Educazione alla legalità dei cittadini-utenti nella fruizione dei contenuti digitali, promozione di un’offerta legale di questi stessi contenuti e interventi di enforcement nei confronti di chi viola le regole “solo su segnalazione e non d’ufficio, mai nei confronti degli utenti downloaders e dando priorità ai casi di violazioni massive”: sono i pilastri su cui si baserà il provvedimento dell’Agcom sul diritto d’autore online. Le linee essenziali, preannunciate già nei mesi scorsi, sono state ribadite e specificate oggi dal suo presidente Angelo Marcello Cardani in audizione presso la IX Commissione della Camera. Una volta elaborato, il provvedimento sarà sottoposto a consultazione pubblica e poi notificato alla Commissione europea. “Abbiamo ancora due riunioni di Consiglio – ha spiegato – e spero entro la seconda di varare la prima bozza che poi sarà mandata in consultazione”.
Lo stesso Cardani ha ammesso che si tratta di “’un fascicolo scomodo, oltre che difficile”, per il quale l’Agcom si sta “allenando” nella piena consapevolezza che si tratterà di una “corsa a ostacoli”. Ma la partita è stata aperta e l’Authority va avanti.
Ricordando che la pirateria digitale è un “complesso ecosistema”, Cardani ha citato studi secondo i quali il miglioramento dell’offerta legale online contribuisce notevolmente a ridurre il livello di consumo illegale. Ha inoltre osservato come le cosiddette finestre di distribuzione, che prevedono il trascorrere di un determinato lasso di tempo tra la proiezione di un film al cinema e la sua disponibilità su canali tv e dvd, producano un sistema troppo rigido, che alla fine danneggia l’utente finale, impossibilitato ad ottenere in tempi brevi i contenuti che desidera. A questo proposito l’Autorità “intende operare in stretta collaborazione con le istituzioni e gli stakeholders interessati, al fine di promuovere azioni volte al miglioramento dell’offerta legale, quali ad esempio la rimodulazione delle cosiddette finestre di distribuzione delle opere digitali, la semplificazione della filiera di distribuzione, la diffusione di accordi collettivi di licenza”. Perché è statop evidenziato che “le scelte adottate per la distribuzione dei contenuti cinematografici – in particolare il sistema delle finestre geografiche e temporali – hanno un impatto sul livello di consumo illegale online”. Ed è stato stimato che “una revisione di tali finestre potrebbe comportare un aumento dei ricavi di almeno l’8% a causa della riduzione della pirateria”.
Cardani ha quindi sottolineato come la pirateria online non sia ancora percepita da molti utenti come attività illecita (da qui la necessità di un’attività di sensibilizzazione) e ribadito la necessità di un sistema di enforcement. “Il problema è cercare di rendere la pratica illegale meno giustificabile possibile. L’illegalità va denunciata e il pubblico informato”. Ma, ha tenuto a precisare, “non abbiamo intenzione di mandare a casa di nessuno la polizia postale”, ma piuttosto di “tagliare l’erba sotto i piedi di coloro che scaricano illegalmente”.
“Il nostro impegno – ha affermato – è contro il grande crimine (…) quei pochi grossi siti che ricavano profitti altissimi da questa attività”.
Ancora un’altra precisazione: “Ci muoveremo esclusivamente su denuncia o segnalazione”. Una procedura che consentirà all’Autorità di “eliminare tutta una serie di infrazioni minori a cui siamo meno interessati a perseguire”.
Come ha più volte ripetuto nei mesi scorsi, Cardani ha affermato che “qualora il parlamento intervenisse ad adottare una riforma della legge n.633/1941 che tutela il diritto d’autore per adeguarla alla nuova realtà tecnologica e di mercato, l’Autorità sarebbe lieta di cedere il passo”. Ma, nel quadro giuridico attuale, l’“Agcom ritiene opportuno procedere nell’analisi del dossier”.
Uno dei punti cruciali è proprio la competenza dell’Autorità a predisporre un regolamento, questione di natura sostanzialmente giuridica e uno dei motivi per sui si era bloccato il lavoro su questi temi del predecessore di Cardani, Corrado Calabrò.
Cardani ha riferito ai parlamentari di aver convocato una decina tra i migliori costituzionalisti italiani, i quali hanno sostanzialmente confermato la legittimità dell’azione portata avanti da Agcom, fatte salve alcune perplessità. Il presidente ha inoltre osservato che un possibile ricorso al Tar o alla Corte costituzionale potrebbe “sciogliere definitivamente i dubbi di qualcuno”.
In ogni caso, ha ribadito Cardani, oggi l’Autorità agisce con i poteri riconosciutigli dalla legge Romani che accoglie la Direttiva Ue sui servizi media audiovisivi, oltre che in conformità delle norme del 1941 sul diritto d’autore.
“L’evoluzione tecnologica – ha aggiunto – ci spinge a dire che è meglio un Regolamento amministrativo rispetto alla legge, più difficile da modificare, adattare e modulare rispetto a quello che succede ogni giorno nel mondo reale”.
Questo Regolamento sarà affidato a un Comitato composto da tutti gli stakeholders (Isp, accademici, esperti) che “ne discuterà le applicazioni e le eventuali modifiche. Abbiamo in mente – ha indicato Cardani – un processo estremamente flessibile, un tavolo di discussione permanente al quale parteciperanno tutti per compensare tensioni e garantire l’evoluzione del regolamento”.