Recepire al più presto la direttiva Ue sul copyright.L’appello al Parlamento italiano arriva dal presidente di quello europeo, David Sassoli, che stamattina ha incontrato il numero uno della Siae Giulio Rapetti Mogol.
“Sul tema del diritto d’autore, il Parlamento Europeo ha fatto la propria parte – ha detto Sassoli – Adesso tocca ai parlamenti nazionali recepire la Direttiva Copyright, che garantisce a tutti il massimo di libertà e la propria autonomia nella gestione di contenuti che sono europei e che devono continuare ad essere la base di un grande patrimonio che riguarda tutti”.
“Sul diritto d’autore in Europa abbiamo portato a casa una vittoria straordinaria, ma in Italia, incomprensibilmente, finora tutto tace, mentre il pericolo che corriamo è sempre più grave – ha spiegato Mogol – Mi chiedo, e chiedo al Parlamento italiano, se sia ancora accettabile che questi giganti continuino a guadagnare cifre miliardarie sulle spalle dei creativi, oltre che di chi paga le tasse. Senza diritto d’autore, che è il diritto del lavoro quotidiano di chi crea, la cultura muore, e con lei muore anche l’identità del nostro Paese”. La direttiva è in vigore dal 6 giugno e gli Stati membri hanno 24 mesi di tempo per recepirla.
Francia aprispista
La Francia è stato il primo Paese europeo a recepire la direttiva lo scorso 24 luglio. Le regole entreanno in vigore a fine ottobre. Parigi sancisce il diritto ad ottenere un’adeguata remunerazione quando il materiale protetto è utilizzato dalle piattaforme online, dagli aggregatori ai social network mentre resta libera la pubblicazione dei link o di estratti molto brevi.
Si lascia, però, alla negoziazione tra editori e piattaforme quanto potranno essere lunghi i “brani” da pubblicare liberamente: le parti in causa possono accordarsi guà al momento della richiesta di autorizzazione, la quale deve essere precedente alla pubblicazione online dei contenuti.
Per quanto riguarda la quota della remunerazione di giornalisti e autori questa dovrà essere definita all’interno delle aziende editoriali o con contrattazioni collettive.
Il servizio Google News smetterà di mostrare gli snippet delle notizie, ovvero i brevi estratti dei relativi contenuti. In pratica, gli utenti francesi che cercheranno tramite Google gli articoli delle testate giornalistiche dell’Unione europea otterranno come risultato solo i titoli e il link al sito del giornale in questione. Non ci sarà nessuna anteprima del contenuto a meno che non sia l’editore stesso a fare specifica richiesta al motore di ricerca americano di mostrare la preview.
Cosa prevede la direttiva Ue sul copyright
La direttiva Ue sul copyright mira ad aumentare le possibilità dei titolari dei diritti, in particolare musicisti, artisti, interpreti e sceneggiatori (creativi) e editori di notizie, di negoziare accordi migliori sulla remunerazione derivata dall’utilizzo delle loro opere presenti sulle piattaforme Internet. Le piattaforme Internet saranno direttamente responsabili dei contenuti caricati sul loro sito, dando automaticamente agli editori di notizie il diritto di negoziare accordi per conto dei giornalisti sulle informazioni utilizzate dagli aggregatori di notizie.
Libertà di espressione
Numerose disposizioni sono specificamente concepite per garantire che Internet rimanga uno spazio di libertà di espressione. Poiché la condivisione di frammenti di articoli di attualità è espressamente esclusa dal campo di applicazione della direttiva, essa può continuare esattamente come prima. Tuttavia, la direttiva contiene anche delle disposizioni per evitare che gli aggregatori di notizie ne abusino. Lo “snippet” può quindi continuare ad apparire in un newsfeed di Google News, ad esempio, o quando un articolo è condiviso su Facebook, a condizione che sia “molto breve”. Il caricamento di opere protette per citazioni, critiche, recensioni, caricature, parodie o pastiche è stato protetto ancor più di prima, garantendo che meme e GIF continuino ad essere disponibili e condivisibili sulle piattaforme online.
A chi non si applica la direttiva
Nel testo viene inoltre specificato che il caricamento di opere su enciclopedie online in modo non commerciale come Wikipedia, o su piattaforme software open source come GitHub, sarà automaticamente escluso dal campo di applicazione della direttiva. Le piattaforme di nuova costituzione (start-up) saranno soggette a obblighi più leggeri rispetto a quelle più consolidate.
Diritti di negoziazione
Autori, artisti, interpreti o esecutori potranno chiedere alle piattaforme una remunerazione aggiuntiva per lo sfruttamento dei loro diritti qualora la remunerazione originariamente concordata fosse sproporzionatamente bassa rispetto ai benefici che ne derivano per i distributori.
Ricerca e beni culturali
L’accordo mira a facilitare l’utilizzo di materiale protetto da diritti d’autore per la ricerca che si basa sull’estrazione di testi e dati, eliminando così un importante svantaggio competitivo che i ricercatori europei si trovano attualmente ad affrontare. Viene inoltre stabilito che le restrizioni del diritto d’autore non si applicheranno ai contenuti utilizzati per l’insegnamento e la ricerca scientifica. Infine, la direttiva consentirà l’utilizzo gratuito di materiale protetto da copyright per preservare il patrimonio culturale. Le opere fuori commercio possono essere utilizzate quando non esiste un’organizzazione di gestione collettiva che possa rilasciare una licenza.