SIAE

Copyright sempre più “digital”, depositate online 30mila opere

L’annuncio del presidente Siae, Filippo Sugar: “Siamo al lavoro per migliorare il servizio”. A breve via anche alla app Mioborderò

Pubblicato il 19 Set 2017

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Soono 30mila le opere depositate online presso la Siae nel 2017. A dirlo il presidente Filippo Sugar, in un’audizione in commissione Cultura alla Camera sui profili attuativi della direttiva europea Collecting, del 2014, recepita nel dlgs 35 del 2017. “Per ridurre ulteriormente i tempi di ripartizione, abbiamo introdotto la possibilità, da parte dei nostri associati, di depositare le loro opere direttamente online, sostituendo alla carta il digitale – ha detto Sugar – Circa 30mila opere sono già state registrate online ad oggi, e sono in corso continui scambi tra la base associativa e la Siae per migliorare il servizio”.

“Il servizio – ha spiegato – è molto complicato: noi gestiamo quasi 13 milioni di opere nostre e circa 45 milioni di opere che derivano da società che rappresentiamo: va fatta una serie di controlli, perché un cattivo deposito significa poi un problema in sede di ripartizione e di abbinamento tra esecuzione e brano”.

Sugar ha fatto il punto anche su Mioborderò, lanciato a luglio. “Siamo arrivati a circa il 23% di utilizzo, ricevendo ben 460mila programmi digitali per 8,9 milioni di utilizzazioni – ha annunciato – Abbiamo quasi 50mila utenti attivi sul servizio e siamo in fase di beta testing per un’app che consenta di fare tutto questo anche dal telefonino”.

“Il sistema – ha spiegato ancora – consente a chi organizza serate musicali nei vari locali d’Italia di poter digitalmente sopperire ai famosi borderò cartacei, di poter ottenere digitalmente il permesso e anche di poter dare conto dei brani eseguiti”.

“Non stiamo costringendo nessuno a utilizzare questo sistema – ha concluso Sugar – ma lo stiamo incentivando in tutte le maniere, perché ridurrà enormemente per noi i costi, accelererà la tempistica, continuando a tenere molto alta la qualità dell’analiticità della nostra ripartizione”.

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