BORSA

Coinbase verso lo sbarco a Wall Street: niente Ipo, sarà quotazione diretta

Il debutto alle contrattazioni sul Nasdaq per la piattaforma di scambio di criptomonete è previsto per mercoledì 14 aprile. Ma gli analisti non concordano sul valore del titolo: le stime sulla capitalizzazione variano tra i 19 e i 230 miliardi di dollari

Pubblicato il 12 Apr 2021

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Mercoledì 14 aprile sarà il giorno in cui Coinbase sbarcherà a Wall Street con il suo debutto sul Nasdaq. La piattaforma per lo scambio di criptomonete, che raccoglie quelle che hanno cosro legale in 32 Paesi su scala internazionale, potrebbe aprire la strada per la borsa anche ad altri giganti del settore, come Kraken, startup che oggi è la quarta piattaforma di scambio di criptovalute su scala mondiale, con i suoi oltre 6 milioni di clienti.

A poche ore dalla quotazione, però, gli analisti non sono concordi sui numeri: meno di un mese fa Cnbc prevedeva una capitalizzazione di 68 miliardi di dollari per Coinbase, eseguendo il calcolo in base al prezzo medio delle azioni ponderato per i volumi scambiati (VWAP) che è stato riportato nel prospetto S-1, ma da allora le cifre hanno iniziato a oscillare, e le punte della forbice ad allargarsi. Secondo New Constructs, società di ricerca sugli investimenti, la valutazione della piattaforma dovrebbe essere di 18,9 miliardi di dollari, ma Delphi Digital, gruppo di ricerca sugli asset digitali, calcola una capitalizzazione molto più alta, tra 160 e 230 miliardi. Tra loro si piazza la società di brokeraggio DA Davidson, che prevede una capitalizzazione di 90 miliardi.

Secondo l’analisi di Coindesk la possibilità che Coinbase riesca a mantenere una valutazione elevata dipenderà essenzialmente dalla sua capacità di attrarre milioni di nuovi utenti, che nel quarto trimestre 2020 hanno toccato quota 43 milioni, per arrivare a 56 milioni a fine marzo 2021.

Sulla quotazione potrebbero influire anche le ultime vicende che hanno riguardato i bitcoin, con il prezzo della principale criptovaluta che è arrivato a toccare il valore di oltre 60mila dollari, con la vetta di 61.222,22 dollari toccata sabato, a +116% rispetto al valore minimo registrato a gennaio, il 4, quando valeva 27.734 dollari.

La strada scelta per portare in borsa Coinbase non è però l’Ipo, ma la quotazione diretta. Il cosiddetto “direct listing”, che prevede la quotazione delle azioni senza aver individuato in anticipo i sottoscrittori. Si tratta della stessa scelta fatta a suo tempo da Spotify, Roblox, Slack e Palantir, ma nel listino del New York Stock Exchange. Il primato di Coinbase sarà dunque quello di essere la prima quotazione diretta sul Nasdaq. Con la quotazione diretta, Coinbase potrebbe arrivare a mettere sul mercato quasi 115 milioni di azioni ordinarie di Classe A.

“La società ha presentato tre diversi scenari per l’anno, con quello più ottimistico che prevede 7 milioni circa di utenti mensili, lievemente al di sopra degli attuali 6,1 milioni che fanno transazioni su base mensile – spiega Michael Hewson, Chief Market Analyst presso CMC Markets UK – Come risultato della quotazione diretta la società prevede spese nel secondo trimestre di 35 milioni di dollari. Gli ultimi risultati di Coibase hanno mostrato che nel primo trimestre la società ha incassato un utile compreso tra 730 e 800 milioni di dollari, più del doppio rispetto a tutto quello che ha guadagnato nell’intero 2020. L’anno scorso, Coinbase ha riportato un fatturato di 1,3 miliardi di dollari su profitti per 322 milioni di dollari”.

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