristrutturazione”, hanno commentato gli analisti di Credit Suisse, “ma sembra probabile che il grosso dei risparmi sarà reinvestito nel business”.
Lo scorso aprile Sap, all’indomani dell’acquisizione della software house Callidus, aveva sottolineato che stava conquistando terreno a scapito dei rivali Salesforce.com e Oracle sul fronte del cloud e aveva alzato l’outlook sulle vendite e sui profitti 2018. “Stiamo guadagnando quota velocemente e stiamo superando i nostri concorrenti più duri”, ha detto il Ceo McDermott. I ricavi da abbonamento cloud, driver di crescita di Sap, nel 2018 hanno superato per la prima volta il miliardo di euro di valore.
McDermott sta guidando Sap verso un riposizionamento strategico sul segmento del Crm, più innovativo e redditizio rispetto al tradizionale business del back office. Un salto non da poco in un settore già affollato, ma per il top management di Sap il mercato dei Crm offre enormi opportunità di crescita, specialmente se le soluzioni vengono abbinate a piattaforme di intelligenza artificiale e il software viene distributo anche via cloud. La nuova frontiera della digital transformation è proiettare non solo la prima attività ma anche l’intera supply chain verso il cliente, secondo Sap.
A novembre scorso il gruppo tecnologico tedesco ha messo a segno la sua acquisizione più costosa di sempre comprando l’americana Qualtrics International, specialista del software per l’experience management (XM) sborsando 8 miliardi di dollari. L’obiettivo di Sap è rafforzare l’offerta per far fronte a concorrenti come Salesforce.com vendendo software che aiutano a capire meglio esigenze e orientamenti dei clienti, hanno commentato gli analsti: i prodotti di Qualtrics potenziano in particolare l’offerta di Sap nel Crm, “che ha un tasso di crescita del 20% e sta diventando uno dei mercati più grandi nell’ambito software”, ha detto Holger Schmidt, esperto di Bankhaus Metzler. “Si tratta di raccogliere più dati: sui prodotti, sui clienti, sulle supply chain”.