Quello dei mini-computer indossabili è un settore su cui Microsoft punta da anni all’interno di una divisione dedicata, la Microsoft Research: 13 laboratori in tutto il mondo con 55 aree di specializzazione che investe al ritmo di dieci miliardi di dollari l’anno. “Kinect è il cuore delle nostre ricerche sui wearable devices”, sottolinea Silvano Colombo, direttore del Consumer Channels Group di Microsoft Italia, “frutto dei progressi in diverse aree, come i sensori per la lettura del movimento del corpo, il rilevamento delle immagini, l’interazione con i comandi vocali”.
Ma sono oggetti che veramente il consumatore vuole? Con applicazioni oltre il puro intrattenimento?
Microsoft ha venduto 24 milioni di Kinect in tutto il mondo dal rilascio nel 2007 e la sua tecnologia ha aperto la strada a innovazioni in altri ambiti, per esempio la salute, come dimostra il progetto, tra l’altro italiano, che ha vinto nella categoria Health Awareness dell’ultima edizione dell’Imagine Cup che Microsoft indice ogni anno per gli studenti di tutto il mondo. Il prodotto premiato sfrutta le tecnologie Microsoft Windows, la piattaforma cloud Windows Azure, Windows Communication Foundation e Kinect per l’interazione con gesti e voce.
Questo vuol dire che Microsoft punta su una tecnologia “aperta”?
È proprio questo uno dei nostri punti di forza: siamo anche fornitori di strumenti di sviluppo e abbiamo un esteso ecosistema di partner, decine di migliaia solo in Italia, che ci permettono in poco tempo di disporre di vaste librerie di applicazioni. Con Windows 8 siamo cresciuti molto e vogliamo proseguire su questa strada.
E ora che lavorate a un progetto simile a quello di Google per occhiali smart, come vi differenzierete?
Sui progetti in corso non rilasciamo commenti, ma è sicuro che ci troviamo in una posizione unica con Windows, che fa da collante, da interfaccia unica, per tutti i nostri device – che sia il Pc, lo smartphone o il mini-computer indossabile – fornendo un linguaggio semplice e intutitivo. Microsoft dispone anche dei prodotti cloud, per consentire ai dispositivi di ricevere tutti i servizi e passare facilmente i contenuti da un device all’altro. Il futuro è multi-device: avremo un numero di dispositivi connessi diversi ma che devono dialogare tra loro.
E quali wearables possiamo aspettarci da Microsoft?
Non ci interessa creare l’oggetto di culto per pochi, ma quello che soddisfa il bisogno di molti. Pensiamo a soluzioni in 3D, immersive, con funzionalità di condivisione e conferenza in tempo reale. L’interazione sarà touch, con riconoscimento vocale o dei gesti. Microsoft ha già Illumishare, un prototipo di proiettore dotato di videocamera che crea sulla scrivania uno spazio virtuale dove lavorare con oggetti fisici e non. Si può utilizzare in maniera simile a un touchscreen con carta e penna oppure per registrare in tempo reale gli oggetti posizionati sul tavolo e permettere l’interazione con interlocutori a distanza. Abbiamo anche il Wearable Multitouch Projector, che permette di creare una superficie interattiva grazie a un sensore di Kinect. Insomma, la tecnologia è pronta.
Allora da che cosa dipende l’adozione? Da reti mobili più capaci?
Le telco già si stanno muovendo efficacemente per cogliere l’opportunità dei device indossabili. Il carrier avrà un ruolo chiave, ma ci sono grandi opportunità anche per le start-up dei servizi e dello sviluppo software, per i servizi di billing e le microtransazioni con tecnologia Nfc e, naturalmente, per il consumatore.
LA GUERRA DEGLI WEARABLE
Colombo (Microsoft): “Il prossimo step? Il 3D social”
Il manager: “Con i nostri wearable puntiamo al mercato di massa, non certo alla nicchia. Le soluzioni in tre dimensioni saranno immersive, con funzionalità di condivisione e conferenza in tempo reale”
Pubblicato il 21 Apr 2013
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