"In una prospettiva di più ampio respiro auspichiamo che il Parlamento nella sua sovranità voglia affrontare le principali questioni aperte che si collocano oltre l’orizzonte dell’azione amministrativa": lo ha sottolineato il presidente dell’Agcom Corrado Calabrò durante l’audizione che si è tenuta questa mattina nelle commissioni Cultura e Lavori pubblici del Senato, in cui ha ripercorso i contenuti dello schema di regolamento dell’Autorità in materia di copyright.
"Ripensare sistematicamente alla disciplina del diritto d’autore nel mondo digitale è un compito che solo le Camere elettive possono intraprendere", ha osservato ancora Calabrò, aggiungendo che "dato che il diritto d’autore travalica le frontiere, la sede più appropriata per una tale normativa sarebbe quella europea se non addirittura l’Onu". Al termine dell’audizione Calabrò ha poi spiegato all’Ansa che al momento non è previsto nessun consiglio dell’Autorità incentrato sulla delibera sul diritto d’autore su Internet, "ma l’argomento incombe".
"Il nostro compito è quello di applicare le leggi vigenti – ha aggiunto Calabrò – Ci rafforza in tale convincimento la norma di legge predisposta dalla Presidenza del Consiglio che ribadisce la legittimazione dell’Agcom e ne definisce meglio la competenza e i poteri nella materia del diritto d’autore. Attenderemo che tale norma veda la luce prima di adottare il regolamento predisposto". È questo uno dei passaggi salienti dell’audizione del presidente dell’Agcom Corrado Calabrò al Senato sulla delibera in materia di copyright su Internet.
"Internet è un fenomenale motore di crescita sociale ed economica – ha detto Calabrò – La velocità di circolazione delle idee e delle informazioni è alla base di una società aperta fondata sulle comunicazioni digitali. Ma il fenomeno della pirateria rischia di danneggiare gravemente il settore delle attività creative e quello delle tecnologie della comunicazione proprio nel momento in cui il digitale offre nuove potenzialità".
Vita-Vimercati (Pd): Sospendere regolamento, urgente nuova legge
"L’audizione del presidente Calabrò sul tema del diritto d’autore ha evidenziato diverse fragilità rispetto alla base giuridica su cui poggia il regolamento, che richiedono – innanzitutto – l’approvazione di una legge di sistema per adeguare la vecchia normativa del 41". Così i senatori Pd Vincenzo Vita e Luigi Vimercati dopo l’audizione di Corrado Calabrò che si è tenuta questa mattina nelle commissioni Cultura e Lavori pubblici del Senato. "E lo stesso Calabrò – proseguono i senatori Pd – ha dato notizia di una proposta del Governo in proposito. Per queste ragioni, chiediamo di sospendere l’approvazione del regolamento per coordinarlo con la discussione di una nuova normativa che possa diventare legge in tempi brevi, soprattutto a fronte della nuova iniziativa dell’esecutivo".
"Pur riconoscendo al presidente Calabrò la massima disponibilità ad ascoltare anche i suoi più duri critici, stamani in audizione presso le commissioni cultura e trasporti al Senato ci si sarebbe aspettati almeno una bozza della nuova stesura della ‘bozza di regolamento sul diritto d’autore’ che dall’anno scorso l’Agcom sta elaborando corredata dai dati sulla dilagante ‘pirateria’ nella rete". Così il senatore radicale Marco Perduca che chiede all’Agcom di "desistere dall’adozione del regolamento".
“Per dare certezza al lavoro dell’Autorità serve una nuova legge primaria, che aggiorni quella in vigore sul diritto d’autore che risale al 1941 – aggiunge Vimercati – E’ giusto l’enforcement sul diritto d’autore, ma servono diritti garantiti anche per gli users. La bozza di regolamento dell’Agcom rispecchia a mio avviso un certo sbilanciamento a favore dei detentori del diritto d’autore. L’articolo 21 della Costituzione, poi, non riguarda soltanto la libertà di stampa ma va esteso alla Rete”. Il senatore del Pd suggerisce che “si lavori per coordinare il regolamento dell’Autorità con una nuova norma del Governo – dice – c’è una nuova maggioranza molto larga in Parlamento che può affrontare e approvare un testo condiviso in materia”. Secondo indiscrezioni, il sottosegretario Peluffo sta già lavorando alla revisione della legge, “l’auspicio è che la discussione sia condivisa in Parlamento – chiude Vimercati – per ora penso che in carenza di una norma primaria il nuovo regolamento dell’Agcom correrebbe l’altissimo rischio di venire impugnata”.
Confindustria Cultura, sconcertati da temporeggiamento dell’Agcom
“Siamo sconcertati per l’ennesimo temporeggiamento dell’Agcom sul tema della pirateria digitale”: è amareggiato il commento del Presidente di Confindustria Cultura Italia Marco Polillo, alla luce delle dichiarazioni rese oggi in audizione in Commissione Cultura e Lavori pubblici al Senato dal presidente Corrado Calabrò. “Stiamo attendendo da tempo infinito l’adozione di questo pacchetto regolamentare che ha ricadute importanti, anzi fondamentali, per la cultura e i contenuti culturali italiani in rete – ha proseguito Polillo – e per la sopravvivenza dell’industria culturale del nostro Paese. Il tema è stato sollevato da Agcom e oggi, dopo infiniti lavori, studi, documenti, audizioni e quant’altro, ci troviamo a fare i conti con un presidente che nonostante affermi che “l’argomento incombe” demanda la soluzione al Parlamento, all’Unione Europea, persino all’Onu. Lo poteva dire sin da subito che non voleva occuparsene, evitando così di buttare via due anni di lavoro”.
