SOLUZIONI

VMWare apre la strada alla virtualizzazione nel Public Cloud

Al VMWorld 2016 di scena a Barcellona debuttano le nuove release che renderanno la “nuvola” interoperabile. A prescindere dalla natura pubblica o privata della piattaforma e dal fornitore di servizio. Gelsinger: “Il cloud espande gli investimenti in IT”

Pubblicato il 19 Ott 2016

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E se il Cloud – anzi l’insieme dei Cloud e dei carichi di lavoro in essi contenuti – si potesse gestire con la stessa semplicità con cui si spostano le cartelle di file dal desktop a una periferica di archiviazione esterna? In gergo si dice “drag & drop”, ed è quel gesto intuitivo con cui si trascina un elemento da un contenitore all’altro. Partendo dalla considerazione che ormai le grandi imprese utilizzano più fornitori di servizi di Public Cloud per potenziare le strutture on premise e che trasparenza, agilità e sicurezza sono requisiti imprescindibili per impedire falle o rallentamenti nell’elaborazione dei dati, VMWare intende fare lo stesso con la Nuvola. L’infrastruttura deve generare valore per il business a prescindere dall’applicazione in uso, dal device adottato e dalla piattaforma – anche se si tratta di Cloud diversi – su cui stazionano i workload, e la scelta della loro destinazione deve essere intuitiva per qualsiasi tipo di utente.

È in quest’ottica che sono state presentate, al VMWorld Europe 2016, di scena a Barcellona ieri e oggi, le novità dello specialista della virtualizzazione. Che davanti a una platea di 10mila persone tra partner, clienti (con gli use case di Daimler, Deutsche Bahn, General Electric, Leonardo-Finmeccanica, Banca popolare di Sondrio, Adidas, OVH e altri ancora) analisti e giornalisti in rappresentanza di 96 Paesi, ha confermato la propria vocazione di fornitore di soluzioni trasversali per tutti i vendor che stanno facendo i conti col tema dell’Hybrid Cloud. Da IBM a Microsoft fino a Google, senza dimenticare AWS (Amazon Web Services), con cui VMWare ha appena siglato l’alleanza strategica che ha rappresentato il fulcro di molti degli altri annunci. Mike Clayville, Vice President Worldwide Commercial Sales di AWS, presente all’evento, ha spiegato che l’operazione dovrebbe tradursi, a livello internazionale, in un successo in diversi settori strategici, dal Government al Finance passando per l’Oil & gas.

“La differenza tra le aziende che oggi sono leader nel proprio settore di riferimento e quelle che invece arrancano sta nella capacità di riscrivere le regole del mercato facendo leva sull’agilità conferita dal Cloud”, ha detto il CEO di VMWare Pat Gelsinger aprendo la sessione plenaria. Fino a ora si è trattato di una corsa all’ottimizzazione, adesso la sfida riguarda la capacità di fondere insieme business tradizionali e mondo digitale”. Gelsinger ha poi fatto un excursus sul modo in cui sta evolvendo il rapporto di forza tra IT tradizionale e Cloud a livello mondiale. “Nel 2006, quando nacque AWS e in Google si cominciava a parlare di Cloud computing, la nuvola rappresentava solo il 2% delle attività informatiche. Nel 2011 il Public Cloud pesava per il 7%, mentre il Private costituiva il 6%. Oggi, nel 2016, il Public Cloud gestisce il 15% dei workload, i Private Cloud il 12% e il restante 73% è in mano all’IT tradizionale. Il breakeven ci sarà nel 2021, quando il Cloud, nel complesso, peserà per il 50% (col Public al 30%, diviso tra il 14% dei SaaS e il 16% delle IaaS, ndr): un mercato da 99 miliardi di dollari. Nel 2030”, ha concluso Gelsinger, “avremo un IT per il 52% gestito via Public Cloud e per il 29% via Private Cloud, anche grazie all’esplosione delle connessioni M2M e dell’Internet of Things. La Nuvola non fa che espandere gli investimenti in Information Technology, portandoli anche al di fuori dei tradizionali alvei aziendali che si occupano di innovazione. Nel Marketing le risorse aumenteranno dell’11%, nel Finance del 10%, nel Sales & CRM del 12% e nel Supply chain dell’11%”.

