Investire maggiormente sulle nuove generazioni, facilitando il loro ingresso in azienda e sfruttando la loro esperienza di vita digitale. Ma anche supportare le imprese nell’avvicinamento di business e IT, rompendo il muro di diffidenza che le separa dal cloud, e spingere le Pubbliche amministrazioni verso un utilizzo più efficiente di banche dati e un maggiore interscambio di informazioni. Sono questi gli elementi fondamentali della ricetta di Oracle per la digital trasformation, spiegata a CorCom da Fabio Spoletini, country leader per l’Italia del colosso californiano: “Non parliamo solo di riduzione dei costi ed efficienza operativa, ma di accesso a tecnologie che permettono un lavoro real-time su un patrimonio esteso di dati”.
Marketing, risorse umane, finanza e Industria 4.0 i focus di una strategia che mira a favorire l’ammodernamento dei sistemi IT, facendo leva sulla completezza delle soluzioni offerte, sulla sicurezza delle infrastrutture digitale e l’apertura verso altre tecnologie.
Partiamo dal tema delle competenze digitali. L’Europa ha da poco creato un’Agenda ad hoc: oltre a cogliere gli input di Bruxelles, cosa dovrebbe fare l’Italia?
Dobbiamo investire di più sui giovani. La difficoltà economica frena l’ambizione delle imprese e l’ingresso delle nuove generazioni in azienda. Il tema delle digital skill non è legato solo all’istruzione, ma anche ai comportamenti delle nuove leve. Il re-skill è utile ma non basta, bisogna indirizzare le aziende verso quella fascia di mercato che oggi è più attratta dall’innovazione.
Come Oracle siamo impegnati su due iniziative principali. Con Oracle Academy e Oracle University lavoriamo in tandem con le università, fornendo corsi di training sui nostri prodotti software informatici, mentre tramite collaborazioni con alcuni atenei, tra cui la Luiss di Roma, partecipiamo alla docenza di alcuni master per formare i professioni del futuro. Oggi non bisogna pensare al business e all’Information Technology come due entità separate: il digitale ha rotto questa barriera.
In che modo un maggior allineamento tra queste due componenti favorisce l’innovazione?
Business e IT più vicini aiutano a comprendere meglio la grande quantità di dati generati dal digitale. Se sfruttati bene possono fare la differenza. La digitalizzazione ha rotto il paradigma della separazione, investendo tutte le divisioni aziendali da quelle di finanza fino a quelle che si occupano di marketing. Capire i comportamenti dei nuovi clienti digitali è importante anche per saper mirare meglio gli investimenti. Questa nuova generazione di dati digitali offre maggiore visibilità, flessibilità e agilità ai business. Già esiste sul mercato un’ampia offerta cloud che supporta la gestione di queste informazioni e aiuta a superare i sistemy legacy più obsoleti e datati. La trasformazione digitale di un’azienda richiede maggiore collaborazione fra tutte le aree del business, dalle risorse umane fino al marketing. Bisogna partire da un maggior allineamento tra i responsabili delle diverse divisioni interne, perché il loro approccio si riflette su tutto il resto dell’azienda.
Cosa manca al cloud per fare definitivamente breccia nel mercato italiano?
L’Italia affronta spesso una difficile comprensione iniziale dei nuovi sistemi Ict. Raramente siamo dei pionieri delle innovazioni digitali, ma quando le nostre aziende superano il muro della diffidenza e capiscono i vantaggi delle nuove soluzioni corrono velocemente.
Credo che entro un anno il mercato italiano chiarirà i suoi dubbi sul cloud, spinto dalla necessità di essere competitivi e di agire in un mercato globale. Non parliamo solo di riduzione dei costi ed efficienza operativa, ma di accesso a tecnologie che permettono un lavoro real-time su un patrimonio esteso di dati. Esistono settori che stanno accelerando sull’adozione di soluzioni in cloud, come ad esempio il marketing e le risorse umane.
Come sta cambiando la sensibilità delle aziende rispetto alle sfide della digital transformation?
Il nostro tessuto industriale è sempre più consapevole dei benefici che le nuove tecnologie. Basti pensare a come il cloud abbia favorito la democratizzazione della tecnologia. Parliamo di soluzioni accessibili anche alle aziende più piccole e che permettono di gestire e analizzare i dati in tempo reale e non più avere un dato a sé stante che non si trasforma mai in un’informazione.
Qual è lo scenario all’interno della Pubblica Amministrazione?
La PA sta lavorando con molte attività importanti sul digitale. I problemi non riguardano la tecnologia e le competenze, o meglio non solo questi due aspetti. Un aspetto chiave è quello legislativo, politico e organizzativo. Ci sono tutti i presupposti per creare nel settore pubblico una strategia digitale chiara sull’interscambio delle informazioni tra le amministrazioni e sull’utilizzo efficiente delle banche dati.
Quali sono le priorità della vision di Oracle?
La nostra strategia sul cloud si basa su 4 pilastri. Le nostre soluzioni sono innanzitutto enterprise grade, cioè dedicate alle aziende e in grado di garantire livelli di servizio elevati per sistemi mission-critical. Il secondo tema riguarda la sicurezza, intesa come protezione dei dati e delle infrastrutture aziendali. Un altro elemento chiave è l’apertura verso le altre tecnologie, secondo un’ottica open source che permetta una continua evoluzione. C’è infine il tema della completezza, ossia la possibilità di avere un portafoglio di offerta ampio composto da applicazioni, piattaforme e infrastrutture.
Le acquisizoni che continuiamo a fare (le ultime sono Opower e Textura) si inquadrano in questa strategia di ampliamento e completamento del nostro portafoglio anche in senso verticale.
Su cosa state concentrando i vostri sforzi per consolidare la vostra posizione nel mercato italiano?
Stiamo investendo decisamente sulle soluzioni cloud per il marketing e per la gestione dei processi in ambito HR. Poi il focus è oggi nell’area finanza, che riteniamo uno dei fattori abilitanti per l’ammodernamento di sistemi legacy customizzati e per dare alle imprese la possibilità di focalizzarsi con maggiore decisione sui fattori competitivi. A breve però la partita si giocherà sul mondo Mission Critical.