Fare dell’Italia una smart nation. È questo uno degli obiettivi del governo 5Stelle-Pd: ad annuncialo il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, parlando alla Camera. “La nostra forza che ci viene universalmente riconosciuta è un sistema industriale che fa incontrare la produzione di massa con la qualità del prodotto; questa spiccata potenzialità deve essere adeguatamente sfruttata – ha sottolineato Conte – L’azione pubblica deve definire le regole del gioco e una visione di politica industriale aumentando gli investimenti pubblici. Per questo abbiamo creato un ministero dedicato all’Innovazione tecnologica (la ministra è Paola Pisano, ex assessora all’Innovazione della Città di Torino ndr) e alla digitalizzazione che aiuti le imprese oltreché la pubblica amministrazione per trasformare l’Italia in una vera e propria smart nation”.
“Dobbiamo perseguire una strategia di azione che porti l’Italia a primeggiare, a livello mondiale, in tutte le principali sfide che caratterizzano la quarta rivoluzione industriale – ha spiegato – Una efficiente e razionale politica di investimenti ci consentirà di crescere nella digitalizzazione, nella robotizzazione, nell’intelligenza artificiale. Questo impegno non riguarda solo l’industria. L’innovazione deve essere il motore che imprime una nuova spinta a tutti i settori dell’economia e della società. La Pubblica Amministrazione dovrà essere alla testa di questo processo realizzando le infrastrutture materiali e immateriali necessarie”.
“In questa direzione occorrono impegni concreti. Dobbiamo lavorare perché i cittadini abbiano un’unica, riassuntiva identità digitale di qui a un anno – ha proseguito – Dobbiamo dotare il Paese di una infrastruttura di comunicazione a banda larga nei prossimi anni. Dobbiamo rafforzare gli investimenti per il fondo di venture capital e sollecitare anche gli investimenti privati nel campo della innovazione tecnologica”.
L’innovazione e il digitale hanno trovato ampio spazio nel programma di governo 5Stelle-Pd dove si punta sul Fondo Innovazione con l’intenzione di collegarlo al Piano Industria 4.0 che potrebbe essere rilanciato già nella prossima legge di Stabilità con il rafforzamento degli incentivi, invece ridimensionati nella Finanziaria 2019. In pratica il miliardo stanziato per il Fondo dovrebbe essere utilizzato per sostenere la crescita di startup attive nel settore della digitalizzazione dei processi produttivi e organizzativi.
Il programma evidenzia che “occorre concentrarsi sull’equità fiscale, la portabilità dei dati, i diritti dei lavoratori digitali (cosiddetti riders), i modelli redistributivi che incidono sul commercio elettronico, sulla logistica, sulla finanza, sul turismo, sull’industria e sull’agricoltura”. Serve dunque – si legge al punto 22 – introdurre la web tax per le multinazionali del settore “che spostano i profitti e le informazioni in Paesi differenti da quelli in cui fanno business”.
Focus anche sulla cittadinanza digitale. “Per favorire l’accesso alla piena partecipazione democratica, all’informazione e la trasformazione tecnologica – recita il punto 20 – la cittadinanza digitale va riconosciuta a ogni cittadino italiano sin dalla nascita, riconoscendo – tra i diritti della persona – anche il diritto di accesso alla rete”.
Tra le misure chiave per ridare slancio alla crescita economica, la digitalizzazione della PA. Al punto 21 si legge: “Il progetto di innovazione e digitalizzazione della P.A. costituisce una misura particolarmente efficace per contribuire allo sviluppo e alla crescita economica e culturale del Paese”.
Per Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform “è un segnale importante che nel discorso programmatico del Premier Conte, sia stata richiamata più volte l’attenzione sul ruolo cruciale dell’innovazione come valore e volano per l’economia reale, la competitività e l’equità”.
“È importante adesso accelerare sulla attuazione delle misure e degli strumenti per l’innovazione, fin dalla prossima legge di bilancio, avendo come priorità il mantenimento e potenziamento del Piano Impresa 4.0, la formazione digitale e la finanza per l’innovazione, valorizzando le aziende che investono in ricerca – con particolare attenzione alle pmi e alle startup innovative – e potenziando il modello dell’open innovation. Accanto a ciò la digitalizzazione della PA – continua Gay – è cruciale per rilanciare l’efficienza della macchina pubblica e contribuire a ridurre la burocrazia.
Per questo è una scelta strategica ed importante l’istituzione del Ministero all’Innovazione e come Associazione siamo fin da subito pronti a collaborare con il Ministro Paola Pisano per contribuire alla realizzazione di una Italia pienamente digitale” conclude Gay.
Le richieste degli imprenditori
Sulla necessità di fare del digitale il pilastro della crescita si è convenuto anche al Forum Ambrosetti di Cernobbio. Tra le misure con impatti anti-ciclico ci sono appunto gli investimenti in infrastrutture e impresa 4.0.
Secondo il Global Attractiveness Index, l’indice-Paese elaborato dal think tank The European House Ambrosetti, l’Italia ha un potenziale di attrazione medio-alto ma da due anni gravita attorno al 16° posto della classifica stilata nel report. Sconta soprattutto il ritardo digitale ma se il gap nei confronti dei Paesi competitor si azzerasse, emerge dalla ricerca la posizione dell’Italia migliorerebbe di tre posizioni. La Germania è invece diventata il primo paese per attrattività, superando gli Stati Uniti d’America e Singapore. Quest’ultima in un solo anno ha guadagna due posizioni ed è salita sul podio, confermando la crescita dell’interesse degli investitori per l’area, segnata anche dal miglioramento del rank di Hong Kong, che passa dal 13° posto del 2017 al 6° posto nel 2019, e lo spostamento del baricentro dall’Europa al Pacifico. I paesi europei a maggiore crescita dell’attrattività sono Francia (8° posto), Paesi Bassi (10° posto) e Irlanda (18° posto).
Il rapporto, presentato durante la tre giorni a Villa d’Este suona un campanello d’allarme sul fronte della sostenibilità del sistema-Italia, “principalmente a causa del peggioramento complessivo nella tenuta dei conti pubblici e della fragilità di alcuni altri indicatori che, nel medio-lungo periodo – spiega il rapporto che accompagna l’indice – rappresentano un banco di prova importante, come quelli collegati ai temi demografici e di formazione della popolazione”.
Il progetto di ricerca propone dunque per l’Italia “tre grandi “cantieri di lavoro: focalizzazione degli investimenti pubblici in ambiti e settori a maggior impatto per la trasformazione digitale del Paese, semplificazione amministrativa e creazione di un ecosistema favorevole agli investimenti, agevolazione dei procedimenti fiscali e degli incentivi a beneficio degli oneri in termini di tempo e di costi delle imprese più sostenibili”.