Come accennato, il VMWorld 2016, che aveva per parola d’ordine “Be_tomorrow”, è stata la rampa di lancio delle nuove release di vSphere, VMware Virtual SAN e VMware vRealize Automation. Le versioni presentate puntano a migliorare cosiddetta Cross-Cloud Architecture con cui VMWare aiutai clienti a eseguire, gestire, collegare e proteggere le applicazioni attraverso i Cloud e i dispositivi in ambienti operativi comuni. Il portfolio è reso disponibile tramite VMware Cloud Foundation che fornisce l’infrastruttura iper-convergente di nuova generazione per la costruzione di Cloud ibridi, integrando vSphere e Virtual SAN con la piattaforma di virtualizzazione di rete di VMware NSX, in un’unica piattaforma SDDC (Software-defined Data Center) da implementare con le capacità di automazione built-in di VMware SDDC Manager.

Entrando più nel dettaglio, una nota diramata dall’azienda spiega che vSphere 6.5 offrirà un’esperienza cliente semplificata senza rinunciare alla sicurezza e adottando il supporto per nuovi tipi di applicazioni, compresi i container. Con queste nuove funzionalità, VMware vSphere 6.5 offre ai clienti una piattaforma applicativa universale che supporta soluzioni tradizionali e di ultima generazione, come la grafica 3D, i Big Data, i container, il machine learning, le app Cloud-native e il SaaS. per eseguire qualsiasi software ovunque. Virtual SAN 6.5 punta invece a migliore il Total cost of ownership con il risparmio di un ulteriore 50% rispetto alla generazione precedente, includendo il supporto per container e carichi di lavoro fisici, quello per il protocollo iSCSI (Internet Small Computer Systems Interface) e quello per hardware all-flash dedicato a Virtual SAN standard Edition eliminando costi per hardware di networking da configurazioni ROBO (Remote Office/Branch Office) a due nodi. VMware vRealize Automation 7.2 introdurrà supporto out-of-the-box immediato per Microsoft Azure, nonché nuove funzionalità di gestione dei container. Con questa nuova release, la capacità di IT e DevOps di utilizzare i modelli di servizio unificata per semplificare la distribuzione di applicazioni multi-tier integrato con la rete e la sicurezza delle applicazioni-centric verrà esteso a Microsoft Azure, così come i Cloud attualmente supportati tra cui Amazon Web Services (AWS), VMware vCloud Air e vCloud Air Network.

VMware ha presentato infine un ampliamento delle proprie soluzioni end user con VMware Workspace ONE Essentials, dedicata al digital workspace standalone per un accesso unificato ai dati e alle applicazioni aziendali. Con questa novità, le soluzioni del portafoglio Workspace ONE consentiranno alle aziende di standardizzare i propri digital workspace che possono essere estesi a tutte le tipologie di utente finale e di caso d’uso per un deployment aziendale esteso. Rimanendo nello stesso ambito, VMware e Microsoft stanno collaborando per migliorare l’esperienza degli utenti di Skype for Business sui desktop virtuali e sulle applicazioni di Horizon. La soluzione crea un canale virtuale diretto endpoint peer-to-peer e alleggerisce il media processing agli endpoint, con un conseguente miglioramento dell’esperienza dell’utente finale e riduzione della pressione sulle infrastrutture del data center. L’uso di Skype for Business in un desktop virtuale offre una collaborazione sicura per mantenere i dati aziendali nel data center protetti e prevenire la perdita di dati, oltre a una gestione semplice, con maggiore visibilità, il management delle policy e il controllo attraverso un deployment centralizzato e aggiornamenti applicativi. Infine, offre un’esperienza coerente all’utente finale rispetto a qualsiasi dispositivo o piattaforma con un costo minore per l’infrastruttura IT.

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