IL PIANO

Tim, via alla new Enterprise. Schiavo: “Vogliamo consolidare la leadership”

In vista della societarizzazione riorganizzata la business unit dedicata ai grandi clienti e alla pubblica amministrazione. Si punta a valorizzare pienamente tutti gli asset relativi a connettività, cloud, IoT e cybersecurity. “Offerta end-to-end unica e distintiva”

Pubblicato il 01 Mar 2023

schiavo noovle

Valorizzare pienamente tutti gli asset relativi a connettività, cloud, IoT e cybersecurity: questo l’obiettivo della nuova organizzazione di Tim Enterprise la business unit guidata da Elio Schiavo – Chief Enterprise & Innovative Solutions Officer del Gruppo – dedicata alla pubblica amministrazione e ai grandi clienti. Riorganizzazione in linea con il processo di societarizzazione annunciato a luglio scorso che prevede la creazione di NetCo e ServCo (a cui fa capo Tim Enterprise).

Tim Enterprise include tutte le attività commerciali nel mercato Enterprise, le digital companies Noovle, Olivetti e Telsy. E comprende gli asset relativi ai data center.

La più grande piattaforma Ict d’Italia

Siamo la piattaforma Ict più grande d’Italia e vogliamo consolidare la nostra leadership in tutti i comparti di mercato in cui operiamo – commenta Elio Schiavo-. Tenere tutte le nostre persone intorno ad un unico progetto ci permetterà di cogliere enormi opportunità e diventare protagonisti del processo di digitalizzazione del sistema Paese”.

La nuova Tim Enterprise

Il nuovo assetto di Tim Enterprise fa leva su un modello operativo più agile e integrato che massimizza i benefici derivanti dall’organizzazione. Attese importanti sinergie, “indispensabili per rendere la business unit ancora più veloce ed efficiente nella progettazione e vendita dei servizi Ict e professionali”, spiega Tim in una nota in cui si ricorda che Tim Enterprise vanta una squadra di oltre 5.000 persone, la più capillare rete di vendita sul territorio nazionale e 16 data center costruiti secondo i più alti standard di sicurezza, efficienza e sostenibilità. “Accompagnerà la trasformazione digitale del sistema imprenditoriale italiano e della pubblica amministrazione, attraverso un’offerta end-to-end unica e distintiva”.

Attesa una crescita annuale dei ricavi del 6% all’anno

Nel corso del 2022 Tim Enterprise ha registrato una crescita superiore a quella del mercato. L’incremento dei ricavi totali e da servizi è stato dell’8% e dell’11% rispetto all’anno precedente. A trainare la performance sono stati i servizi cloud, security e IoT. Il piano industriale 2023-2025 di Gruppo prevede per Tim Enterprise una crescita al rialzo con un Cagr del 6% in orizzonte di piano.

La nota dei sindacati

“Tim crea con oggi una potenziale società dove destinare tutte le attività che hanno un futuro perché più direttamente legate ai processi innovativi. Una realtà che sarà in grado di offrire un servizio “end to end” alle grandi imprese ed alla pubblica amministrazione sui grandi progetti legati alla realizzazione del Pnrr. Un futuro soggetto che non faticherà certo a trovare partner economici“, commenta la Slc Cgil puntualizzando però che “tutto questo mentre la vicenda della rete unica si avvita ogni giorno che passa sempre più su se stessa e, anche alla luce delle attuali determinazioni, siamo sempre più preoccupati sul destino della parte rimanente dell’azienda, a partire dalla cosiddetta “Consumer” che a questo punto rischia sempre di più di essere un contenitore con molte migliaia di lavoratori ed un mercato di riferimento fortemente competitivo e poco redditizio”.

“Le organizzazioni si disegnano facilmente sulla carta, poi però devono concretizzarsi in azioni reali, basti immaginare le centinaia di lavoratrici e lavoratori che si accingono a cambiare il proprio responsabile, decine di applicativi e dipartimentali che dovranno dialogare tra di loro e su cui abbiamo più volte segnalato enormi criticità – evidenzia la Uilcom – Pensiamo alla gestione dei data center, del cloud, dell’Iot per arrivare alle vendite, al marketing, a tutti i settori coinvolti dalla manovra ma anche alle inevitabili ripercussioni di quelli esclusi dalla stessa. Per la parte Ict ancora abbiamo le profonde ferite dei mirabolanti tentativi, mai riusciti, di razionalizzare gli oltre 1.000 applicativi in uso, molti dei quali ridondanti, e di farli parlare tra loro. Top manager entrati e usciti dall’azienda come meteore senza risolvere quello che, per un soggetto leader nel settore nazionale delle Tlc, dovrebbe essere prioritario”.

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