Circa 6 miliardi di investimenti, focus su 5G, cloud, IoT e intelligenza artificiale nonché su Esg e innovazione, facendo leva su quattro pillar: crescita delle persone, infrastrutture sostenibili, cybersecurity e trasformazione tecnologica. Questi in sintesi i pilastri del piano strategico 2025-2027 di Tim approvato dal cda. Un piano che “punta a posizionare il Gruppo come la migliore e più grande piattaforma digitale e telco in Italia e come il più efficiente operatore di Tlc in Brasile” spiega la telco guidata da Pietro Labriola che grazie alla generazione di cassa punta a ridurre ulteriormente la leva e remunerare gli azionisti, mantenendo al contempo flessibilità finanziaria e una solida struttura del capitale.
La svolta 2024
“Il 2024 è stato un anno di grande trasformazione per il nostro Gruppo, segnato dal completamento della cessione di NetCo e dal rafforzamento della nostra posizione nei mercati di riferimento. Per il terzo anno consecutivo abbiamo centrato tutti gli obiettivi fissati, trasformando l’azienda in un Gruppo più solido e focalizzato”, evidenzia l’Ad Labriola sottolineando che anche a seguito dell’approvazione della vendita di Sparkle al Mef e Retelit “puntiamo a ripristinare la remunerazione per gli azionisti dal 2026 e prevediamo, per il biennio successivo, un payout pari al 70% della cassa generata. Sul fronte degli obiettivi, il piano prevede una crescita media annua del 3% dei ricavi e tra il 6 e il 7% per i margini, sostenuta dal miglioramento delle attività domestiche e dall’espansione in Brasile. Siamo pronti a consolidare la nostra leadership, investendo 6 miliardi in tecnologia e innovazione per continuare a creare valore per tutti i nostri stakeholder”.
I target finanziari 2025-2027
Al netto dell’operazione Sparkle e degli effetti del rimborso del canone concessorio 1998 la telco stima ricavi di gruppo in crescita di circa il 3% medio annuo nell’arco del piano (Cagr 2024-2027) da 13,7 miliardi di euro pro-forma nel 2024. Per Tim Domestic ricavi in crescita tra 2 e 3% medio annuo nel triennio da 9,4 miliardi di euro pro-forma nel 2024. Per il 2025 i ricavi di Gruppo sono attesi in crescita tra 2 e 3% e tra 1 e 2% per Tim Domestic.
Riguardo all’ebitda after lease di Gruppo si stima un balzo tra il 6% e il 7% medio annuo da 3,6 miliardi di euro pro-forma del 2024. Per Tim Domestic in crescita tra 5 e 6% nel triennio da 1,9 miliardi di euro pro-forma del 2024. Per il 2025 è previsto un ebitda organico after Lease di Gruppo in crescita di circa il 7% e tra 5 e 6% per Tim Domestic.
Il capex di gruppo è stimato al 14% circa dei ricavi nel 2025 e in riduzione a circa il 13% nel 2027. Per Tim Domestic tra il 12 e 13% nel 2025 e in riduzione a circa l’11% nel 2027.
L’equity free cash flow after lease ammonterà a circa 500 milioni quest’anno, per poi salire a 900 milioni nel 2026 e a 1,1 miliardi nel 2027, per un totale di circa 2,5 miliardi cumulati in arco del piano.
L’indebitamento
Prevista una riduzione organica dell’indebitamento di Gruppo, con un rapporto debito netto after lease/ebitda after lease inferiore a 1,9x nel 2025. E per il biennio 2026-2027 ulteriore calo dell’indebitamento con una leva potenziale pari a 1,1x. “Tim potrà cogliere tutte le possibilità garantite dall’evoluzione della propria posizione finanziaria, confermando l’impegno a mantenere, alla fine del 2027, una leva inferiore a 1,7x, che rappresenta un livello ‘best in class’ fra i peers europei”.
La remunerazione degli azionisti
Per gli esercizi 2026 e 2027 Tim punta a remunerare i propri azionisti con un importo pari a circa il 70% dell’equity free cash flow after lease generato, al netto dei dividendi per le minoranze di Tim Brasil, per una remunerazione di circa 500 milioni nel 2027 e circa 600 milioni nel 2028. La società punta, inoltre, a riconoscere ai propri azionisti, nel corso del 2026, un’ulteriore remunerazione legata alla vendita di Sparkle e pari a circa il 50% dell’incasso (circa 350 milioni).
Le linee strategiche
Tim Consumer
Per Tim Consumer si punta alla stabilizzazione dei ricavi del core business, con un miglioramento del trend di riduzione delle linee e una crescita dell’Arpu e con una maggior convergenza dei clienti fra fisso e mobile. In parallelo l’azienda accelera sul modello ‘Customer Platform’, attraverso l’espansione dei servizi attuali, il lancio delle utilities per le piccole e medie imprese nel 2025, da cui sono attesi 200 milioni di ricavi cumulati entro il 2027, e di altri settori ad alto valore aggiunto nel 2026, con una conseguente crescita dei ricavi ‘Beyond Connectivity’, che supereranno il 10% in arco di piano. “Gli investimenti sulla rete mobile permetteranno un’accelerazione nello sviluppo del 5G, che fa leva sul più ampio spettro di frequenze e sulla più vasta rete di trasporto dati del Paese, e continuerà la migrazione dei clienti verso l’Ftth”.
Tim Enterprise
Si punta all’accelerazione dei ricavi da servizi guidata da un’ulteriore espansione nel mercato Ict, con un’evoluzione dell’offerta verso servizi a maggior valore aggiunto, amplificata da un posizionamento sui settori chiave per la crescita (cloud, IoT, cybersecurity). Il mix di ricavi prevede un contributo stabile in valore assoluto dal business della connettività e una crescita dei ricavi Ict, che supereranno il 70% dei ricavi complessivi. Atteso in crescita a oltre 5 miliardi il valore dei contratti nel 2027. Sul fronte del cloud, Tim Enterprise continuerà a investire sulla propria rete di data center, con una nuova struttura che si aggiungerà alle 16 già esistenti e sarà operativa entro la fine del 2026, e con il potenziamento di altri due per un totale di circa 200 milioni di investimenti in arco di piano, che consentiranno di aumentare di oltre il 25% la capacità installata.
La riduzione dei costi
A livello domestico, il piano prevede inoltre un’estensione del progetto di trasformazione dei costi, con target cumulato di ulteriore riduzione costi e investimenti totali pari a oltre 700 milioni di euro al 2027, legato alla semplificazione e al ridimensionamento delle strutture di costo. Sarà posta una particolare attenzione all’efficienza nel settore Consumer e all’internalizzazione di risorse e competenze nell’area Enterprise, con l’obiettivo di mitigare l’andamento dei costi legato al cambiamento del mix di ricavi.