La rivoluzione digitale. I dati sotto forma di bit sono diventati il petrolio del nostro tempo, presenti ovunque. È l’energia che cambia i modelli di business. E, secondo Software AG, azienda tedesca tra i primi cinque in Europa e il cui core business è l’analisi di larghe quantità di dati, siamo solo all’inizio. La crescente importanza dell’IT non può che portare a un cambiamento radicale del modo in cui le aziende agiscono.
Secondo Karl-Heinz Streibich, ceo dell’azienda, chi non diventa digitale rischia di uscire dal mercato. E la trasformazione è profonda: “Digitale è più che IT, è il paradigma di cose nuove, vuol dire economia in tempo reale, vuol dire sistemi che permettono di fare cose molto più complesse, sfruttando la Internet of things e i big data”. La conseguenza principale è che, secondo Software AG, cambia il modello di organizzazione dei dati e del software in azienda. Niente più silos, è arrivata invece l’epoca in cui i dati devono poggiare tutti su una piattaforma unica che segua una logica di business e permetta di costruire un layer di ottimizzazione e organizzazione trasversale al software dei vari settori dell’azienda. La Digital business platform di Software AG, che è stata presentata durante il Cebit di Hannover attualmente in corso, è basata su un approccio che cambia il modo in cui si programma e si costruiscono i software. “È finita l’era – dice Streibich – del software unico che va bene per tutto. La sfida è riuscire a creare nuovi paradigmi insieme, per consentire tramite il digitale alle imprese tedesche e degli altri paesi di continuare ad essere competitive”.
Le aziende, secondo Software AG, devono imparare a muoversi in maniera “agile” nella creazione e organizzazione dei dati: un paradigma in cui alla stabilità, certezza, predittibilità e sistematicità si sostituiscono il modo “agile”, la flessibilità, incertezza, esplorazione, instabilità e opportunismo nella capacità di fare rapidamente scelte tattiche oltre che strategiche.
“Nessun software – dice il cto dell’azienda, Wolfram Jost – può prevedere cosa succederà nei prossimi due o tre anni. Dobbiamo muoverci in maniera differente. È necessario costruire la business logic dentro un contesto completamente differente e riuscire a trarne il massimo”.
Il problema è la competitività, la possibilità di restare sul mercato, di riuscire a innovare ancora. Al Cebit Software AG ha organizzato uno stand in cui sono mostrate alcune decine di esempi di aziende che, con soluzioni di alto livello, hanno messo in comunicazione gli apparecchi e i dati, creando nuove consapevolezze che permettono di trovare strade differenti per innovare. È quel che suggerisce anche il responsabile del marketing, John Bates, che ha scritto un libro presentato sempre durante il Cebit, “Thingalytics”. “L’idea – dice Bates – è che per riuscire a trasformare i big data in qualcosa di azionabile e che produce ricchezza occorre creare una chimica quasi alchemica tra analitici in tempo reale e algoritmi smart. Un’alchimia però che produce davvero pentole d’oro”.