L'APPELLO

Copyright, Fnsi in campo: “Social e web company paghino le notizie”

La Federazione della stampa si mobilita in vista del voto del 12 settembre a Strasburgo sulla nuova direttiva sul diritto d’autore: “Introdurre l’obbligo di pagare delle royalties vuol dire difendere l’informazione di qualità e la democrazia”

Pubblicato il 06 Set 2018

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Anche la Fnsi partecipa alla mobilitazione pro-copyright in vista del voto all’Europarlamento il 12 settembre sulla nuova direttiva. La Federazione nazionale della Stampa italiana, insieme con la Federazione europea e la Federazione internazionale dei giornalisti, di cui fa parte, i sindacati dei giornalisti di numerosi Paesi europei, e le associazioni di editori di giornali, scrittori, registi, film maker, ha sottoscritto l’appello al Parlamento europeo affinché nella riunione plenaria del 12 settembre prossimo venga approvata la direttiva europea per la difesa del diritto d’autore.

In una nota si sottolinea come “tale regolamentazione è necessaria per difendere la libera informazione e il diritto dei cittadini ad essere informati, garantiti dalla Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo e dall’articolo 21 della Costituzione italiana”.

“Introdurre l’obbligo di pagare delle royalties a chi ogni giorno diffonde gratuitamente una grande quantità di notizie pubblicate dai giornali attraverso piattaforme digitali, social network e motori di ricerca non significa penalizzare gli utenti della rete, ma vuol dire difendere l’informazione di qualità e tutelare la dignità del lavoro. La democrazia si nutre di buona informazione“, chiarisce Fnsi con Ifj e Efj.

“Chi produce informazione è un imprenditore che investe, assume giornalisti e personale dipendente e, per questo, si aspetta un ritorno in termini di fatturato e di utili – evidenzia la Fnsi – Se il prodotto giornalistico non soltanto viene messo gratuitamente a disposizione attraverso la rete, ma addirittura consente ai cosiddetti ‘over the top’ di ricavare ingenti profitti attraverso la raccolta pubblicitaria e la messa in circolazione di dati forniti dagli utenti della rete, esiste un problema non soltanto per le imprese, costrette a ridurre il numero dei giornalisti e del personale dipendente e a ridimensionare l’offerta di notizie, ma anche e soprattutto per la democrazia”.

“Ridurre gli spazi per l’informazione di qualità, distruggere lavoro regolare indebolisce i cittadini e la democrazia. Per queste ragioni, la Fnsi insieme con tutte le associazioni e organizzazioni europee firmatarie dell’appello, auspica che i parlamentari europei approvino la direttiva sul diritto d’autore ristabilendo un principio di giustizia ed equità in base al quale chi utilizza il lavoro altrui sia chiamato a risarcire o comunque a sostenere il sistema dell’informazione professionale” conclude la nota.

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