L’EMENDAMENTO

Codice appalti, caos sulla piattaforma Mepa. Uncem: “Stop agli obblighi sotto i 5mila euro”

“Funzionamento intermittente della piattaforma e troppe lungaggini a danno degli uffici comunali”. Chiesta la proroga di un anno all’applicazione delle nuove norme e l’esenzione dall’utilizzo degli strumenti telematici per gli affidamenti diretti di basso importo

Pubblicato il 23 Gen 2024

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Le disposizioni sulla digitalizzazione contenute nel codice dei contratti pubblici scatenano le proteste dei Comuni che chiedono il ripristino degli “smart Cig“, l’eliminazione dell’obbligo di Cig per gli acquisti sotto i 5.000 euro e “la semplificazione dell’intero sistema di richiesta Cig che oggi vede sulle piattaforme certificate”, come il Mercato elettronico della Pa (Mepa) “un generale caos e troppe lungaggini ai danni degli uffici comunali”. È quanto si legge in una nota di Uncem, che rivela che molti Comuni stanno inviando una serie di lettere ai ministri dell’Interno Matteo Piantedosi, dei Trasporti Matteo Salvini e per la PA Paolo Zangrillo.

A questo proposito Uncem Emilia-Romagna ha depositato negli uffici della Camera dei Deputati una proposta di emendamento al nuovo Codice degli appalti per prorogare di un anno l’applicazione delle nuove norme e continuare ad esentare dall’utilizzo delle piattaforme telematiche gli affidamenti diretti di valore inferiore a 5.000 euro.

Nuovo Codice appalti, caos sulla piattaforma telematica

“Pur condividendo lo spirito di semplificazione del nuovo Codice non possiamo non evidenziare che la sua concreta applicazione si è scontrata con la realtà operativa di Enti che per piccoli lavori o servizi spesso urgenti si sono sempre avvalsi dello smart Cig. La sola proroga – commenta il Presidente Uncem Emilia Romagna, Giovanni Battista Pasini – non risolverà il problema che è duplice: da una parte i piccoli fornitori degli enti minori, che per scarsa convenienza non si iscriveranno alle piattaforme e, dall’altra, gli stessi Comuni che non si potranno più avvalere di forniture locali allungando i tempi e complicando le procedure per i piccoli acquisti che dovranno essere fatti altrove. Tutto ciò con effetti negativi sull’economia locale e in netta contraddizione con la politica del rilancio dei territori”.

Nella proposta di emendamento relativa al comma 2 dell’art.225 del D.lgs. 36/2023, si legge che “la piattaforma Pcp  messa a disposizione nella fase transitoria per la richiesta anche dei Cig al di sotto dei 5000 euro appare tutt’altro che un modello di semplificazione senza contare che la stessa è molte volte non funzionante a causa dell’intenso traffico di richieste e per mandare avanti i Comuni occorre fare le richieste agli orari più stravaganti”. Inoltre, “esiste al momento anche la problematica Spid e Cie i quali sono necessari per l’accesso ma ci si chiede se l’uso di identità personali e dei relativi apparati a supportosu cui ricevere gli otp o con cui inquadrare i Qr code sia legittimo o quanto meno opportuno” e “troppe volte si è riscontrato che l’operatività richiesta agli enti non coincide con l’operatività delle piattaforme digitali in ritardo sulla normativa in vigore per la presenza di vecchi riferimenti”,

Uncem chiede un provvedimento legislativo

Il primo gennaio 2023 ha acquisito efficacia la disciplina sulla digitalizzazione dei contratti pubblici che impone alle stazioni appaltanti e agli enti concedenti di procedere allo svolgimento delle procedure di affidamento e di esecuzione dei contratti pubblici utilizzando piattaforme di approvvigionamento digitale certificate. Per favorire le Amministrazioni nell’adeguarsi ai nuovi sistemi che prevedono l’utilizzo delle piattaforme elettroniche, Anac, in accordo col Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, ha comunicato la proroga delle vecchie procedure al 30 settembre, ovvero gli affidamenti diretti di importo inferiore a 5.000 euro potranno essere gestiti tramite l’interfaccia web per gli appalti e i contratti pubblici messo a disposizione dalla piattaforma Anac. Ma questo, secondo Uncem, non ha risolto il caos generato nei primi giorni dell’anno e il funzionamento intermittente della piattaforma: serve un provvedimento legislativo.

“L’emendamento deve avere la massima convergenza di tutti i gruppi politici in Parlamento – commenta Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem – È una iniziativa, per la quale ringrazio Uncem Emilia Romagna che ha costruito la proposta, che corregge una stortura di fondo, agevolando i piccoli Comuni e le imprese, consentendo una vera semplificazione”.

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