CONSIGLIO DEI MINISTRI

Codice appalti, sale a 2 milioni la soglia per la progettazione in modalità digitale



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Le nuove regole obbligatorie dal 10 gennaio 2025. Riviste le modalità di utilizzo degli strumenti di Building Information Modeling e razionalizzati tutti i requisiti tecnici. Via anche al Codice degli incentivi per le imprese: potenziamento del registro nazionale degli aiuti di Stato e della piattaforma telematica governativa. Intanto l’Agenzia del Demanio sperimenta l’adozione dell’intelligenza artificiale per la gestione dei valori e i canoni di locazione degli immobili pubblici

Pubblicato il 22 ott 2024



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Nuove regole per il Codice dei contratti pubblici, con una razionalizzazione dei requisiti tecnici per la redazione in modalità elettronica dei documenti di programmazione.

Il Consiglio dei ministri, su proposta della presidente Giorgia Meloni e del ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, ha infatti approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo che introduce disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36.

Il testo mira a risolvere alcune criticità emerse in sede applicativa, “tenuto conto delle principali esigenze rappresentate dagli stakeholder di settore e delle richieste, presentate in sede europea, di modifica e integrazione di alcuni istituti giuridici introdotti”, recita una nota di Palazzo Chigi. “Le nuove norme rilevano anche ai fini del perseguimento di alcune milestone Pnrr che rientrano nel punto 1.10 – Riforma del quadro legislativo in materia di appalti pubblici e concessioni”.

Raddoppia la soglia per la progettazione in modalità digitale

In particolare, rispetto al tema della digitalizzazione, sono state apportate modifiche volte a favorire, accelerare e semplificare l’alimentazione del fascicolo virtuale dell’operatore economico. Il decreto punta a chiarire le regole sulla certificazione delle piattaforme (pubbliche o private) che consentono alle stazioni appaltanti di collegarsi alla Banca dati nazionale di Anac, prevedendo la suddivisione di compiti tra il Responsabile unico di progetto e il personale delle stazioni appaltanti ai fini del caricamento dei dati sulla Banca dati nazionale dei contratti pubblici. Allo stesso tempo, si punta ad accelerare e semplificare il funzionamento del casellario informatico rivedendo le regole sull’utilizzo di metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni (Bim – Building Information Modeling), incrementando a decorrere dal 10 gennaio 2025 la soglia relativa all’obbligatorietà del ricorso a queste soluzioni da 1 a 2 milioni di euro e razionalizzando tutti i requisiti tecnici per la redazione in modalità digitale dei documenti di programmazione, progettazione ed esecuzione dell’opera.

Via al Codice degli incentivi per le imprese

Novità anche sul fronte del sistema delle agevolazioni alle imprese: il Cdm, su proposta del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha infatti approvato lo schema di decreto legislativo sul ‘Codice degli Incentivi’, in attuazione della Legge n. 160 del 27 ottobre 2023.

La riforma riordina l’offerta degli incentivi statali, “rafforzando il coordinamento tra amministrazioni centrali ed enti locali e a risolvere la complessità e l’inadeguatezza delle attuali procedure e della relativa strumentazione tecnica”, si legge in una nota. 

Con l’adozione, per la prima volta nell’ordinamento, di un ‘Codice degli incentivi’, viene avviato un progetto che supera la frammentazione registrata in materia per realizzare un sistema di regole compiuto e organico, che anche la Commissione europea ha sostenuto, inserendo la riforma nell’ambito della revisione del Pnrr e del recepimento del capitolo dedicato a Repower Eu, individuandola come una possibile best practice a livello europeo.

