Con la Brexit per gli inglesi spunta lo spettro roaming

Poche le conseguenze operative per colossi come Vodafone e Telefonica se la Gran Bretagna uscisse dall’Ue, scrive Idc. Ma le tariffe “internazionali” potrebbero aumentare proprio mentre in Europa scendono. Consolidamento: Ofcom continuerebbe a tirare il freno come la Commissione Ue

Pubblicato il 02 Mag 2016

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L’eventualità del Brexit può suscitare preoccupazioni per gli operatori mobili Uk? Le conseguenze di un’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea (a seconda dell’esito del referendum che si terrà il 23 giugno prossimo) sono analizzate in una nota redatta da tre analisti di Idc (John Delaney, Rosalind Craven, Laura Petrone).

Sul mercato di massa, che rappresenta il grosso delle entrate degli operatori, l’impatto non dovrebbe essere significativo; i servizi telecom sono già per lo più intranazionali, ovvero gli utenti Ue comunque comprano i servizi telecom nel loro paese di residenza, visto che ancora non esiste un vero mercato di import-export dei servizi telecom.

La conseguenza di un eventuale Brexit potrebbe farsi sentire maggiormente sulle aziende multinazionali, che possono usare servizi mobili di un operatore che si trova fuori dal loro paese anche se in pratica, secondo gli analisti di Idc, anche qui l’impatto non sarà significativo. Le multinazionali sono servite da operatori multinazionali e/o gruppi di operatori che hanno accordi commerciali tra loro e il Brexit non scardinerà questi accordi.

Su un livello operativo, l’eventuale uscita della Gran Bretagna dall’Ue potrebbe causare qualche problema nell’immediato per Vodafone, il colosso telecom Uk che ha attività in molti paesi Ue, Italia compresa. Potrebbe avere un impatto anche su Telefónica, colosso spagnolo che possiede un operatore mobile in Gran Bretagna. Per Idc, potrebbero rendersi necessari degli aggiustamenti nelle procedure contabili e un riallineamento normativo, anche se gruppi di queste dimensioni, che operano in tutto il mondo, sono abituati a riallineamenti del genere.

Riguardo alla struttura dell’industria mobile britannica, Idc nota che non ci saranno impatti perché la decisione della Commissione europea sul proposto merger O2Three Uk deve arrivare prima del referendum sull’uscita dall’Ue e comunque i regolatori nazionali – Ofcom e Competition & Markets Authority — hanno già fatto capire chiaramente che si oppongono alla fusione. Perciò secondo Idc anche fuori dall’Ue la Gran Bretagna non cambierà registro in termini di politiche sul mercato mobile perché i suoi regolatori hanno dimostrato, scrivono gli analisti, di essere propensi, come le autorità Ue, a far coincidere la protezione della concorrenza con l’ostilità al consolidamento.

Certo, è possibile che nel tempo le regole del mercato telecom in una Gran Bretagna non più parte dell’Ue divergano nettamente da quelle del resto d’Europa. Oggi tali regole sono formulate all’interno dello European Telecoms Framework (ETF); con l’eventuale Brexit non ci sarebbe più l’obbligo di allinearsi all’ETF. Per esempio, l’ETF distingue nettamente “contenuto” e “servizi di comunicazione elettronica”; Ofcom potrebbe decidere, in un eventuale scenario post-Brexit, di non fare più una distinzione così netta per regolare in modo più coerente i pacchetti multiplay che gli operatori offrono. Ma Idc non pensa che la Gran Bretagna si allontanerebbe di molto dai principi dell’ETF nemmeno se uscisse dall’Ue; in più, la strategia europea per il Digital Single Market prevede già modifiche dell’ETF. Sicuramente, però, la Gran Bretagna non avrebbe grandi poteri di influenzare lo sviluppo della Digital Single Market Strategy se uscisse dall’Unione.

Nel breve termine, il maggior impatto regolatorio del Brexit sul mercato mobile sarà invece sul roaming internazionale: mentre nel resto dell’Ue si andrà verso l’abolizione delle tariffe, gli operatori mobili Uk non avranno alcun obbligo di limitare o rimuovere i costi del roaming in Ue. E’ possibile che i clienti Uk si trovino con dei costi aggiuntivi rispetto agli utenti del resto d’Europa, anche se non è detto, perché molti operatori mobili in Gran Bretagna hanno già iniziato ad abbattere queste tariffe come strumento di marketing.

Tuttavia, secondo Idc, sul roaming la Gran Bretagna passerebbe da un quadro certo a uno meno chiaro. Se resta nell’Ue, i cittadini britannici pagheranno da metà 2017 le stesse tariffe per l’utilizzo dei servizi mobili sia che si trovino in patria che se viaggiano in Ue. Nell’eventualità del Brexit, ciò non varrà più: saranno i singoli operatori a decidere che cosa fare; se ci saranno degli aumenti “ingiustificati”, forse Ofcom potrebbe intervenire, ma con poteri meno forti dell’Ue e l’esito è molto più incerto.

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