LE NUOVE REGOLE

Copyright, equo compenso per i contenuti pubblicati da Google & co

Lo prevede il decreto legislativo che recepisce la direttiva europea sul diritto d’autore. Gli editori saranno ricompensati per la veicolazione di articoli, foto e video sulle piattaforme web. Agcom stabilirà i criteri per definire le remunerazioni

Pubblicato il 04 Nov 2021

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Equo compenso per gli editori dei giornali e dei siti per i contenuti che vengono veicolati dalle piattaforme, motori di ricerca o social network che siano.

È quanto prevede il dlgs sul tavolo del Consiglio dei ministri di oggi che recepisce la direttiva Ue 2019/790 sul “diritto d’autore e sui diritti connessi nel mercato unico digitale”.

Il decreto legislativo dà il via alle trattative tra gli editori e le piattaforme per stabilire l’equo compenso ma se non si giungerà a  un accordo entro 30 giorni, una delle due parti potrà chiamare in causa Agcom perché stabilisca l’equo compenso.

Se una delle due parti, editori o piattaforme, rifiutasse l’importo deciso dall’AgCom, potrà rivolgersi  all’autorità giudiziaria ordinaria “specializzata in materia di impresa”.

Per quanto riguarda l’entità dell’equo compenso, le nuove norme stabiliscono che sia Agcom ad adottare un regolamento – entro  60 giorni dall’entrata in vigore del dlgs – che definisca i criteri per il calcolo che dovranno tenere conto del del numero di consultazioni online dell’articolo; degli anni di attività e della rilevanza sul mercato degli editori; del numero di giornalisti impiegati; dei costi sostenuti per investimenti tecnologici e infrastrutturali; dei benefici economici che gli editori e i giganti di Internet ottengono in visibilità e ricavi pubblicitari.

Il dlgs regola anche la pubblicazione dei cosiddetti snippet – gli estratti molto brevi – che non daranno diritto ad equo compendo in quanto contenuto “sintetico”.

L’estratto molto breve è una “porzione di pubblicazione di carattere giornalistico che non dispensi dalla necessità di consultazione dell’articolo giornalistico nella sua integrità”, si legge nel decreto.

Inoltre si norma che o prestatori di servizi della società dell’informazione, comprese le imprese di media monitoring e rassegne stampa, siano obbligati a mettere a disposizione, su richiesta della parte interessata, anche tramite gli organismi di gestione collettiva o entità di gestione indipendenti, qualora mandatari, o dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, i dati necessari a determinare la misura dell’equo compenso.

“Il recepimento della direttiva copyright da parte del governo, avvenuto ieri con un decreto legislativo, segna la fine di un lungo percorso, dapprima con il coinvolgimento di tutte le istituzioni europee e poi in Italia con un intenso dibattito in sede parlamentare e di Governo. Un percorso che ci ha impegnati con le nostre proposte fin dall’inizio, quasi sette anni fa con i primi studi di impatto della Commissione europea – commenta Ricardo Franco Levi, presidente di Aie, l’Associazione Italiana Editori – Le nuove tecnologie hanno ridisegnato i consumi culturali e, con essi, la fruizione delle opere coperte da diritto d’autore. In questo contesto la Direttiva europea e il suo recepimento in Italia segnano un punto di riferimento significativo nel rapporto tra i titolari dei diritti e le piattaforme web attraverso cui i cittadini accedono alle opere dell’ingegno”.

“Accolgo con grande soddisfazione la notizia del recepimento della Direttiva Copyright – sottolinea Giulio Rapetti Mogol, presidente di Siae, la società italiana degli autori ed editori – e ringrazio il Governo e il Parlamento per la loro attenzione e sensibilità nei confronti della tutela dei diritti degli autori e degli editori. Il mio grazie va in particolare al Ministro della Cultura Dario Franceschini per l’impegno con cui ha sempre sostenuto l’urgenza di proteggere il lavoro dei creativi adattando la legge sul diritto d’autore all’ambiente digitale contemporaneo. Sin dal primo giorno del mio mandato in Siae ho combattuto per arrivare a questo momento: i giganti della rete paghino quello che usano. Loro hanno i miliardi ma noi abbiamo avuto ragione. Ora abbiamo le armi per combattere la battaglia successiva: ottenere per gli autori un compenso realmente equo”.

“Soddisfazione per l’approvazione definitiva della Direttiva Copyright nel nostro Paese”, dice Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale della Fapav – Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali.

“Con l’approvazione della Direttiva, l’Italia prosegue il suo cammino a favore del copyright. Oggi le Istituzioni e le Autorità competenti hanno la possibilità di agire ed intervenire in un contesto molto diverso rispetto a quello di qualche anno fa, decisamente più favorevole per la tutela dei diritti e di chi produce e distribuisce contenuti audiovisivi, generando quindi valore, indotto e occupazione per il Sistema Paese in generale”.

“La Direttiva, riconoscendo il ruolo e la responsabilità degli intermediari del web, ricopre un ruolo cruciale nell’ambito delle attività di enforcement e di tutela dei contenuti”, prosegue, In tal senso è fondamentale che vengano adottate azioni tempestive per disabilitare i contenuti illeciti presenti sulla rete. Il fattore tempo, infatti, rappresenta un elemento essenziale per una efficace azione di contrasto agli illeciti, in particolare per quanto riguarda le nuove uscite cinematografiche e televisive e i contenuti sportivi live. Per questo, Fapav e l’intera industria audiovisiva guardano con interesse anche al complesso negoziato in corso sul Digital Services Act poiché vi sono temi di tutela dei contenuti sul web che, per portata, rappresenterebbero il completamento del lavoro avviato proprio con la Direttiva approvata ieri”.

“Soprattutto in questa fase di ripartenza dell’industria audiovisiva dopo la pandemia è fondamentale sostenere al massimo i titolari dei diritti e chi investe nel settore tramite un sistema certo di regole e contrasto agli illeciti a supporto dell’intera filiera”, conclude Bagnoli Rossi.

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