“È la prima volta che l’ordinamento italiano si dota di un testo in grado armonizzare al suo interno tutte le principali norme che governano i procedimenti di incentivazione: è una riforma storica per il sistema Italia con la partecipazione di tutti gli attori, uniti nel facilitare l’attività delle imprese”, dichiara Adolfo Urso. “Abbiamo lavorato in sinergia e in concertazione con la Commissione Sviluppo Economico della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome per bloccare la frammentazione degli attuali strumenti agevolativi, razionalizzando l’offerta. Le sfide globali di oggi”, continua il ministro, “hanno bisogno di risposte mirate e coerenti con un sistema di sostegni che deve sempre più rappresentare un corpus organico di regole”.

Il primo tratto qualificante della proposta è rappresentato dalla centralità degli strumenti digitali, a partire dal ‘Registro nazionale degli aiuti di Stato’ e dalla piattaforma telematica Incentivi.gov.it – entrambe in capo al Mimit – che verranno potenziate. Verrà sviluppato infatti progressivamente un insieme di nuovi servizi a supporto delle diverse attività del ciclo di vita delle agevolazioni che andranno a formare il ‘Sistema incentivi Italia’.



Il secondo pillar del nuovo Codice affronta la standardizzazione e razionalizzazione dei processi di utilizzo, di richiesta e di applicazione degli incentivi: vengono introdotte disposizioni per uniformare i principali contenuti dei bandi adottati dalle amministrazioni competenti, con la previsione anche di un “bando-tipo” in materia di incentivi alle imprese.

Sono poi previsti strumenti di programmazione dell’intervento pubblico in funzione dei risultati. La realizzazione del Programma Triennale degli Incentivi sarà supportata dallo svolgimento di attività valutative che il codice prevede nel corso dell’intero del ciclo di vita dell’agevolazione. A tal fine sarà istituito presso il Mimit il ‘Tavolo permanente degli incentivi‘, una sede stabile di confronto tra Amministrazioni responsabili dello Stato, delle Regioni e delle Province autonome.

Viene infine introdotta una disciplina che regola le cause di esclusione all’accesso alle agevolazioni, come per esempio la sussistenza di una causa interdittiva in materia di documentazione antimafia, violazioni delle norme in materia di contributi previdenziali e mancata assicurazione per danni da calamità naturale.

L’Agenzia del Demanio testa l’AI

L’Agenzia del Demanio apre il confronto su digitalizzazione e innovazione tecnologica per la gestione del patrimonio immobiliare dello Stato. Con l’introduzione di nuove tecnologie digitali, l’Agenzia del Demanio si sta sviluppando come data driven company pubblica per creare valore economico, sociale, ambientale attraverso il patrimonio dello Stato gestito, che conta circa 44 mila beni immobili che valgono circa 63 miliardi di euro.

L’Agenzia sperimenta l’applicazione dell’intelligenza artificiale in diversi campi, tra cui un sistema di analisi e previsione, applicato ai valori immobiliari e ai canoni di locazione offrendo un supporto avanzato per le decisioni operative, e un sistema di analisi predittiva, applicato all’efficientamento energetico, agli interventi manutentivi e di riqualificazione e alla pianificazione dei progetti gestiti dall’Agenzia stessa.

“L’uso delle nuove tecnologie permette di aumentare la conoscenza dell’immobile e di gestirlo in modo innovativo. La raccolta di dati del territorio e del contesto, la creazione di gemelli digitali degli edifici e delle città e di scenari complessi consente di prendere decisioni più consapevoli, più mirate agli obiettivi, più condivise con i territori, di migliorare sostenibilità e resilienza del patrimonio dello Stato in considerazione della crisi climatica e degli eventi estremi – ha sottolineato il Direttore dell’Agenzia del Demanio Alessandra dal Verme – La riqualificazione degli immobili e il loro riuso, attiva processi di rigenerazione, coniuga la memoria e l’identità storica con le opportunità che la tecnologica offre, sviluppa nuovo valore economico, sociale e culturale. La tecnologia è un’opportunità e uno strumento per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, resilienza, benessere, modernità. L’etica del servizio accompagna la missione dell’Agenzia di gestire il patrimonio immobiliare: al centro c’è l’utente, il cittadino, le relazioni, i fabbisogni di chi vive l’immobile”.

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