Ibm più vicina alla chiusura dell'inchiesta antitrust aperta
un anno fa dalla Commissione europea. Il colosso di Armonk ha
infatti offerto una serie di concessioni all'Ue che spera
porranno presto fine all'indagine sul possibile abuso di
posizione dominante sul mercato dei computer mainframe. Come
riporta il Wall Street Journal, Ibm si è impegnata ad assicurare
la disponibilità di certe parti di ricambio e a fornire
informazioni tecniche ad altre aziende in termini ragionevoli e non
discriminatori per cinque anni. La Commissione Ue ha immediatamente
chiesto alle parti interessate commenti sugli impegni offerti
dall'Ibm.
L’Ue aveva avviato l’inchiesta antitrust su Big Blue a luglio
dello scorso anno per valutare se il colosso americano stesse
violando le regole dell’unione imponendo “condizioni
irragionevoli di fornitura di parti e manutenzione” ai
competitor, in pratica rendendo per loro difficile accedere alle
componenti necessarie per la manutenzione dei mainframe.
Il commissario Ue alla Concorrenza Joaquín Almunia ha accolto con
soddisfazione la disponibilità di Ibm ad accogliere le
preoccupazioni sulla libera concorrenza nel settore mainframe
sollevate dall’Europa.
Separatamente, la Commissione ha chiuso le indagini avviate dopo le
accuse mosse a Ibm dai produttori di software rivali T3, Turbo
Hercules e Neon Enterprise Software secondo cui Ibm legava le
vendite del suo hardware per mainframe al suo sistema operativo.
“La Commissione ha chiuso il procedimento sull'accusa di T3,
Turbo Hercules e Neon Enterprise Software sul legame tra hardware e
sistema operativo Ibm. I ricorsi sono stati ritirati”, ha fatto
sapere l’Ue.
“La Commissione testerà sul mercato le concessioni offerte da
Ibm e se saranno accettate si prospetta una situazione win-win per
tutti”, commenta sul Wsj Marc Israel, partner dello studio legale
londinese Macfarlanes, “perché Ibm evita la multa e la
Commissione non deve dimostrare la violazione delle leggi
antitrust. Anzi, se l’Ue accetterà la validità degli impegni
Ibm, non ci sarà alcuna prova di violazione da parte
dell’azienda americana che potrebbe essere sfruttata dai suoi
rivali per nuovi ricorsi”.