DIRITTO E DIGITALE

Copyright, via libera del Parlamento. Più forza all’Agcom

Approvato all’unanimità lo schema di decreto che recepisce la direttiva europea. Sì delle commissioni di Camera e Senato al provvedimento che andrà al vaglio del Governo. Passa la posizione sugli snippet. Ma rimangono in campo alcuni nodi: equo compenso in primis  

Pubblicato il 21 Ott 2021

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Copyright, più vicina l’applicazione in Italia della direttiva europea 2019/790. Camera (Commissioni cultura e trasporti) e Senato (Commissioni giustizia e lavori pubblici-comunicazioni) hanno infatti dato ieri l’ok all’impostazione impressa dal governo allo schema di decreto legislativo approvato in Cdm il 6 agosto, che regolamenta diritto d’autore e diritti connessi nel mercato unico digitale. Ora la valutazione dei due documenti passa al governo di Mario Draghi che dovrà approvare la versione definitiva del decreto legislativo.

I temi chiave sul tavolo

Due i temi principali sul piatto: definizione degli snippet e ruolo di Agcom nella mediazione fra editori e piattaforme digitali.

Rimangono aperti alcuni temi. Fra gli altri, sottolinea il Ceo di Fimi, Enzo Mazza, la questione dell’equo compenso agli artisti. “Preoccupano alcune proposte delle commissioni – dice Mazza – che suggeriscono nuovi diritti in capo agli organismi di gestione collettiva degli artisti non in linea con la Direttiva, anzi completamente fuori delega”. Un equo compenso eventualmente garantito agli artisti a carico delle piattaforme streaming configurerebbe “un doppio prelievo” dal momento che le piattaforme “remunerano già gli artisti con pagamenti effettuati alle case discografiche che poi versano questi denari in forma di royalties”.

Il fronte degli snippet

Sul fronte snippet è stato deciso di favorire la circolazione delle informazioni e delle notizie e allo stesso tempo di tutelare i diritti degli editori e rispettare il principio di remunerazione dell’autore. E’ stata confermata un’interpretazione qualitativa, e non qualitativa che potrebbe sollevare controversie.

Per quel che riguarda l’Agcom, invece, si è voluto da un lato rafforzare la sua azione di tutela dei contenuti e della legalità online, rilanciandone il ruolo e supportando l’autorità: in particolare, la Camera propone di inserire in Agcom nuove figure professionali, sia per aumentare il personale, sia per migliorare il livello delle competenze.

I commenti a caldo

Parere positivo dal M5S secondo cui  “lo schema di decreto di attuazione rappresenta un testo di
fondamentale importanza per ricreare il giusto equilibrio tra autori, editori, prestatori di servizi e i fruitori dei contenuti sul web, in un contesto che in pochi anni è stato rivoluzionato dai progressi della tecnologia, finendo però per non tutelare adeguatamente alcune categorie. Il giudizio è dunque sicuramente positivo. Ora ci auguriamo che il Governo recepisca le osservazioni delle commissioni”.

“È stato un voto all’unanimità su un testo delicato e complesso, e grazie al quale diamo oggi
più opportunità e diritti ad autori, artisti, interpreti ed esecutori che ogni giorno
contribuiscono a far crescere, culturalmente ed economicamente, il nostro Paese” –
ha dichiarato il deputato Alessandro Fusacchia (FacciamoECO), relatore del parere.
“Col parere interveniamo su tanti fronti diversi: sull’equo compenso e sulla
controversa questione della definizione di ‘estratto molto breve’ che fa riferimento
ai rapporto tra piattaforme digitali ed editori, dove ho spinto affinché il
meccanismo previsto dal governo non porti alla paralisi di Agcom o a un contenzioso
ingestibile”.

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