L’Unione Europea a lavoro per vietare la fornitura di servizi cloud alla Russia nall’ambito del nuovo pacchetto di sanzioni contro il Cremlino. Lo riporta Reuters citando le parole di un funzionario dell’Ue che però ha ammesso che la misura sarebbe tecnicamente molto complessa.
Se introdotto, infatti, non è chiaro come funzionerebbe il divieto dato che i principali provider di servizi cloud in Europa sono società Usa, a comimciare da Amazon, Google e Microsoft.
L’Unione Europea la scorsa settimana ha adottato un nuovo pacchetto di sanzioni contro Russia e Bielorussia che includeva un embargo petrolifero, misure restrittive sulle banche russe e il divieto di fornire servizi di consulenza a Mosca. Nella prima versione del comunicato stampa del Consiglio Ue relativo a quel pacchetto di sanzioni si faceva riferimento anche al divieto di fornitura di servizi cloud, successivamente però è stato cancellato. Tanto che la misur sul cloud a non compare nel testo pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale della Ue.
L’addetto stampa del Consiglio Ue, in quell’occasione, aveva fatto sapere che la menzione al ban dei servizi cloud è stata frutto di non errore, rifiutandosi di spiegare se ci fosse stato uno scontro tra gli Stati embri si questo tema. Oggi però il funzionario che ha parlato con Reuters ha ammesso che, pur non avendo ancora mai proposto interventi sui servizi cloud, la Commissione sta lavorando per introdurre il divieto in possibili future tornate di sanzioni nonostante sia tecnicamente difficile.