Sarà domani mattina il giorno della verità per la turbolenta delibera Agcom sulle nuove regole contro la pirateria. A quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni, i consiglieri dell’Autorità discuteranno il documento di una quarantina di pagine, messo a punto dagli uffici dell’Authority, che oltre a fare il punto della situazione indica alcune modifiche all’attuale bozza di delibera.
Tecnicamente, quella di domani sarà una riunione “Informativa”, dalla quale sono possibili tre esiti: il consiglio deciderà se prendere altro tempo, se fare subito la delibera oppure se rinunciarvi definitivamente.
I nodi degli ultimi sei mesi di dibattito verranno quindi al pettine, domani. Le ipotesi di modifica alla delibera sono tratte dalle osservazioni del Parlamento europeo e dai contributi della consultazione pubblica. In particolare, si parla di ridurre i tempi della fase di procedimento (a carico dei siti accusati di pirateria) e di renderla più chiara nel testo. Si pensa di diversificare meglio la disciplina di tutela del copyright, con un distinguo tra i siti internet e i servizi media. E di stabilire un diverso approccio per i siti esteri, rispetto a quelli nazionali. Un’altra differenziazione che si pensa di introdurre, per i procedimenti, è tra le condotte sistematiche e le violazioni episodiche del diritto d’autore. Infine, Agcom intende chiarire meglio come funzionerebbe il sistema del fair use, uno degli aspetti più innovativi dell’attuale testo della delibera.
Risulta anche che l’Autorità sarebbe pronta a emanare una delibera sulla scorta di queste linee guida, qualora il consiglio votasse già domani in questo senso.
Come si vede da queste possibili modifiche, Agcom sembra orientata a continuare con una formula di compromesso tra le opposte richieste. Tra chi richiede di introdurre una procedura di oscuramento dei siti e chi invece vorrebbe che Agcom abbandonasse la partita e lasciasse la palla al Parlamento. Queste due non sono ipotesi da escludere a priori, ma al momento le continue pressioni sull’Autorità, provenienti da diverse parti, la dovrebbero spingere a una soluzione salomonica. Nei giorni scorsi, Confindustria Cultura aveva lanciato l’allarme invitandola a decidere subito e a non rinunciare alla delibera; a conferma che questa è una delle possibilità sul tavolo. Ieri il PD, invece, ha chiesto al presidente Agcom Corrado Calabrò di riferire in Senato su “qual è il punto di approdo dell’istruttoria compiuta dall’Autorità su una materia così delicata e dibattuta”. Il faro della politica è ancora puntato sulla questione, quindi. Ricordiamo che l’anno scorso c’era stata una protesta bipartizan contro la precedente bozza, che dava ad Agcom il potere di oscurare i siti pirata. L’attuale bozza parla invece di dieci giorni di contraddittorio con il sito e al termine Agcom potrà chiedere ai gestori di rimuovere un contenuto pirata. In caso di rifiuto, a 20 giorni dalla richiesta, potrà multarli fino a 250 mila euro. Per i siti esteri- che difficilmente sarebbero multabili- Agcom manderebbe avvisi (non ordini) ai provider internet, per oscurarli. Agcom però non colpirà i siti che utilizzano contenuti protetti da diritto d’autore a scopi didattici, di cronaca e commento (concetto di fair use).
Domani si vedrà se e come Agcom cambierà il testo, ma certo è che i margini di manovra ormai sono abbastanza stretti.