La crescita del Pil non può che concretizzarsi a mio avviso attraverso l’implementazione di una politica industriale rivolta al territorio. Mi riferisco in particolare ai distretti industriali in cui sono presenti gran parte di quelle piccole e medie imprese, vere e proprie eccellenze italiane, che per competere sui mercati necessitano di un’adeguata infrastruttura a banda larga, vero e proprio fattore abilitante di nuove soluzioni quali quelle Cloud-based in grado di efficientare e semplificare numerosi processi.
Un piano di infrastrutturazione e una politica industriale per i distretti potrebbero essere un buon punto di partenza. Per fare ciò è però necessario definire una nuova governance per l’innovazione digitale, oggi decisamente frammentata tra diversi soggetti (Agcom, Agenzia Digitale, Consip) con delle regole chiare che incentivino gli investimenti di sistema (sia nella rete, sia nelle infrastrutture di data center, sia nei sistemi volti ad un migliore utilizzo dell’infrastrutture).
Diventa inoltre fondamentale definire chi abbia una chiara delega politica sull’attuazione dell’Agenda digitale, che senza una puntuale execution è lettera morta. Perché allora sulla base di quanto stabilito dall’Agenda non mettere a disposizione del Governo l’esperienza delle aziende e provare a costituire un consiglio nazionale per l’innovazione che attui almeno parte dei programmi in essa contenuti?