“Il testo varato dal Consiglio dei Ministri recepisce molte delle proposte ed osservazioni avanzate dalla Federazione per la valorizzazione della tecnologia e lo snellimento delle procedure ma restano critiche le previsioni in materia di revisione prezzi e di affidamenti sottosoglia”. Lo afferma Anie, la Federazione nazionale imprese elettrotecniche ed elettroniche, in merito al nuovo Codice dei contratti pubblici. Anie, si legge in una nota, ha più volte sottolineato che “la disciplina della revisione prezzi delineata dal nuovo schema normativo non risponde adeguatamente alle esigenze operative dei diversi settori”.
Nonostante le modifiche introdotte, fa notare Anie, “il meccanismo individuato resta eccessivamente ancorato alle rilevazioni Istat che, per quanto autorevoli, non garantiscono la completa mappatura del mercato, specialmente con riguardo agli appalti caratterizzati da notevole contenuto tecnologico affidati principalmente nell’ambito dei settori special”. “Se aumentano i prezzi per realizzare un edificio o un’infrastruttura – dichiara il presidente Girardi – aumentano di conseguenza anche i costi delle tecnologie da installare. Vale tanto per le materie prime necessarie al cantiere, quanto per l’oscillazione di prezzo delle materie prime dei prodotti tecnologici. L’intervallo di tempo tra l’entrata in vigore del Codice e la sua efficacia dovrà essere sfruttato per rendere il meccanismo di revisione funzionale ed operativo in tutti i settori e nei confronti dei contratti di qualsiasi natura”.
“Necessaria la qualificazione delle stazioni appaltanti”
In tema di affidamenti sottosoglia, nonostante la richiesta della Federazione di garantire maggior trasparenza, “il Consiglio dei Ministri conferma l’impostazione discendente dalle deroghe introdotte dai decreti Semplificazioni, consentendo peraltro la possibilità di ricorrere alternativamente al criterio del prezzo più basso o a quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa senza necessità di alcuna motivazione”. Secondo Anie, “sarà dunque oltremodo necessario dar corso al processo di qualificazione delle stazioni appaltanti. “È condivisibile la necessità di ridurre i tempi delle gare – continua Girardi –, tuttavia l’apertura indiscriminata ad affidamenti, di fatto, senza gara determina forti rischi non solo sotto il profilo della trasparenza ma anche della qualità delle scelte operate dalle Stazioni appaltanti”.
Forte spinta alla digitalizzazione
Anie “apprezza infine la forte spinta alla digitalizzazione operativa dal 1° gennaio 2024, anche se non possono dimenticarsi i molteplici tentativi cui si è già assistito in passato”. “La digitalizzazione di tutte le fasi delle procedure, se effettivamente portata a regime, può garantire sicuri risparmi di tempo e maggior fluidità. Le imprese di Anie sono pronte a collaborare con la committenza per il raggiungimento di questo ambizioso obiettivo”, conclude Girardi.