“Il quadro normativo nazionale e internazionale è chiarissimo – ha concluso Polillo – e ci stupisce che i senatori Vita e Vimercati, commentando l’audizione, possano parlare di “fragilità delle basi giuridiche su cui poggia il regolamento”, in aperto contrasto con il parere ben più autorevole dell’ex presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida. Quanto all’auspicata nuova normativa sul diritto d’autore, è davvero curioso che questa esigenza nasca solo oggi, quando dei problemi della pirateria digitale si sta parlando ormai da anni. Che sia l’ennesima dichiarazione d’intenti che cela in realtà la volontà di non occuparsene affatto?”.
Perduca (Radicali): Agcom non adotti nuovo regolamento
"In molti avevamo apprezzato la sospensione del procedimento l’estate scorsa perché il presidente Calabrò aveva affermato in Parlamento che occorresse una norma di legge che affrontasse la questione del diritto d’autore a tutto tondo. Oggi quelle buone intenzioni non hanno riecheggiato a Palazzo Madama – aggiunge – Occorre quindi, visto anche l’articolo 39 del decreto liberalizzazioni che avvia una liberalizzazione della gestione dei diritti d’autore nonché le annunciate intenzioni del Governo di voler adottare una normativa in merito dopo 70 anni, che l’Agcom desista dall’adozione del regolamento e, per lasciare una vera e propria eredità politico-culturale, avvii una riflessione circa la nomina dei propri commissari. Per quanto ci riguarda al Senato, con la Senatrice Poretti abbiamo presentato una modifica regolamentare che imponga la conoscenza dei candidati ex ante e non ex post – conclude – per poter votare persone competenti, esperte e note per le proprie idee e proposte prima di doverne criticare l’operato successivamente per scarsa attenzione o conflitti di interessi colla materia del contendere".
Mazza (Fimi): Pirateria dilagante, stop a sterili dibattiti sui poteri
"Sono passati più di due anni di audizioni, bozze di delibere e discussioni sul sesso degli angeli e ora si dice che manca la norma che attribuisce i poteri all’Agcom mentre senza tanti problemi l’antitrust blocca i siti illegali? Siamo alla farsa! La pirateria sta colpendo duramente l’offerta legale di musica in rete". È questo il commento del presidente della Federazione dell’Industria Musicale Italiana, Enzo Mazza, dopo l’audizione al Senato del presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò. "Dieci piattaforme abusive off-shore gestite da organizzazioni criminali controllano il 95% del mercato del falso online con milioni di download ogni ora – aggiunge – In Italia siamo ancora fermi allo sterile dibattito sui poteri. È veramente mortificante come situazione, umilia le imprese, gli autori e gli artisti. Siamo di fronte ad un Paese che blocca migliaia di siti che offrono scommesse online e non riesce a far approvare un misero provvedimento amministrativo per sviluppare il mercato legale dei contenuti online", conclude Enzo Mazza.
Sitononraggiungibile appoggia Calabrò
"Gli aderenti a Sitononraggiungibile organizzatori della "Notte della Rete" ed il movimento "La Rete dell’Innovazione", l’associazione NetLeft, l’associazione "Rifondazione Italia per la Legalità", condividono la considerazione che la sede competente per l’argomento diritto d’autore sia il nostro Parlamento, eventualmente quello Europeo, come evidenziato anche da Calabrò in audizione, e chiedono che Calabrò e i vecchi Commissari, in evidente assenza di legittimazione, si facciano dunque da parte senza tentare alcun colpo di coda e si apra subito un dibattito serio e trasparente nel Paese sulla nomina dei prossimi vertici Agcom perché si possano finalmente mettere persone adeguate competenti e rispondenti all’interesse generale in queste cariche importantissime per lo sviluppo digitale e per la tutela della democrazia del nostro Paese". Così il comunicato congiunto firmato da Adiconsum, Agora Digitale, Altroconsumo, Assonet – Confesercenti, Assoprovider – Confcommercio, La Rete dell’Innovazione, NetLeft, Rifondazione Italia per la Legalità, Studio Legale Sarzana.
Gli Isp non sono sceriffi
"Lo schema di regolamento Agcom non richiede agli Isp alcuna verifica preventiva, nessun filtraggio, come ribadiscono recenti sentenze – ha detto Calabrò – gli Isp continuano a rimanere non editori, ma, una volta accertata a seguito di un procedimento una violazione delle norme in materia di tutela del diritto d’autore, ad essi può essere chiesto di non trasportare più quei contenuti. L’ordine può essere impartito tanto dal giudice quanto dall’Agcom Una volta reso edotto dell’illiceità dei contenuti trasportati, la mancata rimozione ex post da parte del provider determina una responsabilità nella contraffazione dei diritti di proprietà intellettuale, e, come tale, sanzionabile. La responsabilità dovrà peraltro essere ripartita fra i diversi soggetti in ragione del grado di consapevolezza e volontarietà della condotta posta in essere".
Megaupload.com e Megavideo.com non sono il paradigma in Europa
"Il caso della chiusura dei siti Megaupload.com e Megavideo.com operata il 19 gennaio scorso dall’Fbi di concerto col Dipartimento di giustizia non può però diventare un modello in Europa – ha aggiunto – In quel caso si è trattato di una vera e propria chiusura manu militari del sito, come misura cautelare a seguito di prove, oltre che di violazione del copyright, anche di associazione per delinquere finalizzata all’estorsione e al riciclaggio di denaro".