La priorità dei Ceo per i prossimi anni sarà la gestione del capitale umano. A dirlo è un nuovo Studio di Ibm Institute for Business Value (Ibv), secondo il quale i leader delle aziende che hanno registrato negli scorsi tre anni precedenti una crescita di fatturato maggiore rispetto ad aziende similari sono focalizzati su talento, tecnologia e partnership per guidare lo sviluppo nel post-pandemia. Lo Studio “Find your essential” è stato realizzato, in collaborazione con Oxford Economics, attraverso interviste a 3 mila amministratori delegati di aziende presenti in circa 50 paesi e attive in 26 settori. I risultati dell’indagine sono stati messi in relazione con quelli di analoghe ricerche sui Ceo che Ibm ha condotto negli ultimi 20 anni.
Un luogo di lavoro “ibrido” e innovativo
La maggior parte dei Ceo coinvolti nell’indagine ha riferito che l’obiettivo principale del 2020 è stato quello di potenziare la forza lavoro remota. Una delle principali sfide dei prossimi anni sarà quella di gestire team distribuiti: lo pensa il 50% dei Ceo di successo, contro il 25% di quelli che hanno ottenuto performance inferiori rispetto ai loro pari negli ultimi tre anni.
“La pandemia di Covid-19 ha imposto a molti leader di focalizzarsi su ciò che è essenziale, come le proprie persone” ha dichiarato Mark Foster, Senior Vice President Ibm Services. “Le aspettative di molti dipendenti nei confronti dei loro datori di lavoro sono cambiate in modo significativo. La gestione della forza lavoro distribuita richiede l’adozione di tecnologia agile e modelli di leadership più empatici, oltre che la promozione di una cultura flessibile e inclusiva”.
Inoltre, il 77% degli amministratori delegati più performanti a livello mondiale e il 54% dei Ceo italiani riferisce che daranno la priorità al benessere dei dipendenti anche se ciò può influire sulla profittabilità a breve termine dell’azienda, rispetto al 39% di quelli meno performanti, il che riflette la particolare attenzione che i top manager di successo hanno nei confronti delle proprie risorse.
Secondo Ibm, i leader aziendali dovrebbero cogliere l’opportunità di offrire un ambiente di lavoro ibrido nel lungo periodo, che si traduce nel dotare i dipendenti di strumenti digitali e abilitati dal cloud per favorire la collaborazione, prevenire il burnout (crollo psicologico) e promuovere la cultura aziendale con attenzione alla diversità e all’inclusione.
Lo studio ha anche rivelato che la maggioranza dei Ceo intervistati crede nel potenziale offerto dalla tecnologia, quale fattore chiave in grado di influire positivamente sul business negli anni a venire, soprattutto dopo un 2020 particolarmente complesso.
Cloud, Ai e IoT sono considerati da tutti i Ceo le tecnologie capaci di avvantaggiare le proprie organizzazioni. Anche i Ceo italiani mostrano apprezzamento verso queste tecnologie: il 79% punta sull’IoT, il 73% sul Cloud e il 48% sull’Ai. Tuttavia, più del doppio dei Ceo più performanti sono convinti che la sfida principale attualmente sia costituita dalle fondamenta tecnologiche alla base del business.
La sempre maggiore importanza delle partnership
Secondo lo studio Ibv, i Ceo di maggior successo ripongono grande fiducia nelle partnership: il 63% di essi ritiene che la collaborazione in ottica di ecosistema possa influire positivamente sulle performance aziendali, contro la metà dei Ceo meno performanti. Poter contare su una rete di partner, inoltre, permette a ciascuna organizzazione di esprimere al meglio le proprie competenze e capacità, favorisce il confronto e dà impulso all’innovazione.
Ibm evidenzia che con il crescere della consapevolezza dei Ceo su come le loro organizzazioni possano contribuire ad affrontare sfide globali, come il cambiamento climatico, gli ecosistemi saranno in grado di svolgere un ruolo determinante nel generare una trasformazione nel lungo termine.