Copyright, la strada giusta passa dal coinvolgimento di tutti gli stakeholder. Lo dice il presidente Agcom Angelo Marcello Cardani che spiega come “per bloccare la violazione del copyright, abbiamo certamente bisogno della collaborazione degli Internet Service Providers, ma anche dei motori di ricerca, degli intermediari di pagamento, delle agenzie pubblicitarie e dei server DNS alternativi”. In questo senso, ha detto intervenendo a Mosca ad una conferenza sulla tutela del copyright organizzato dal Federal Service for Intellectual Property della Federazione russa, “abbiamo bisogno di aumentare il livello di consapevolezza per gli utenti. La protezione della proprietà intellettuale dovrebbe essere parte di un nuovo programma educativo per gli studenti allo scopo di insegnare l’opportunità e le minacce dell’ambiente digitale”.
Il copyright è parte del bilancio disegnato dal presidente dell’authority in un’intervista a “L’Economia del Corriere della Sera” alla vigilia del rinnovo dei vertici. “Oggi gli operatori tradizionali – dice il presidente – sono gravati da mille pesi mentre chi opera attraverso la Rete tende a sfuggire a qualsiasi regolamentazione”. Si tratta di un settore, quello delle comunicazioni, “dove domina la velocità ed il ricambio tecnologico: o innovi o muori. Il che può rendere caduchi anche gli investimenti più ingenti”, dice riferendosi agli investimenti delle telco per le frequenze 5G. “L’asta – dice il presidente Agcom, “è stata più dispendiosa del previsto: abbiamo fatto un regolamento per favorire un’asta competitiva in linea con le esigenze di bilancio. Il risultato mi pare che dimostri un’adeguata valorizzazione e un forte incentivo ad un uso efficiente delle frequenze“.
Ma gli operatori Tlc sono in affanno, con ricadute sull’occupazione. Ci sono incertezze perduranti. Telecom sembra frenare sulla separazione volontaria della rete. “Non credo che la separazione volontaria rappresenti un’incertezza da un punto di vista regolamentare, mentre l’Autorità e’ consapevole che deve presto chiudere il ciclo di regolamentazione 2018-2021. Fortunatamente siamo a buon punto”. Quanto alla fusione con Open Fiber e all’applicazione di meccanismi incentivanti di remunerazione del capitale investito, si tratta per ora di ipotesi su cui, nel caso si verificassero, – dice il presidente – ci esprimeremo”.
Over the top e social: a questi operatori “facciamo capire che sfuggire sempre è una perdita di reputazione in un mondo in cui questa conta. Ai nostri tavoli si siedono quei 2 o 3 titani che vogliono farlo, una discreta quota di mercato. L’efficacia è modesta in assenza di regole. Ma coinvolgerli su misure di autoregolamentazione finora ha determinato il loro impegno a tenerne conto. Un esempio di collaborazione è il tavolo sulle fake news. In merito alla causa con Google, invece, Cardani ricorda come il Tar abbia confermato che deve fornire i dati per la determinazione del Sic, il fatturato complessivo del sistema integrato delle comunicazioni, di cui la pubblicità online è una quota significativa e crescente”.
Mentre sulla sanzione a Amazon nel settore postale: in questo caso “conta la decisione di mettere sotto osservazione il mercato dei pacchi entrando cosi’ nel settore dell’e-commerce. Facciamo il possibile per tutelare adeguatamente i consumatori. Si prenda il servizio universale nel settore postale. La direttiva Ue risale al 1997: non sarà il caso di cambiarla? Oggi abbiamo Internet e per alcuni il servizio universale e’ digitale. Ma noi dobbiamo tutelare anche la vecchina che vive in montagna e ha necessita’ di ricevere la posta cartacea”.
Sul fronte campagna elettorale, nel mirino Agcom il presenzialismo di alcuni leader di maggioranza. La legge sulla par condicio è datata, non funziona più: “Veniamo riempiti di insulti. Noi, non senza difficoltà, cerchiamo di applicare al meglio indicatori oggettivi ma datati come ‘il tempo di trasmissione’, per il quale vanno valutati nello stesso modo i 5 minuti in cui un politico fa propaganda e i 5 in cui parla come istituzione”.
La nomina del presidente dell’Agcom – continua – è proposta dal premier e ratificata con un voto a maggioranza qualificata delle commissioni parlamentari. Non vedo un modo migliore al momento: il Parlamento è espressione dei cittadini. Tuttavia, i cambiamenti politici non dovrebbero consentire attacchi nei confronti dell’Agcom, stante il tecnicismo delle nostre decisioni
L’Agcom è finanziata dagli operatori del settore e il presidente lo trova giusto. “Si’, nella misura in cui le nostre attività sono anche al loro servizio, garantendo una corretta competizione nei mercati in cui operano”.
Quanto alla Rai, alcuni “sostengono che per fare servizio pubblico, dovrebbe limitarsi a un canale senza pubblicità”. Cardani pensa che in questo modo ci sarebbe una separazione più chiara delle funzioni e un’allocazione di fondi più rispettosa degli obblighi, “ma non è questo certamente l’unico aspetto da considerare”.
Sul fronte copyright “tuteliamo da anni il diritto d’autore online con buoni risultati. Sulla direttiva attendiamo le scelte del legislatore. Ma lo dico subito: se saremo investiti di nuovi poteri, serviranno ulteriori risorse”.