LA RIFORMA

Copyright: batosta in vista per Facebook e Google

Gli Stati europei sottoscrivono un accordo per costringere i big della rete a pagare le notizie e a filtrare il contenuto proprietario su YouTube e Instagram. Italia contraria ma si va avanti

Pubblicato il 21 Feb 2019

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Si sono opposti i rappresentanti diplomatici dell’Italia, della Finlandia, del Lussemburgo, dell’Olanda e della Polonia. Altri due i Paesi europei astenuti. Gli altri, tutti a favore.

La maggioranza dei diplomatici europei è d’accordo a una revisione delle norme sul copyright dei Paesi membri che costringano Google e Facebook a pagare gli editori anche per i frammenti di notizie pubblicate sui portali e a filtrare i contenuti protetti da copyright su YouTube o Instagram.

I negoziatori dei paesi dell’Ue, il Parlamento europeo e la Commissione europea hanno siglato un accordo la settimana scorsa, due anni dopo che la Commissione europea aveva proposto modifiche per proteggere il patrimonio culturale dei Paesi membri e di garantire che gli editori, le emittenti e gli artisti venissero remunerati equamente per il loro lavoro.

La Romania, che attualmente detiene la presidenza di turno dell’Ue, ha dichiarato in un tweet che l’accordo sul copyright è stato approvato dal Consiglio dell’Unione europea.

Il passaggio è fondamentale e si pone sulla dirittura d’arrivo per l’approvazione della riforma del diritto di riproduzione di contenuti d’autore, incluse le notizie di tipo giornalistico pubblicate da una testata online o in altra forma.

I paesi dissenzienti, tra i quali l’Italia, hanno affermato che le modifiche proposte potrebbero ostacolare l’innovazione e danneggiare la competitività del blocco nel mercato digitale. «Deploriamo che la direttiva non trovi il giusto equilibrio tra la tutela dei titolari dei diritti e gli interessi dei cittadini e delle imprese dell’Ue», hanno affermato in una dichiarazione congiunta.

Il passo successivo nel processo sarà il voto di una commissione dei legislatori la prossima settimana, seguito da un voto parlamentare a marzo o inizio aprile, prima che i cambiamenti possano diventare legge.

Il rinnovo richiederebbe a Google e ad altre piattaforme online di firmare accordi di licenza con titolari di diritti quali musicisti, artisti, autori, editori di notizie e giornalisti per poter utilizzare il loro lavoro. Youtube di Google e Instagram di Facebook, e altre piattaforme di condivisione, dovrebbero dunque installare dei filtri di caricamento per impedire agli utenti di caricare materiali protetti da copyright.

Google, che ha fatto attività di lobby contro entrambi gli aspetti della nuova normativa e ha persino suggerito che potrebbe ritirare Google News dall’Europa, ha detto la settimana scorsa che avrebbe studiato il testo prima di decidere i suoi prossimi passi.

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