Oltre 11mila i siti web monitorati e 6.635 oscurati da gennaio 2016. Sono i risultati dell’attività svolta dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni per la prevenzione e il contrasto anti-hacker, effettuati con l’ausilio di interpreti madrelingua e intensificati dopo gli ultimi attacchi terroristici avvenuti anche in Europa. Il terrorismo si avvale infatti sempre più della rete Internet, come strumento di diffusione delle ideologie più radicali e di rivendicazione e come mezzo complementare di attuazione della strategia jihadista.
”Tale incessante attività consente – spiega una nota della polizia postale – a seconda dei casi, ad operare sotto un profilo penale, attraverso l’arresto degli individui o dei gruppi nei confronti dei quali si acquisiscono elementi di reità perseguibili secondo l’ordinamento giuridico italiano, o attraverso un profilo amministrativo, mettendo il ministro dell’Interno in condizione di espellerli dal territorio italiano per contiguità all’IS”. La Polizia postale cita l’esempio dei due jihadisti di Milano e Brescia, che postavano su twitter minacce all’Italia pubblicando foto del Colosseo e di diverse stazioni ferroviarie e progettavano di colpire l’aeroporto militare di Ghedi e l’azienda presso la quale lavorava uno dei due.
Inoltre, sempre al fine di prevenire la radicalizzazione in rete, la Polizia Postale e delle Comunicazioni provvede anche al costante monitoraggio per individuare illecite azioni di carattere razzista, xenofoba, sessuofobica o comunque ispirate a reati di odio.